Capitolo 35:

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"Così uguali ma così diversi."

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Jackson e Nathan, continuano a scrutarmi dubbiosi nel dirmi la verità.
Jackson si fa avanti, appoggiandomi una mano sulla spalla, in un gesto di conforto.
"Ne sei proprio sicura?" mi chiese, per la millesima volta. Non riesco proprio a capire il perché si comportano così.
Blake non mi sconvolgerà ancora.
Mi sono già bastate tutte le informazioni che so su di lui.
Jackson e Nathan, si guardarono tentennanti. Jackson si gira verso di me, quando Nathan annuisce, in senso di consenso.
"Sai che ciò che scoprirai ti destabilizzerà?!"
Esclamò, un misto fra preoccupato e deciso.
Sbuffai, alzando nuovamente gli occhi.
"Ho detto che sono pronta!" esclamai, guardandoli in modo autoritario.
Quel che bastava per fargli capire di dirmi tutto ciò che sapevano, senza ulteriori dubbi.
Jackson annuì e, finalmente, proseguì.
"Bene. Sai che Blake se ne è andato via, giusto?" chiese, ed io annuì in risposta.
Analizzando e accorgendomi di quanto mi facesse male, convincermene.
"...ma non sai dov'è andato." continuò, fermandosi successivamente.
Fece una leggera danza con le mani, mimando la suspence.
Mi guardò, curioso e divertito.
Un sorriso si estese sui loro volti.
Ed anche sul mio.
"Oh andiamo!" esclamai, sbuffando e ridacchiando leggermente.
Alzò le mani, in segno di resa.
E proseguì, stavolta con un espressione decisa sul volto. E seria, tanto.
"Blake, ha stretto un accordo.
Con colui che ha impiegato anni, pur di averlo. Con colui, che quando li ottiene, non li lascia più andare. Blake, soprattutto.
Tutti sanno della sua reputazione e di quanto egli sia scrupolo ed attento nel suo "lavoro". Quindi, è molto richiesto.
Blake, precedentemente, gli ha chiamato e si è fatto prenotare un volo.
E non credo abbia intenzione di tornare.
E se volesse, non potrebbe comunque.
E ciò mi preoccupa." esclamò, Jackson.
Con espressione preoccupata.
Annui, lentamente. Analizzando, nel contempo, le sue parole.
" Cos'è che ti preoccupa?" chiesi, capendo che ci fosse di più.
Nathan, fece un passo avanti, proseguendo:
"Sai bene che Blake, non si fa tenere a bada.
E lui che decide le sue regole, i suoi limiti.
Non durerebbe più di un giorno lì, ai suoi ordini.
Quindi, ciò che potrà fare, è inaspettato ed incontrollabile." esclamò, guardandomi attentamente.
Aveva perfettamente ragione.
Blake non dipendeva da nessuno.
Nessuno riusciva ad entrargli nella mente e far suoi i pensieri che c'erano in essa.
"Che genere di affari svolge?" chiesi, innocente. Dandomi della stupida, subito dopo.
Era ovvio che affari svolgesse.
"Vuoi che te lo ripeta?!" mi chiese, Nathan.
Capendo i miei pensieri e guardandomi dolcemente.
Scossi la testa.
Mi feci coraggio nell'accettare che lui era così. Che io non ero costretta a stare con lui. Ma lo volevo.
Arrendersi non era da me.
Io non mi arrendevo.
Ottenevo ciò che volevo.
Era sempre stato così.
"Okay, grazie per avermi informato." dissi, sospirando e salutandoli.
Jackson, mi fermò.
"Ei, ei. Dove stai andando?" mi chiese, guardandomi dubbioso.
Alzo le spalle, impassibile o almeno ci provai a sembrarlo.
"Ho voglia di fare una passeggiata.
Ci vediamo domani, okay?" chiesi, guardandoli.
Annuirono, leggermente. Capendo il mio stato d'animo.
Mi incamminai verso il mio posto felice.
Là dove, Blake mi portò.
Dove sembrava veramente un ragazzo normale.
Ma Blake è tutto tranne che normale.
Io sono tutto tranne che normale.
Noi.
Sempre se c'è un "noi".

Mentre passeggio sulla riva.
La leggera brezza di fresco e pulito, sul mio viso. I miei capelli svolazzanti per il leggero vento di settembre. Le onde che si scontrano con i miei piedi e li accarezzano delicatamente.

La verità è che sono sempre attratta dalle cose impossibili, da coloro che per ottenerle, bisogna faticare.
Poiché le certezze, coloro che le ottieni con estrema facilità, mi hanno sempre annoiata.
Non hanno stimolato la mia mente, ne mi hanno mai avuta.
Lui è come me. Così uguali ma così diversi.
Non si sottometteva mai.
Avere l'ultima parola, sempre e comunque, non aveva un prezzo.
Un carattere terribile, tenace e testardo.
Un po' come me.
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Avevo fatto ciò di cui avevo bisogno.
Schiarirmi le idee, pensare e soffermarmi su esse.
Infilai le chiavi nella porta e apri essa.
Alle mie spalle, una voce, mi fermò:
"Gioia!" esclamò, Grayson, correndo verso di me.
Mi girai, guardandolo con un leggero sorriso sul volto.
Non mi aspettavo di incontrarlo.
Poiché tra noi, non c'era un vero e proprio rapporto.
Eravamo amici? Conoscenti? Non lo so!
Ciò che sapevo, è che mi aveva già cercato precedentemente. E questo, significava che doveva parlarmi. Ed io sono sempre stata troppo curiosa.
"Ei, Grayson." dissi, guardandolo dubbiosa ma cercando di essere sempre gentile.
Sul suo volto, si estese un sorriso gioioso.
"Sospettavo fossi qui." mi informò, mordendosi leggermente un labbro, imbarazzato.
Si scosse leggermente i capelli.
Annui, sorridendo.
"Devi parlarmi?" chiesi, non riuscendo a frenare la mia impulsività.
Annuì, rosso in viso.
Mi fece tenerezza. Un sorriso spontaneo sul mio viso.
Apri la porta e entrammo, chiudendola subito dopo.
Ci sedemmo sul divano del salotto.
"Ti hanno detto che ti cercavo, vero?" chiese, in una domanda retorica.
Annui, un misto fra imbarazzata e curiosa.
"Allora, che devi dirmi?" chiesi, mettendomi comoda sul divano.
Grayson restò fermo, prendendo fiato.
"Come ti senti?" mi chiese, ad un tratto.
Mi sorprese.
Lo guardai dubbiosa e stupita dalla sua domanda. Poiché fosse sincera.
Mi piacque sapere che gli interessava davvero come stessi.
"Molto bene, grazie. E tu?" chiesi, nuovamente.
Rise leggermente e rispose: "Bene, grazie."
Ridacchiai, rendendomi conto di quanto sembrassimo impacciati.
"Sembriamo due sconosciuti." esclamai, sorridendo.
Lui annuì, anche egli con un sorriso sul volto.
"Dovevi, ehm si, chiedermi come stessi?" chiesi, capendo che ci fosse di più.
La mia curiosità è infinita.
E da come mi ha cercato in questi giorni, sembra una cosa seria.
"Ehm si."
"Tu mi piaci, Gioia." esclamò, ad un tratto.
Mi bloccai, fissandolo in volto.
Non capivo cosa intendesse.
Ma...Era serio o scherzava?
Non mi diede tempo di pensare.
Scattò sul mio viso, impossessandosi delle mie labbra.

Tu non sei le altre. Where stories live. Discover now