i owe you a dance

1.7K 98 7
                                    

Zelda's POV

Presi tra le mani l'album e ne accarezzai la copertina di cuoio con i polpastrelli. Il sole mi stava irritando un po', devo ammettere: ogni volta che mi spostavo all'ombra, sembrava seguirmi per venire di nuovo ad inondarmi il viso di luce.
Ero di nuovo sull'attico, questa volta da sola. Non erano molti i momenti nei quali non avevo altre persone intorno a me, ma dopotutto non era così male la compagnia dei miei amici, se così volevamo chiamare chiunque non fosse Bucky o Steve.
Feci un sorso del frullato alla frutta che mi ero preparata e aprii l'album, saltando le prime due pagine vuote e leggermente macchiate di umidità.

La prima foto nella quale mi imbattei era una di me e mio fratello, vestiti di tutto punto per il matrimonio di nostra zia Meredith; Easton mi stava dando una spallata scherzosa, che mi stava facendo perdere l'equilibrio dai miei tacchi, e per questo motivo, stavo lanciando un urletto mentre mio fratello se la rideva con le mani in tasca. Ridacchiai al ricordo, sempre più sbiadito nella mia memoria.

Sfogliai le altre pagine, tracciandone i bordi e perdendomi nei miei pensieri, sorseggiando di tanto in tanto lo smoothie; nell'ultima pagina erano state incollate due foto che nemmeno ricordavo di avere. Quella in alto ritraeva tre bambini seduti sui gradini di una casa, e a partire da sinistra verso destra c'erano un biondino gracile, una bambina con due trecce che le incorniciavano il viso paffuto e un altro ragazzino dai capelli castani, quest'ultimo dall'aria più cresciuta, ma non di molto.

Staccai delicatamente la foto, stando attenta a non strappare la carta, e la girai. In una calligrafia elegante e ben leggibile, che riconobbi come quella di mia madre, lessi la data e una breve descrizione della fotografia. «Zelda e i suoi due compagni di scuola, Steve e James. 5 Maggio 1928.»

Sorrisi e la poggiai al mio fianco, per poi passare alla seconda foto.
Era stata scattata in un bar, ma non ricordavo chi fosse l'autore di quella foto – forse qualche mia vecchia amica. Indossavo un vestito all'apparenza fatto di un tessuto molto leggero. Molto probabilmente eravamo in estate. Stavo ridendo mentre Bucky mi stava porgendo la mano destra per ballare, e Steve ci guardava seduto dal bancone con un sorrisetto divertito.

Staccai anche questa foto con estrema delicatezza, e la girai per leggere la data con la mia calligrafia. «24 Luglio 1939. Bucky fa il cretino e Stevie ci fissa in modo inquietante: che ansia!» Mi misi a ridere leggendo ciò che avevo scritto e chiusi l'album.

Volevo far vedere quelle due foto a Bucky e Steve, solamente per gustarmi le loro reazioni di fronte a quelle foto.
Mi alzai recuperando il bicchiere ormai vuoto e mi diressi verso la camera di Bucky, scendendo le scale con passo rapido. Non sapevo neppure se ricordasse bene quei momenti, o se li ricordasse affatto, ma in ogni caso volevo mostrargli quella foto per fargli tornare in mente i bei tempi che avevamo passato assieme. Più tardi avrei fatto un salto anche da Steve.
Entrai attraverso la porta trasparente, solamente per trovare la sua stanza vuota e sentire l'acqua della doccia scrosciare.

"Uhm... Buck?" chiamai ad alta voce, guardandomi attorno.

"Arrivo subito!" sentii rispondere attraverso la porta chiusa del bagno.

"Oh no, fai pure con calma, se vuoi passo più tardi."

"Non ti preoccupare, ho quasi finito."

Perfetto, ero anche andata a disturbarlo nel suo unico momento di relax. Mi misi a sedere sul suo letto disfatto, osservando lo skyline della città e scrutando il sole riflettersi sulle enormi vetrate dei grattacieli. Persi il contatto con la realtà per una manciata di secondi.

Tornai in me quando il ragazzo aprì la porta del bagno e la fragranza di lavanda mi investì le narici, tanto da farmi pizzicare il naso. "Dannazione Buck, usi ancora quella colonia che portavi negli anni '40?" gli chiesi strofinandomi il naso con il dorso della mano.

𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Where stories live. Discover now