Mi lascio cadere sulla sedia e sospiro, nelle foto che ho intorno non c'è nessuna risposta per me. E se andassi in camera mia, non troverei altro che Ludo, Bea, Luca e le compagne di squadra. Non sono preparata a questo, è un pezzo nuovo che mi terrorizza.

«Perché voi ragazze non riuscite a godervi il momento, e basta? Non è questo quello che ti dicono queste pareti? Scattiamo una foto, perché ci sono momenti che non tornano e devi goderteli per poterli ricordare», sbotta sedendosi di fronte a me. «Non sono uno che da delle risposte, in genere la gente si fa un sacco di domande con me, ma posso dirti che non c'è niente di più elettrizzante che vivere qualcosa di nuovo, scoprire cose che non conoscevi. Non sentivo questa scossa da un po', poi a Bea è venuta la triste idea di usarti come diversivo e io ti ho sentito.»

Allunga una mano verso di me e china il capo.

«È l'unica cosa a cui ho pensato da allora. Non al tuo aspetto fisico per il quale sei tanto giù di corda, non alla tua amica e ai suoi modi appiccicosi. Ho pensato alla scossa che mi hai dato.»

Lo guardo rapita, dopo aver memorizzato ogni parola e ogni pausa del suo discorso, con l'istinto irrefrenabile di annullare ogni distanza per trovare un contatto con la sua bocca meravigliosa, che dice cose tanto diverse da farmi sorridere.

Il toast esce di scatto dal grill e salto letteralmente sulla sedia, scoppiando a ridere. Senza parlare prendo due piatti e lo condivido con Logan, nel silenzio più magico che abbia mai sperimentato, con gli occhi incollati ai suoi e un sorriso frizzante accennato agli angoli della bocca.

Questo ragazzo è un casino totale, ma mi ha definitivamente stregato.

Quando salgo dietro di lui, lo abbraccio forte in vita e mi appoggio alla sua schiena.

Arriviamo al cinema a proiezione iniziata, hanno scelto un thriller che non ho mai sentito nominare, ma non mi importa, perché Logan mi trascina a sedere qualche fila più in basso rispetto agli altri e, sotto le nostre giacche, mi tiene la mano per tutto il tempo risvegliando quella sensazione sconosciuta che fa contrarre lo stomaco. A film finito, vorrei non dovermi alzare.

«Ce ne avete messo di tempo!» mi fa notare Marco, mano nella mano con una Bea mozzafiato e vestita in modo molto appariscente per un cinema.

«Venite a mangiare una pizza?» chiede sbattendo le ciglia, guardando solo Logan da sotto le ciglia finte.

«Sì, perché no», risponde lui, abbandonando il tono gentile, ritornando a quello scazzato.

Ci avviamo dietro di loro, spalla a spalla, in completo silenzio, mentre gli altri parlano dei momenti salienti del film.

Logan non mi guarda mai, fissa davanti a sé senza espressione.

«Ehi, Sol. Ti avevo tenuto il posto! Come va?»

Pietro si affianca a me, con il suo sorriso gentile e i capelli scompigliati.

«Ciao Peter, tutto ok. Ho dovuto sistemare la palestra perché sono arrivata tardi», spiego sorridendo in risposta, evitando di accennare al posto che ha tenuto per me.

Marco si gira divertito, deve aver sentito la nostra conversazione perché annuisce e mima il gesto dell'ok con la mano.

Quando vuole è proprio un idiota.

Mi giro per sbirciare Logan, ma mi accorgo che sta parlando con Vallauri e un suo compagno di squadra, ignorando completamente la situazione.

Peccato, speravo che mi aiutasse a uscire da questa situazione, ma non posso pretendere niente, sono io che gli ho detto che ho bisogno di tempo per parlare con Bea. Lui ha preso la scossa. Gongolo ripensando alla sua spiegazione e sorrido da sola.

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