Capitolo 8:

742 18 2
                                    

          "Colpa della Vodka..."

****

Avanzo verso l'entrata e l'odore acido di vomito e alcool mi invade il naso, tanto che faccio retromarcia e fingo un conato, non proprio finto.
"BLEEE!" Aaron e Natalie mi guardano ridendo e, giuro, entrambi sono praticamente per terra.
"I deodoranti servono per queste situazione" sussurro. E con mia immensa sorpresa, Natalie estrae dalla sua borsetta un profumatore ambiente alla fragola. Ma come ci è entrato in quella borsetta?
"Ecco, li hanno inventati per questo." Me lo passa e ad un centimetro dalla porta, premo e... Ops... Ho spruzzato la faccia ai bodyguard..
Li guardo terrorizzata, questi possono farmi diventare un filetto di manzo.
Gli riservo un sorriso di scuse e panico e mi avvio  dentro.
Con Aaron e Natalie dietro di me, mi dirigo direttamente al bar. Si, l'alcool mi piace.
"Tu vieni alle feste solo per bere" Disse Natalie e io la guardai scioccata.
È ovvio, no?
"Perché c'era da dubitare?" le risposi.
Feci la gara di velocità con una ragazza per occupare l'ultimo sgabello vuoto, ed ho vinto!
Prevedibile. Ritenta un altra volta sorella!
"EIIIIIIII TUUUU!" Praticamente urlai ma nulla.
"MI SENTIIIII?" Le orecchie del barman si sbloccarono e venne da me.
"Una vodka alla fragol..." non mi fece finire la frase che mi fece un gesto per dire "Aspetta" e se ne andò. Ma Ei. Si chiama educazione.
Quando finì di servire tutti i clienti e, in contemporanea, anche la mia pazienza, ritornò da me.
"Prego, dimmi" mi rivolse ed io non potei fare a meno di riservargli un occhiata furiosa.
Ha servito anche quelli che sono arrivati dopo di me, stronzo.
"Una vodka alla fragola, un mojito e una vodka alla pesca." detto ciò, mi girai verso Aaron e Natalie e...
Dove diavolo sono andati?!
Il barman ritornò e quando mi diede gli alcolici, mi dedicò anche un sorriso. Ah mi fai aspettare mezz'ora e poi mi sorridi. Coerente.
"Tutti per te?" Chiede, continuando a sorridere.
"No, sono per i miei amici immaginari. Li vedi?" gli risposi, indicando il nulla al mio fianco.
Nel mentre, camminai nella direzione opposta sentii il sottoscritto, gridare qualcosa, come: "Alex."
Forse era un incantesimo di asservimento o di localizzazione.
Bho, che ne so.
Bevetti gli alcolici uno dopo l'altro e potetti sentire la testa girare.
Eh no, bella.
Tu regerai almeno altri 2 alcolici, chiaro?
"Ei Gioia, vieni a ballare?" al mio fianco mi ritrovai Lexi.
Era davvero bella.
Tubino nero che si abbinava alla perfezione ai suoi capelli, anche essi scuri. Ed un rossetto rosso.
"Mh si, certo." Avevo detto che andassi alle feste solo per l'alcool? Sbagliavo. Anche per ballare.
Penserete: Ma allora te la cavi a ballare.
Vi dico solamente che una volta il dj mi chiamò sul palco per ballare e non per le mie abilità ma per rendere la serata divertente.
Ricordo ancora le mosse che usai: la mossa della foca e quella della farfalla.
Pratica, no?
Io e Lexi ci muovemmo a ritmo di musica, o per lo meno ci provammo.
Eravamo in sintonia. Ridemmo e scherzammo, quando due ragazzi vennerò da noi.
Lexi assecondò uno di loro, mentre l'altro.. Be, l'altro stava per beccarsi un pugno virtuale da parte mia..Mi ballava dietro come un giaguaro.
"Lexi!" Non mi ascoltò minimamente.
"Lexiii!" Ma nulla.
Me ne andai al piano di sopra alla ricerca di un bagno, lasciando quel tipo li da solo.
Quasi quasi mi fece tenerezza.
Girai per i corridoi ma nulla.
Non vidi nessun bagno, solamente ragazzi spalmati contro i muri che si baciavano o per terra che parlavano da soli.
Viva la gioventù!
Svoltai a sinistra, ormai arresa nel dover far la pipì in una di quelle piante.
Quando, finalmente, girato a sinistra, lo vidi.
Lì. In tutta la sua bellezza.
Cercai di aprire la porta ma nulla. Al suo interno stava succedendo qualcosa.
Ma che cazz- erano gemiti quelli?
Oh andiamo, dovevano dar sfogo ai loro ormoni nell'unico bagno libero.
Feci marcia indietro ma.. "Ahh Blake sii!"
Mi bloccai sul posto. Blake che?
In un bagno?  Stava seriamente facendo ping ping in un bagno? Squallido!
Me ne andai disgustata. Avevo detto che era diverso? Mi rimangio tutto.
Scesi di sotto e mi diressi al banco alcolici.
"Di nuovo qui?" mi chiese il barman, che già non sopportavo più.
"Un vodka Lemon e un mojito." gli dissi.
Ostentò con lo sguardo come se volesse dire qualcosa, poi parlò: "Con il mio numero compreso?" mi chiese
È davvero incoerente. Se voleva provarci perché farmi aspettare mezz'ora.
Non è neanche male, anzi. Occhi verdi e capelli scuri. Tatuato e alto.
"Davvero ci stai provando? Dopo che mi hai fatto aspettare un infinita per degli alcolici?"
Mi guardò sorridendo, dopodiché scosse la testa, come se fossi stupida.
Ma cosa c'è di stupido in ciò che ho detto?
"Non hai pensato che forse ti ho fatto aspettare per farti rimanere più tempo e poter avere un pretesto per parlarti?" rispose.
Mi sentii così stupida, mi venne spontaneo stamparmi una mano in fronte, tutto sotto le sue risate.
"Non avevo capito." gli risposi con un sorriso.
Mi diede gli alcolici e con essi anche il suo numero, sorrise e continuò a servire gli altri.
Mi chiesi nuovamente se fossi stupida.
Bevii il primo e mi diressi fuori. Il caldo era offuscante. Mi sedetti nel prato e continuai a bere gli ultimi due.
Che scena eh.
Io, più scoperta che vestita, alle 4 di notte, da sola, in un prato. Sembra la perfetta descrizione di una depressa. Peccato che io sia tutto tranne quello. Certe volte non sopporto neanche il mio buono umore. Non riesco ad essere triste, è come se stessi dando troppa importanza all'argomento.
"Quanti ne hai bevuti?" una voce mi fece sombalzare dallo spavento. Sorrise e si sedette accanto a me.
"Avete occupato il mio bagno." cambiai argomento.
Mi guardò in modo interrogativo. Non so perché stavo prendendo quest'argomento.
Non chiedetemelo.
"Tu e quella ragazza, avete occupato il mio bagno." riformulai la frase
Capì e dopodiché mi guardò: "Mh, e allora?"
Mi girai verso di lui e mi lasciai andare. Completamente.
"Davvero? In un bagno? Magari a qualcuno, come me, serviva." Urlai praticamente.
Non volevo, giuro che non volevo.
Ma la mia testa ragionava in un modo e non riuscivo a fermare la mia bocca.
Mi analizzò, dopodiché mi rivolse uno sguardò scocciato e annoiato.
"Che film mentali ti sei fatta?" mi rispose.
Si morse il labbro e corrucciò lo sguardo, come se cercasse di capire.
"Scusa?"
"Devo ripetere la domanda?" Era scocciato.
La mia presenza lo annoiava e lo disturbava, il suo sguardo dimostrava questo. Nonostante sia stato lui a sedersi accanto a me.
"Ti sembro sorda?"
"E neanche matura." Si alzò sotto il mio sguardo furioso. Prese dalla giacca di pelle il pacchetto di sigarette e ne accese una. Tutto mentre si allontanò.
Cosa ho fatto?

Tu non sei le altre. Where stories live. Discover now