resa dei conti

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è passata una settimana e Can è stato dimesso dall'ospedale, è qui con me e Astrid a casa.

Dall'ultima volta che ho scritto queste pagine di diario non è successo granchè: dopo aver letto la lettera e aver capito tutto quello che mi voleva dire ho lasciato un attimo perdere, era assolutamente più importante la sua ripresa.

Attualmente Can è nel mio appartamento di Milano, i suoi genitori sono appena tornati in Turchia dopo il grande spavento che si sono presi anche loro e sta passando del tempo con la sua nuova famiglia. Ci siamo promessi di parlare bene della situazione stasera, dopo che Astrid sarà andata a letto.


Finalmente il tanto atteso confronto. La bimba è a letto da ormai un'ora e ci siamo assicurati che lei non sentisse nulla, gliene parleremo gradualmente di questo cambiamento. 

<<Possiamo parlare?>> chiedo 

<<aspetto questo momento da settimane >> risponde

<<ho letto la lettera e lo sai, non ho ancora parlato con te perchè la tua salute ha la priorità>>

<<e ti ringrazio per questo. Voglio partire chiedendoti scusa>> dice e continua << sono stato un ingenuo abbandonarti in montagna ma questo lo sai già, voglio solo chiarire questa situazione>>

<<sinceramente me la dovevo aspettare la tua reazione però ti giuro che l'ho fatto nel momento in cui pensavo tu potessi essere pronto>>

<<non si è mai pronti per queste notizie, così... dopo anni ti ritrovo e mi dici che sono il padre di tua figlia. Senza nemmeno avvisarmi o dirmelo di persona, ci sono rimasto male>>

<<ti capisco, ma io l'ho fatto con il migliore intento, per un futuro insieme con i nostri bambini>>

<<se non fossi venuto in Italia mesi fa me lo avresti detto?>> chiede

Bella domanda. Forse si... forse no. Non saprei, il suo arrivo ha turbato i miei equilibri, sono tornata a vivere e questa sensazione non la provavo da tanto.

<<Vuoi una risposta sincera? Non lo so Can, sei arrivato all'improvviso e fin dal primo giorno hai scoperto che sono madre.. non lo so>>

<<non importa, l'importante è che la risolviamo? Quali sono i tuoi piani ora?>> chiede

<<Sicuramente devo restare a Milano, ho un lavoro che amo e la bambina frequenta le scuole qui. La vita mi ha portato in questa città e non ho intenzione di andarmene e tu?>>

<<come sai, ho dei progetti qui in Italia. Penso che dovrei trasferirmi qui, come ti scrivevo anche nella lettera, per stare vicino alla mia famiglia>> risponde

<<e quella in Turchia?>>

<<potremmo andare per Natale lì, parlare ai miei parenti per essere chiari e poi vedere cosa ci suggeriscono di fare>>

<<i tuoi genitori mi odiano ormai>> ridacchio

<<probabile, dopo tutto quello che ho passato venendo qui 24 ore>> sorride e continua <<ma sono grande, ho 31 anni e so cosa voglio dalla vita>>

<<e tu cosa vuoi?>> chiedo incuriosita

<<stare con te per tutta la vita>>

Piedi per terra e testa nel cielo / CAN YAMANWhere stories live. Discover now