Dov'è La Mamma?

56 3 0
                                    

Erano passate alcune settimane e il caldo afoso di giugno si faceva sentire per le strade di Londra, quasi ogni sera Eleanor andava a trovare Jay e le era capitato spesso di fermarsi a dormire in camera di Lottie: Doncaster e Londra non erano lontane ma mettersi alla guida di notte, da sola e dopo una giornata stancante di lavoro non era proprio il massimo. E poi l'amica aveva insistito così tanto perché rimanesse con lei a farle compagnia, in più Eleanor era molto brava con i bimbi e stava dando una grandissima mano alla famiglia Tomlinson proprio come quella sera. "Dove vai Felicité?" chiese Louis alzando lo sguardo dallo schermo del telefono e il suo tono di voce non prometteva niente di buono. "Fuori con degli amici, non aspettatemi svegli." parló atona. Fiz era sicuramente quella che stava reagendo peggio alla malattia della madre ma era anche normale, aveva appena 16 anni, un'età molto complicata. "Non stai uscendo un po' troppo?" Louis respiró profondamente per cercare di non arrabbiarsi, sapeva che non sarebbe servito a niente ma con Fizzy non era mai riuscito a mantenere la calma perché fra i suoi fratelli era quella che gli assomigliava di più e faceva i suoi stessi identici errori del cazzo. E questo Louis non poteva permetterlo. Eleanor avendo intuito l'andazzo gli poggió istintivamente una mano sul ginocchio, come a volerlo calmare e tranquillizzare ma l'effetto che quelle mano ebbe su Louis fu tutto tranne che calmante. "Non sei mio padre Louis, non decidi per me." sputó acida la ragazza per poi uscire e sbattersi la porta dietro. Louis strinse le nocche fino a farle diventare bianche ed Eleanor si aspettava che scoppiasse da un momento all'altro, proprio come faceva quando stavano insieme. Invece respiró ancora profondamente, una, due e tre volte e scosse la testa riavviandosi i capelli più lunghi del solito.

Eleanor si stupí di questa sua reazione così pacata e pensó che forse fosse cambiato davvero, che fosse finalmente cresciuto e diventata l'uomo che doveva essere. "Devo mettere i gemelli a letto, mi aiuti?" sorrise appena Louis e quegli occhi così stanchi frantumarono il cuore di Eleanor. Non poteva prendere in giro nessuno, era ancora innamorata di Louis e lo sarebbe stata per il resto della sua vita senza alcun dubbio. Ma troppo cose erano successe e cambiate, in primis Louis e la sua vita. Come avrebbe mai potuto incastrarsi in essa? "Che ne dici se invece vado io e tu ti riposi mezz'oretta?" propose la ragazza alzandosi e sistemandosi i pantaloncini che le erano saliti sulle gambe. Gli occhi di Louis erano fissi sulle gambe scoperte, quelle gambe che aveva baciato e morso così tante volte, dovette distogliere lo sguardo altrimenti la mente avrebbe vagato in mondi inappropriati. Louis annuí ringraziandola mentalmente e si lasció andare indietro sul divano senza mai distogliere lo sguardo dalla figura slanciata di Eleanor che saliva le scale per raggiungere la camera dei bambini. "Hey scimmietta, andiamo a fare il bagnetto?" chiese inginocchiandosi davanti ad Ernie, il bambino biondo più bello che avesse mai visto. Alla parola bagnetto però schizzó in piedi iniziando a correre per non farsi acchiappare seguito dalla sorellina Doris. "E dai pesti, è tardi e dovete andare a ninna. Volete essere sporchi e puzzare? Guardate che se puzzate poi Louis non vi darà il bacio della buonanotte." Bingo, Eleanor sapeva di aver fatto centro con quel discorso. Louis era come un supereroe per i piccoli, lo adoravano e i pochi momenti in cui era a casa non si staccavano mai da lui. Ernie e Doris abbassarono la testa sconfitti e si lasciarono portare in bagno per essere lavati. Il bagnetto duró meno del previsto perché era già abbastanza tardi, Eleanor avvoltoló i due piccoli nei loro asciugamani e li prese in braccio, erano dei piccoli fagotti tenerissimi e non avrebbe voluto lasciarli andare mai più.

