Capitolo 17 - mai mettere gli amici davanti alla playstation

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Luke sparì nel corridoio, lasciando Madison sola con le loro madri. Gemma si sedette sulla sedia di fianco al letto e strinse la mano della figlia. La guardò bene, scrutando ogni parte del suo corpo. Si soffermò sul braccio ingessato ed iniziò a chiederle se stava bene, se le faceva male qualcosa, se si ricordava dell'incidente. La tastò anche un paio di volte per controllare che fosse viva. Passò dieci minuti a farle domande su domande, mentre la madre di Luke rimase in silenzio seduta sul lettino vuoto. La solita infermiera passò davanti alla camera, si fermò di colpo e si affacciò dalla porta.
"Oh Madison, ti sei svegliata" disse entrando. "Ti senti bene?"
Madison fece un mezzo sorriso. La mano di sua madre la teneva ancora stretta.
"Si, sono solo un po' stanca."
La donna controllò la flebo e si annottò qualcosa sulla cartellina che teneva in mano. Passò lo sguardo dal foglio a Gemma.
"Forse è meglio lasciarla riposare, potete passare domani mattina, così riuscirete a dormire anche voi."
Liz si alzò e si passò una mano sulla maglia un po' stropicciata.
"È meglio lasciarla riposare, torniamo domani, Gemma."
La madre di Madison baciò la mano della figlia e si alzò anche lei. Sorrise ed entrambe si fecero accompagnare fuori dall'infermiera.
"Aspettate" gridò Madison.
Gemma sbucò preoccupata dalla porta.
"Dimmi tesoro."
La mora fissò la sua mano che aveva iniziato a tremare leggermente. Pensò a Luke. Forse non era il caso di mandare via sua madre per far rimanere lui, ma in quel momento aveva bisogno di lui e di nessun altro. Voleva solo lui e la presenza delle due donne non faceva altro che stancarla ed innervosirla.
"Luke viene con voi?"
Gemma guardò dietro di lei, probabilmente stava cercando l'approvazione dell'infermiera e di Liz.
"Non lo so. Vuoi che rimanga?"
Madison accennò un timido si, sperando con tutta se stessa che non glielo vietassero.
"Per favore" aggiunse con un filo di voce.
"Va bene, però dovrete rimanere chiusi in camera. Siete fortunati perché non hai un compagno di stanza" disse l'infermiera spuntando dalla porta. "Però fate i bravi."
La donna coi capelli scuri le fece l'occhiolino e Madison sorrise.
"Grazie."
Gemma si morse un labbro e strinse con entrambe le mani i manici della borsa di pelle rossa che teneva su una spalla.
"Va bene, domani mattina veniamo a trovarti. Anche con Jason e papà" disse prima di salutare la figlia.
"Okay, ciao mamma."
La mora guardò fuori dalla finestra chiedendosi che ore fossero, stava diventando buio. Passò lo sguardo sulla parete di fronte a lei, in cerca di un orologio, ma sul muro era appesa solo una piccola televisione a schermo piatto ed un crocifisso. Guardò sul comodino, messo vicino alla testata del letto, stava cercando la sua borsa. Pensava l'avessero presa ed avessero tirato fuori tutta la sua roba, comprese le pastiglie e il cellulare. Ma niente, c'era solo una bottiglietta d'acqua ed un bicchiere di plastica bianco. Rimase girata un po' verso la sua destra, spiando all'interno del cassetto non sentendo che qualcuno entrò dalla porta.
"Madison!"
La mora si spaventò e si girò di scatto verso Michael, che s'era fermato sulla porta.
"Michael?"
Il ragazzo si mise una mano sulla bocca e si avvicinò a Madison.
"Oh Cristo santo, stai bene?"
La mora lo guardò e gli sorrise cercando di rassicurarlo un po'.
"Sto bene" disse. "Davvero, non ti preoccupare. Ho solo un braccio rotto, niente di che."
Michael si sedette sulla sedia. Aveva ancora la mano incollata alla sua bocca. I suoi occhi azzurri erano leggermente spalancati mentre fissava la sua amica sdraiata sul lettino.
"Ho.. Ho chiamato Luke e lui mi ha detto che avevate fatto un incidente e io, oh Cristo, pensavo stessi male. Cristo, che spavento" disse tutto d'un fiato.
Madison rise ed afferrò la mano di Michael.
"Respira, stai tranquillo, sto bene."
Il ragazzo si tolse la mano dalla bocca e prese ad inspirare dal naso ed espirare dalla bocca. Dopo un paio di minuti si calmò e sorrise.
"Beh, ma dov'è quel cazzone di Luke?"
Si alzò dalla sedia e prese a camminare avanti e indietro davanti ai piedi del letto, poi si fermò di colpo e fissò Madison. "Ah proposito, cosa ci facevate assieme?"
Oh niente, mi stava solo aiutando a non essere depressa per almeno un giorno, dato che quest'estate, dopo tre mesi passati in clinica, ho scoperto di avere una malattia del cazzo da cui non potrò mai guarire. Siamo stati in un parco bellissimo, abbiamo fatto un picnic e poi ci siamo anche baciati. Ora stiamo insieme. Scusa se non te l'ho detto prima.
"Niente, s..stavamo solo facendo un giro" disse indecisa. "Come due amici."
Michael alzò le spalle e si girò verso la porta. Luke entrò nella stanza con un bicchierino marrone in mano. Uno di quelli che mettono solo nelle macchinette del caffé. Fece un sorso e lo buttò nel cestino vicino allo porta.
"Brutto stronzo, come stai?"
I due si abbracciarono.
"Ora bene" disse Luke dando un paio di colpetti sulla schiena di Mike. "Piuttosto devi chiedere a lei come sta."
Si staccarono e il biondo fece un cenno col capo verso Madison.
"Sto bene" ripetè la mora per la millesima volta. "Quante volte lo devo ancora dire?"
Michael rise e tirò fuori il suo telefono dalla tasca dei suoi jeans neri. Guardò lo schermo per circa trenta secondi, solo per essere sicuro di aver letto bene quello che c'era scritto sullo schermo. Si limitò a dire un semplice "Cazzo", come al suo solito ed uscì dalla stanza lasciando Luke e Madison da soli. Il ragazzo guardò la mora, i suoi occhi azzurri non si staccarono da lei.
"Mi dispiace per prima" disse tutto d'un fiato. "So che hai già perso la tua ex fidanzata e.. Non avrei dovuto dirti quella cosa. Scusa."
Sul volto di Luke comparve un sorriso circondato da due adorabili fossette che gli scavavano le guance. Si avvicinò a Madison e le stampò un bacio sulla bocca proprio nel momento in cui entrò Michael.
"Era mia madre" disse prima di vederli baciarsi. "Oh Cristo santo" fu la continua della frase.
La mora spalancò gli occhi e guardò Michael spalancare gli occhi a sua volta. "Oh mio Dio, non ci credo."
Rimase fermo sulla porta col telefono il mano mentre guardava prima Madison, poi Luke. Scosse la testa un paio di volte e si passò la mano sugli occhi. "Oh Cristo."
Il ragazzo si allontanò un po' dalla fidanzata e guardò Michael rimanere immobile con la bocca aperta.
"Oh Cristo" disse per la millesima volta sedendosi sul lettino vuoto. "Voi due" puntò il dito verso Madison. "Insieme?" Puntò il dito verso Luke.
La mora alzò le spalle e strinse le labbra aspettando di sentire la sfuriata di Michael. Lui odiava essere all'oscuro e pretendeva che gli venisse detto sempre tutto. Ma non fu così, si alzò e prese il collo di Luke sotto un braccio, iniziandogli a sfregare un pugno sulla testa.
"Brutto cazzone, perché non me l'hai detto prima che te la facevi con Maddy?"
Luke intanto si dimenava sotto la tortura di Michael che non la smetteva più di scompigliargli i capelli.
"Smettila stronzo!"
Il biondo finalmente si liberò dalla presa e saltò letteralmente addosso all'amico. Caddero sul letto ed iniziano a picchiarsi come due bambini. Madison intanto rideva nel vedere quella scena a dir poco ridicola quanto esilarante. Qualche volta si sentiva un "ouch, mi fai male così" e un "coglione di merda".
Stavano alzando un po' troppo la voce ed evidentemente anche gli altri pazienti li sentirono dato che dopo due minuti apparve sulla porta un uomo cicciottello avvolto in una vestaglia rosa.
"Avete finito di fare casino?"
I due si fermarono immediatamente. Michael si girò verso l'uomo mentre teneva la guancia di Luke schiacciata con la mano. "Qua c'è gente che cerca di dormire!"
Madison lo guardò dall'alto al basso e cercò di trattenersi dal ridere. La vestaglia rosa era legata in vita ed al centro c'era una grossa macchia rossa, probabilmente sugo.
"Avete capito?!" Ribadì l'uomo iniziando a gesticolare.
Quando parlò di nuovo Madison notò che dalla bocca spuntavano solo cinque denti: due sopra e tre sotto.
"Ci scusi, non lo faremo più" disse Michael cercando di non ridere.
L'uomo fece una faccia disgustata e se ne andò senza dire niente, trascinando le sue ciabattine bianche per tutto il corridoio. Non appena sparì i tre scoppiarono a ridere.
"Oh mio dio" disse Luke spostando l'amico dalla sua guancia. "Ma l'avete visto?"
"Ma chi va più in giro con una vestaglia del genere?"
"Per di più era rosa" disse Madison portandosi la mano sulla bocca.
"E tra l'altro sembrava un accappatoio."
Il biondo si sedette di fianco a Michael e gli mise un braccio attorno alla spalla mentre Madison tentava di smettere di ridere.
"Mi ami?" Chiese Michael a Luke.
Lui cercò di essere il più serio possibile e lo guardò intensamente negli occhi.
"Certo che ti amo."
Mike si avvicinò sempre di più e gli diede un bacio sulla guancia.
"Ah amico, che schifo!" Gridò Luke.
Michael si alzò e diede un bacio anche a Madison. "So che ti è piaciuto" disse avvicinandosi alla porta. "Comunque stronzetti, devo andare. Mamma Clifford mi ha minacciato di portarmi via la Playstation, quindi devo correre. Ci sentiamo, ciao."
Non fecero nemmeno in tempo a salutarlo che sgattaiolò via verso l'uscita, ma d'altronde la sua playstation era troppo importante per lasciar perdere.

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Hi everyone, scusate tantissimo per ritardo, ma davvero non ho tempo 😱 Comunque spero che vi piaccia, anche se so che questa capitolo non è il massimo. Alla prossima.

Tremare, l.hWhere stories live. Discover now