Capitolo 8 - una seconda possibilità

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Madison era come una calamita per gli occhi blu di Luke che non si mossero nemmeno un secondo da lei.
"Devo andare."
La ragazza mosse il braccio con l'intenzione di far mollare la presa del suo polso da Luke, ma la mano del biondo è come se fosse stata incollata al polso sottile di Madison.
"Ti prego Madison siediti."
"Lasciami!"
Vedendo tremare le mani di Madison, il biondo mollò la presa. I loro occhi si incrociarono un paio di volte prima che la mora sgusciò fuori dalla porta e corse fino a che il suo corpo non toccò il materasso morbido del letto in camera sua. Fece sprofondare la faccia nel cuscino e pianse.
Pensavo davvero che uno sconosciuto potesse aiutarmi, che stupida.
"Stupida" sussurrò. "Sono una stupida."
Il giorno dopo a scuola Madison fu un fantasma. Non aveva nessuna voglia di incontrare Luke e cercò in tutti i modi di non farsi notare; camminava a testa bassa per i corridoi affollati sperando con tutta se stessa di non vedere nessuno. Riuscì a muoversi anonimamente per sei ore, ma proprio quando aveva quasi raggiunto l'uscita il suo professore d'inglese sbucò davanti a lei, sbarrandole il passaggio.
"Ah signorina Cartwright, buongiorno. La stavo cercando; volevo parlare con lei a proposito del lavoro di coppia che doveva fare con Patrick Hemsworth."
"Scusi prof, sono di fretta, non è che potremmo parlarne domani mattina?"
"Non ci metterò tanto!"
Madison sbuffò e strinse nervosamente i manici della sua borsa mentre si guardava in giro. "Volevo avvisarla che Patrick starà assente per una settimana, perciò dovrà lavorare con Lisa Pilon."
"Oh, va bene. A domani!"
"Arrivederci."
Madison corse via, finalmente riuscì a toccare il vetro della porta e l'aprí. Scese le scale come un fulmine e quando si fermò finalmente sul marciapiede tirò un sospiro.
"Madison" la voce di Luke giunse alle orecchie della mora che, essendo di spalle, si girò maledicendo la madre che non era ancora arrivata.
Arriva sempre in anticipo, perché proprio oggi dev'essere in ritardo?!
"Mi dispiace per l'altro giorno."
"È stata colpa mia."
La ragazza si rigirò ed incrociò le braccia. Il suo sguardo era fisso nel vuoto. Luke l'affiancò e si accese una sigaretta.
"Non sapevo cosa dire" disse facendo un tiro dalla sigaretta. "Ma sai, è difficile passare da argomenti come la coca cola ad argomenti come il morbo di Parkison."
"Zitto, vuoi per caso farti sentire da qualcuno?"
Il biondo fece un altro tiro e si guardò in giro, sistemandosi lo zaino nero che teneva su una spalla sola. Guardò la faccia preoccupata di Madison e sorrise.
"Ma se siamo solo noi!"
"Beh, potrebbe arrivare qualcuno o.."
"A Michael l'hai detto?"
"Come sai di me e Michael?"
"L'altro giorno quando ti ho salutata ci ha visti e mi ha parlato un po' di te."
"Oh."
Luke fece un ultimo tiro e buttò il mozzicone della sua malboro per terra, poi si passò una mano tra i capelli.
"Allora?"
"No, non lo sa nessuno a parte te ovviamente."
"Quindi potrei anche ricattarti" disse scherzando.
"E io potrei anche ucciderti."
Sorrisero entrambi. Madison vide la Jeep bianca in lontananza, ferma ad un semaforo, e prima che s'avvicinasse troppo cercò di liquidare Luke in qualche modo.
"Beh, è stato un piacere."
"Sono ancora disposto ad aiutarti. Ci stai? Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità, no?"
Madison aspettò un po' prima di rispondere, poi guardò Luke e strinse le labbra in un timido sorriso.
"Si."
"Okay, allora iniziamo da ora. Ti porto al luna park, è appena arrivato in città. È vicino al porto."
"Cosa? Adesso?"
"Adesso."
L'auto della madre di Madison si fermò davanti ai due, coprendo loro la visuale, ed abbassò il finestrino.
"Ciao tesoro."
"Ciao mamma."
"E questo bel giovanotto chi è?"
"Nessuno."
"Luke, piacere" disse porgendole la mano.
"Oh, quindi sei tu quel misterioso ragazzo biondo." Il ragazzo sorrise. "Allora Madison? Vuoi salire in macchina o no?"
"In realtà no, Luke ed io volevamo andare al luna park."
Gemma, sorpresa, sbarrò gli occhi e sorrise. Era da tanto che aspettava che Madison uscisse con un ragazzo a divertirsi. Era stanca di vedere la figlia stare chiusa in casa a deprimersi e finalmente quel momento tanto agognato da lei era arrivato.
"Oh si, va benissimo. Non fare tardi, ciao!"
In men che non si dica la macchina era già partita. Madison aggrottò la fronte e si girò verso Luke.
"Cosa?!" Disse allargando le braccia. "Mi ha lasciata venire."
"Ti aspettavi dicesse di no?"
"Si. Cioè, non ti conosce nemmeno e.."
"Sarà stato il mio fascino."
"Oh certo."
"Beh, andiamo?"
"Andiamo."

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E anche il capitolo otto è scritto, allora? Che ve ne pare? Spero vi piaccia, in fin dei conti non è così male. Ho già in mente un paio di idee per i prossimi capitoli! Intanto voi votate e commentate. Voglio sapere cosa ne pensate. A presto, Martina.

Tremare, l.hWhere stories live. Discover now