Proprio quando stava vestendo Ernie, Louis entró in camera e la sua sorellina lo travolse, ancora tutta nuda. "Hey furia, che ne dici di mettersi almeno il pannolino eh?" le sorrise teneramente il ragazzo per poi prenderla in braccio e adagiarla sul letto. "Sei diventato pratico." commentó El ridacchiando davanti alle abilità di Louis per poi riportare lo sguardo sul disastro che stava combinando lei. "Aspetta... Ti aiuto." Louis le si avvicinó posizionandosi dietro di lei che non fece in tempo a spostarsi perché il petto del ragazzo si incolló alla sua schiena. Le prese le mani fra le sue guidandola e facendole chiudere alla perfezione il pannolino. Il respiro di Louis sul collo le stava causando non pochi spasmi e l'effetto che aveva sul suo corpo era lo stesso da sempre. "Poteva essere una scena da 'Ghost' ma stiamo chiudendo un pannolino..." provó a rompere l'atmosfera El facendo scoppiare a ridere Louis. Il ragazzo buttó la testa indietro socchiudendo gli occhi e mostrando la dentatura perfetta, le era mancato da morire quel suono. Davanti a quella scena Eleanor sorrise di conseguenza ma tornó a chiudere il body del bimbo in silenzio mentre Louis finiva di occuparsi della sorellina. "E ora a ninna campioni dai... Su, su entrate dentro!" li incitó Lou per poi rimboccare loro le coperte. "Lou?" chiese la vocina di Doris. "Dov'è la mamma?" se era riuscito a riacquistare un po' di leggerezza, in quel momento il mondo gli ricadde tutto addosso. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento e sapeva anche che sarebbe toccato a lui dare delle spiegazioni, ma non sapeva cosa avrebbe potuto dire. Eleanor si accorse immediatamente del cambio d'umore del ragazzo e decide di tornare indietro verso il letto e mettersi seduta lì con loro, Louis a destra e Eleanor a sinistra con i bimbi in mezzo. "Perché non ci racconta più le storie?" continuó Ernie. Louis accarezzó la sua piccola testolina e sorrise appena. "La mamma in questi giorni non si è sentita tanto bene e perció adesso è in un posto dove la stanno curando, dove può riposare e fra pochissimo sarà di nuovo a casa con noi..." sulle ultime parole la voce gli si incrinó appena perché sapevano tutti molto bene che non sarebbe più tornata a casa, la situazione si era aggravata negli ultimi giorni e le avevano dato pochi mesi ancora.

Istintivamente la mano di Eleanor andó ad intrecciarsi con quella del cantante dietro le teste dei bambini. Anche gli occhi di Eleanor erano pieni di lacrime ed era per quello che stava osservando un punto indefinito della stanza da un po' di tempo senza mai lasciare che il suo sguardo incontrasse quello di qualcun'altro. "Loueh!" "Dimmi piccola." "Potete aspettare che ci addormentiamo? Come mamma e papà..." Louis annuí sistemandosi meglio  sul letto e preferí non parlare altrimenti sarebbe scoppiato a piangere. La sua mano ancora stringeva quella di Eleanor e non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare. "Louis." sussurró la ragazza. "Stanno dormendo, vai pure di là. Aspetto io qualche altro minuto e poi ti raggiungo..." Louis annuí ancora una volta lasciandosi guidare dalla sua voce calda e le strinse la mano di nuovo, come a dimostrazione del fatto che fosse veramente lí e non come in uno dei tanti sogni che aveva fatto. Eleanor aveva passato più tempo del previsto a guardarli dormire, ad accarezzare i loro capelli morbidi e profumati e a pensare a come sarebbero potuti crescere senza la loro mamma. Si alzó delicatamente dal lettone e uscì dalla camera socchiudendo la porta. "Buonanotte El." sussurrarono le gemelle in coro, per poi farsi abbracciare appena e scomparire nelle loro camere. Arrivó in cucina e non trovando Louis da nessuna parte decise di uscire in terrazza a fumare una sigaretta ma qualcun'altro aveva già avuto la sua stessa idea.

Il rumore della porta finestra fece girare di scatto Louis che non poté che sorridere dopo averla vista. "Abbiamo avuto la stessa idea..." mormoró El accedendo la propria sigaretta. "Da quanto fumi?" "Da quando ci siamo lasciati, avevi lasciato un pacchetto da me e così ho iniziato." spiegó El con voce tranquilla ma era tutto tranne che tranquilla. Era appoggiata con il sedere alla ringhiera e con il viso rivolto verso lui che si trovava nella sua stessa identica posizione, semplicemente era appoggiato sui gomiti e quindi proprio di fronte a lei. Lo osservó portarsi la sigaretta fra le labbra fine e incavare le guance per aspirare il fumo. Era sempre stato così bello e lo era anche in quel momento, anche se era stanco sfinito e troppo magro. A proposito. "Hai mangiato qualcosa Louis? Vado a preparare un toast che ne dici? O magari è meglio un piatto di pasta o-" "Io non ti ho ancora ringraziato El. Per tutto quello che stai facendo per noi. Non eri tenuta a farlo, soprattutto dopo quello che ti ho fatto ma tu... Dio." scosse la testa. Non riusciva a guardarla negli occhi che si sentiva una merda. Non l'aveva rincorsa, non aveva lottato per loro, si era rifidanzato, aveva scopato a destra e manca e aveva anche avuto un figlio. "Louis so a cosa stai pensando e non farlo. Smettila. Quella decisione l'ho presa io perché lo volevo e tutto quello che è successo dopo è successo, non stavamo già più insieme e non avevo alcun diritto su di te. Quindi smettila, non è questo il luogo né il momento adatto per parlare di queste cose." lo riprese la mora non volendo che si autoflagellasse ulteriormente. Si è vero, i primi mesi dopo che avevano rotto avrebbe voluto picchiarlo ogni giorno con tutta la forza che aveva, si è vero anche che aveva sofferto così tanto quando avevo saputo della gravidanza, del nuovo fidanzamento e di tutte le scappatelle che aveva avuto. Ma era vero anche che se una coppia scoppia c'è della colpa da tutte e due le parti e anche lei avrebbe potuto fare di più per aiutarlo in quel momento buio, invece aveva pensato prima alla sua salute lasciandolo da solo.

"Io... Non ti merito El, non mi merito che tu ti prenda cura ancora di me dopo tutto questo. Non voglio forzarti a rimanere perché magari ti faccio pena o-" "Ma la smetti di sparare queste stronzate Louis? Ti sembra che io sia qua per pena? Ti sembra che io potrei mai provare pena per te? Se sono qua é perché voglio aiutarti, perché ovviamente ci tengo a te e a tutta la tua famiglia." Louis la guardó per qualche istante con gli occhi ormai ricolmo di lacrime e per la prima volta dopo anni si rifugió tra le sue braccia. Le avvolse il Busto appoggiando il viso nell'incavo del suo collo, le mani di El lo strinsero a sé accarezzandogli la schiena, la nuca e i capelli. E dopo troppo tempo Louis pianse, era un pianto silenzioso e infatti El se ne accorse solo perché sentí il collo bagnato. "Fallo Lou, sfogati. Piangi, non ci vede e sente nessuno, ora puoi lasciarti andare." e così fu. Non seppero per quanto tempo rimasero in quella posizione, ma per un momento, per un solo momento El si permise di pensare che tutto fosse come molto tempo prima, che tutto fosse al proprio posto e che loro fossero solo El e Lou che si godevano un dolce abbraccio sotto le stelle.

Back To You.| Louis TomlinsonHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin