Capitolo 21 - la malattia le ruba tutto quello che ami di lei.

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Passarono un paio di mesi. Madison si tolse il gesso, la storia con Luke andava bene, a scuola non facevano che parlare di loro. Tutto andava a gonfie vele se non fosse stato per la malattia di Madison che peggiorò lievemente, spingendo i genitori della ragazza a portarla ad un paio di incontri di sostegno. 'Un aiuto' come li definiva Gemma. Madison era già andata ad un incontro da sola, 'orribile'. Il secondo incontro si svolse ancora a Sidney, ma quella volta Luke la convinse a portarlo con sé.
Quando entrarono nell'edificio Luke sorrise e strinse la mano della fidanzata.
"Quanta gente" esclamò prima di portare Madison a sedersi.
La ragazza non disse una parola e intrecciò le braccia al petto. Una donna sui cinquanta salì sul palchetto allestito davanti alle file di sedie e iniziò a fare battutine su quanto sia frustrante convivere con questa malattia.
"Certo, come se tutto fosse normale. Ma come fanno ad accettare tutto questo? Non capisco."
Gli occhi blu di Luke guardarono quelli verdi di Madison, che non fece altro che scuotere la testa. La donna finì di parlare e ci fu una pausa di dieci minuti.
"Vado a prendere qualcosa da bere, tu hai sete?"
La ragazza fece cenno di no e il biondo le diede un bacio prima di avvicinarsi al tavolo stracolmo di cibo. Luke prese un bicchiere di acqua frizzante, ne bevve un sorso e si mise a guardare la stanza gremita di gente.
"Nemmeno io pensavo ci fosse così tanta gente, ragazzino" disse un uomo intento a riempire un piattino di plastica. "Perché sei qui?"
Il ragazzo scrutò il quarantenne e strinse le labbra che toccavano il pezzo di plastica trasparente.
"Sono qui per accompagnare la mia ragazza."
L'uomo rise e scosse la testa più volte, poi toccò il braccio di Luke con una mano, stringendolo.
"Lasciala finché sei in tempo" il biondo rimase senza parole, lo guardò fisso negli occhi. "La malattia le ruba tutto quello che ami di lei: il corpo, il sorriso, la mente.." disse continuando a riempire il piatto di pizzette. "Non fraintendermi, io amo mia moglie, ma se potessi tornare indietro non la sposerei mai."
L'uomo sorrise e se ne andò. Luke strinse i pugni dalla rabbia, sicuramente non sarebbe stato così codardo come quell'uomo. Avrebbe dimostrato a tutti che insieme, lui e Madison, ce l'avrebbero fatta. Non aveva nessuna intenzione di lasciarla. Non poteva, non voleva e sicuramente non si era dimenticato della sua promessa. Perché lasciare qualcosa che ami?
"Tutto bene?" Chiese Madison avvicinandosi a lui. "Ti ho visto parlare con quel tizio."
Egli la guardò e sorrise, poggiò il bicchiere ancora pieno d'acqua e abbracciò la sua ragazza, stringendola al suo petto. Le diede un bacio sulla fronte ed appoggiò la testa sulla sua.
"Maddy?"
Madison strinse le mani sulla felpa nera di Luke.
"Dimmi."
Luke rise e la baciò di nuovo, stringendola più forte a sé.
"Ti amo" disse titubante. "Ti amo, tanto."
Madison sentì il suo cuore fermarsi per un istante, le si formò un nodo in gola. Era la prima volta che qualcuno le diceva ti amo.
"Anche io" disse la ragazza. "Anche io ti amo."
Il biondo prese per mano Madison.
"Usciamo da questo posto del cazzo."
Luke la trascinò in mezzo a tutta quella gente e finalmente trovarono l'uscita, che si trovava in cima ad una scalinata.
Madison si sedette per terra mentre il fidanzato rimase in piedi a fumarsi una sigaretta.
"Sai che odio quando fumi, lo sai vero?"
Luke fece un tiro dalla Malboro che teneva stretta tra pollice e indice, espirò tutto il fumo e buttò il mozzicone per terra. Guardò la mora e sorrise prima di sedersi accanto a lei.
"Vuoi che smetto?"
Madison guardò le sue mani tremolanti per un po' e tenne gli occhi fisso su di esse, sfuggendo dallo sguardo di Luke.
"Se ti piace fumare continua a farlo. Insomma, se ti piace il fatto che tra trent'anni i tuoi polmoni saranno completamente neri.."
Il ragazzo sogghignò.
"Mi stai considerando già spacciato?"
"Lo sei già, però tranquillo, verrò di certo a trovarti al cimitero."
Passarono una ventina di minuti e l'incontrò finì, tutta la gente che c'era dentro uscì prima che poté per non trovare traffico nel parcheggio.
"Ricordati quello che ti ho detto, ragazzino" una voce a Luke famigliare proveniva da dietro: era l'uomo di prima che teneva stretta sotto braccio la moglie che tremava come una foglia. I due ragazzi li guardarono scendere le scale lentamente, fino ad arrivare alla macchina e partire. Madison guardò gli occhi azzurri di Luke.
"Cosa ti ha detto?"
"Ricordami di dire ai tuoi genitori di non farti venire più in questo posto di merda."

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Buongiorno e buona Vigilia di Natale! Come promesso ecco il capitolo, prometto che pubblicherò il prossimo prima dell'inizio della scuola, anche perché non saprò più quando scrivere quando finiranno le vacanze. Ora vi lascio, adieu, Martina.

Tremare, l.hUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum