an infinity stone

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Zelda's POV

Tenni stretta la mano contro il braccio sinistro, dove era stata sapientemente avvolta una benda che copriva entrambi i punti colpiti dai proiettili. Per fortuna che non avevano intaccato le ossa, altrimenti a quest'ora non mi sarebbe bastata una semplice benda. E poi, nonostante le mie ferite riuscissero a chiudersi più velocemente, ciò non voleva dire che il processo sarebbe stato istantaneo, specialmente con danni del genere.

"Credo che tu abbia avuto torto, Zelda. O perlomeno in parte." proruppe Steve sedendosi di fianco a me, per terra, con la schiena poggiata contro la parete del Quinjet.

"Intendi sul fatto che era una trappola? Non puoi negare che non lo fosse." risposi voltandomi verso di lui.

"Il fatto è che... Non era solamente una trappola. C'era altro, e non faceva parte di questo mondo."

"Non ti seguo, Steve. Spiegati."

Anziché cercare di darmi spiegazioni a parole, prese un tablet posato di fianco a lui ed avviò un video: esso mostrava un liquido rosso che irradiava una luce dello stesso colore, chiusa in un cilindro trasparente. In sottofondo, riuscivo a sentire un mormorio continuo.

"Sarebbe?" domandai perplessa.

"Una Gemma dell'Infinito. Quella della Realtà, per l'esattezza. È l'unica Gemma fluida, ma può diventare solida."

"Dove hai trovato questo video?"

"Era all'interno di un USB che abbiamo trovato per terra. Abbiamo trasferito il suo contenuto nel nostro database per analizzarlo con calma. Dopo che Thor ha ucciso Thanos, le Gemme dell'Infinito sono sparite nel nulla, ovviamente trannne quelle di Visione e Strange. È la prima volta che ne vediamo una da allora." replicò il Capitano mettendo da parte il tablet.

"Le persone in sottofondo... Parlano russo. C'entra l'HYDRA in tutto questo, non è vero?"

"Credo di sì. Tu e Bucky dovrete aiutarci."

Sospirai leggermente, osservando il buio della notte costellato solamente dalle stelle, sparse come migliaia di granelli di sabbia luminosi nel cielo nero. "Faremo del nostro meglio." assicurai a Steve con l'accenno di un sorriso.

Dopo un po' il Quinjet rallentò e cominciò a richiudere le ali su stesso, scivolando lungo la pista che lo avrebbe fatto rientrare nella Torre. Il Capitano si tolse l'elmetto blu scuro e recuperò il suo scudo per sistemarselo dietro le spalle. Presi le mie armi e me le agganciai alla cintura e dietro le scapole con il braccio sano, così da non sforzare troppo quello ferito.

Scendemmo dal velivolo non appena la pancia di esso si aprì, rivelando l'interno della Torre. Steve ci ordinò di andarci a cambiare e poi di tornare tutti in salotto per una ricognizione generale; ero stata l'unica alla quale aveva mostrato il video, e quindi doveva farlo vedere anche gli altri.

Presi l'ascensore e arrivai nella mia stanza, crollando sul letto esausta. "Jarvis, secondo te si possono riparare due fori di proiettile su un tessuto simile?" chiesi riferendomi alla manica del giubbotto.

"Non dovrebbe essere un problema riportarla allo stato originale, Caporale."

"Perfetto, grazie."

Mi alzai a fatica dal letto ed entrai nel bagno, togliendomi per primo i guanti neri e poi con più cautela il resto dei vestiti.
Tolsi la benda piena di sangue, ormai secco, e guardai le due cicatrici che si erano appena formate al posto dei due buchi di proiettile. Terminai di spogliarmi e aprii lil rubinetto della doccia, fiondandomi sotto l'acqua fredda. Pulii tutto il sangue che era rimasto sulla mia pelle e mi lavai i capelli per rimuovere l'odore acre di bruciato che avevano assorbito dall'esplosione.
La mia mente era completamente svuotata, come se stessi cercando di proteggermi dai miei stessi pensieri, e forse era un bene. Lasciai che l'acqua scivolasse sulla mia pelle martoriata dalle cicatrici, una volta mimetizzate dal colorito diafano dovuto alle numerose ibernazioni – tuttavia, ora che ero tornata ad avere una carnagione rosea e più naturale, erano perfettamente visibili. Il problema della rigenerazione accelerata dei tessuti era che non si ricostruivano mai perfettamente bene, o perlomeno non sempre, e di conseguenza lasciavano cicatrici in ogni punto colpito.

𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora