you aren't asgardian

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Artemide's POV
Unknown day and month, 2010
Asgard

***

Acconciai i capelli in una treccia, avvolgendo fra le ciocche un nastro dorato. Indossai il vestito senza maniche bianco, mi sistemai lo scialle dorato, allacciai i sandali di cuoio e mi preparai per uscire.

Non ero sotto l'effetto delle trigger words, ma avevo l'ordine di essere gentile e disponibile verso i membri della famiglia reale Asgardiana e di non rivelare a nessuno chi fossi, pena una tortura lenta e dolorosa. Purtroppo, o per fortuna molto più probabilmente, gli auricolari non funzionavano su Asgard, ed ero stata costretta a disconnettermi dai miei superiori.

Imbracciai l'anfora e mi diressi verso il pozzo del cortile interno del palazzo, lanciando sorrisi smaglianti ma forzati a tutte le altre ancelle che incontrai.

Prelevai l'acqua, rientrai di nuovo e salii le scale verso le stanze del Dio del Tuono, tenendo in equilibrio sulla spalla sinistra, e con la mano dello stesso braccio a tenerlo ben saldo, il pesantissimo contenitore. Non avevo idea di come facessero le ancelle normali e portare un peso simile; io avevo il siero del supersoldato, seppure creato male, a darmi più forza.
Feci una breve sosta nelle cucine e prelevai il vassoio con la colazione del Dio.

Bussai alla gigantesca porta dorata e aspettai una risposta che non arrivò mai. La posizione della loro stella che fungeva da Sole, mi fece intuire che per il principe Thor era ancora troppo presto per alzarsi. Ero un infiltrata e non potevo chiedere ad altre persone che cosa fare: avrebbero notato che non ero autorizzata a stare in quel palazzo e mi avrebbero portato da Odino per giustiziarmi.

Entrai lo stesso.

Il Dio stava ancora dormendo, nonostante la luce gli illuminasse il volto. Poggiai il pasto sul tavolo e mi avvicinai all'uomo che dormiva, coperto appena da una lenzuolo di seta rosso carminio. Se davvero dovevo comunicare tutto all'HYDRA, avrei dovevo anche comunicare anche il suo aspetto fisico e i potenziali punti di debolezza.
Dopo alcuni secondi, mi diressi verso il bagno e svuotai l'enorme anfora nella vasca da bagno. Aggiunsi un bagnoschiuma naturale e qualche petalo di rosa per poi tornare di nuovo nella stanza da letto.

Spalancai la finestra che ridava sul terrazzo e infilai le tende negli appositi anelli d'oro. Tutto all'interno di quel palazzo era ricoperto d'oro, pertanto non ancora mi capacitavo a pieno dello sfarzo e la ricchezza di Asgard.

"Chi è?" mugugnò una voce alle mie spalle.

Era sveglio, bene.

"Buongiorno principe, sono la vostra ancella." replicai con un sorriso, voltandomi e facendo una riverenza.

"Cos'è questo profumo?" chiese alzandosi dal letto.

Certo, dovevo aspettarmi che indossasse solamente un paio di boxer simili a quelli terrestri. Abbassai lo sguardo e tossicchiai leggermente imbarazzata, mentre sentivo il suo sguardo puntato su di me. "Vi ho portato la colazione e vi ho preparato un bagno alle rose bianche Asgardiane." replicai mentre si diresse verso il bagno.

"Non andatevene." concluse prima di chiudere la porta scorrevole del bagno.

Perlomeno avevo un po' di tempo da sola.
Mi mossi rapidamente verso i cassetti del comodino e quelli del comò e, oltre agli abiti riposti con cura, trovai solamente fogli bianchi, penne d'oca, cianfrusaglie inutili e lettere dei suoi compagni di avventure. Nulla che potesse essere rilevante per provare che era parte del progetto Avengers.

Dopo poco sentii la serratura del bagno scattare, così tornai in fretta verso la finestra e riabbassai il capo.

"Voi siete molto carina." disse mentre prese un sorso di succo di mirtillo dal calice dorato.

𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora