Capitolo uno - la mia vita

1.9K 69 8
                                    


Voglio iniziare il mio scritto così, su una panchina del mio lago preferito e ascoltando "Radio" di Lana del Rey. Ho pensato tanto che le mie parole fossero buttate al vento perché nessuno mai mi ascolta, ma ora come ora ne sento la necessità di buttarle fuori.

Vivo una vita abbastanza normale, fatta di sacrifici e insuccessi personali, che però questi mi portano ad essere la persona che voglio diventare. Il mio sogno è fare la scrittrice e pubblicare romanzi di successo, di scriverli d'inverno con la copertina e la tisanina il mano. Vorrei essere circondata di persone che accompagnano la mia solitudine, persone che fanno finta di conoscermi ma non sanno chi sono veramente. Io non ambisco al successo ma alla mia solitudine interiore.

Odio le relazioni sociali, le false amicizie e tutti quei sorrisi messi come scudo. Uno schifo. Chi sta male non lo dice. Preferisco vivere nella mia solitudine piuttosto che uscire la sera a mettermi la maschera della persona felice. A volte poi succede che crollo e mando tutto a fanculo, come l'altra sera in cui quegli stronzi che ritenevo miei amici hanno chiamato la persona che odio per "farmi fare pace".

Non voglio essere pacifica, voglio fare la guerra se serve farla. Non ho bisogni di recuperare amicizie se loro sono stati i primis a parlarmi male o darmi della pazza sociopatica per il mio comportamento. Sono quella che sono grazie agli altri.

Tutto questo per dire che le mie scelte sbagliate mi hanno portato qui, a Bologna a frequentare Scienze della Comunicazione. Per tutta la mia vita ho creduto che la medicina fosse il mio futuro, ma mi sono resa conto che la scrittura è la mia vera passione.

A Bologna mi trovo bene, nonostante il mio carattere. Penso che sia la facoltà giusta per me e il mio professore Patrizio Drusiani (Patrick Dempsey), omonimo per cognome ma non parente, è il mio primo sostenitore. È stato proprio lui a dirmi quanto fosse importante per me fare un'esperienza all'estero e ora come ora non vedo l'ora di partire.

<<Sei qui perchè hai le palle per farlo>> mi disse mentre un giorno stavamo per entrare ad una riunione per i tirocinanti all'estero. Io ho sempre avuto profonda stima e ammirazione verso questa persona, è un uomo che ti motiva nelle proprie scelte ed è stato il primo a prendere sul serio la mia folle idea di lavorare per l'università a Istambul.

Ma ora devo parlare un po' di me, della noiosa protagonista di questa storia.

Mi chiamo Sara e sono una grande sognatrice. Amo la televisione e la cosa che più mi attira è come i prodotti multimediali vengono fruiti sui mezzi di comunicazione, in particolare la tv.

Questo tirocinio è una grandissima opportunità lavorativa perchè mi mette a contatto con il mondo del lavoro; inoltre il mio professore si è proposto per aiutarmi nella mia avventura.

Tra una settimana partirò per la Turchia e non vedo l'ora.

Piedi per terra e testa nel cielo / CAN YAMANWhere stories live. Discover now