Capitolo 23:

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"Innocente."

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Una leggera brezza di vento sul mio viso, mi costrinse ad aprire gli occhi.
Gli uccellini che cantano ed il sole particolarmente giallo, mi fecero dubitare se fosse un sogno o se fossi in paradiso.
Alzo leggermente la schiena, sostenendomi sui gomiti. Circospezionai la visuale della mia camera e vidi che il lenzuolo affianco a me, è stropicciato.
Segno che Blake ha dormito qui e che se ne è andato da poco, a giudicare dal calore che esso emana.
Sono, stranamente, di buon umore.
E per stranamente, intendo davvero raro.
Di solito la mattina assomiglio alla figlia di Dracula, oggi no.
Cioe si, non pensate che io sia diventata un concentrato di bellezza in una notte. Faccio sempre vomitare. Ma non c'è nessun segno di alcuna occhiaia. È un passo avanti, no?

Dopo aver fatto tutto ciò che riguardasse l'igiene in bagno, mi diressi verso la cucina.
Come outfit di oggi, ho scelto: pantaloni di tuta (di tre taglie più grandi ma shh) color nero e una maglietta bianca (enorme) a maniche corte, poiché quella mattina il sole potesse rompere anche le pietre.
"Buongiorno splendori della natura!" esclamai, salutando la mia famiglia.
Mia madre mi guardò stranita:
"Evento raro: tu che non ti alzi di mal umore, devo ringraziare qualcosa o qualcuno?" disse, alzando un sopracciglio in segno di sospetto.
Il rossore sulle mie guance, gli diede la conferma di aver ragione.
"Poi me lo presenterai, adesso vai che sei in ritardo." esclamò, non appena mangiai l'ultimo pancake. Diedi un bacio sulla guancia a tutti e corsi verso la porta.

L'autobus doveva essere qui fra tre secondi.
1...2...3: "BRUMM"
Ecco, come previsto.
"Signorina, lei in orario?" esclamò, l'autista.
Ah bene, era così surreale?
"Mh si" sussurai imbarazzata.
Mi accomodai e partì.
~~~~
"Ti hanno dato un saldo gratis per un anno su tutte le ciambelle del mondo?" ipotizzò John.
Si, ormai mi conosceva anche lui. Sapeva come corrompermi.
"Il paniniere si è innamorato di te e ti farà tutti i panini che tu vorrai?" ipotizzò Natalie, incrociando le braccia e pensando ad un possibile opzione.
"Brad Pitt ti ha chiesto di diventare sua moglie?" ipotizzò Aaron.
Oh, andiamo. Non c'è nessuna ragione, o forse si. Ma non importa.
"Ma dai, sono felice e basta." esclamai, con un sorriso accecante sul volto.
I miei tre amici, annuirono sospetti.
Anche contemporaneamente.
Sono sincronizzati?
Non ci fu tempo per darmi una risposta, poiché la campanella suonò e dovemmo dirigerci nelle nostre rispettive classi.
Ad aspettarci fu Mrs. Notwon, che passò l'ora a spiegare il nuovo argomento.

Durante la terza ora, chiesi il permesso per dirigermi in bagno.
Fortunatamente, me lo diede e uscii.
Percorsi il corridoio lentamente e ad un passo dalla porta, fui trascinata dentro da qualcuno.
Mi aggitai fra le braccia di egli.
"Ei, calma tigre." sussurrò Blake sul mio collo.
"Mi sei mancato." sussurai, con ancora, la schiena aderita al suo petto.
"Mh, anche tu." rispose, dopodiché mi giro verso di lui e inchiodò i suoi occhi con i miei.
Si morse, leggermente, il labbro e potei notare, nuovamente, i suoi occhi scurirsi. Succedeva sempre quando o si arrabbiava o era pieno di desiderio.
"Non guardarmi così." sussurrò, mantenendo il contatto fisivo.
"Mh, davvero?" chiesi, in una domanda retorica.
Lui annuì.
"E come ti starei guardando?" gli chiesi, nuovamente.
Le sue mani strinserò, ancor di più, i miei fianchi, in una dolce tortura. Ed una di esse, si staccò per poi accarezzare, lentamente, il mio collo.
"In un modo che mi fa eccitare." esclamò, sapendo di aver vinto.
La sua risposta creò un evidente rossore sulle mie guance e un fremito sul mio ventre.
Mi copri la faccia con le mani e scossi la testa vergognata.
"No, no. Voglio godermi il tuo imbarazzo" disse, sorridendo leggermente e levando le mani dal mio viso.
"Ti stai prendendo gioco di me?" sussurai, divertita.
"Oh, ci puoi scommettere." rispose.
"...Ti conviene che te ne vada, prima che venga qualcuno a controllare se non te ne sia scappata." continuò.
Assunsi un espressione da bambina, con tanto di occhioni e labbruccio.
"Non fare così, piccola. Dopo ti accontenterò." disse con voce roca.
Rabbrividi nel sentire la sua voce. Aveva una nota sensuale e misteriosa.
"Sai come potresti rendermi felice?" sussurai, ad un centimetro da lui.
"Mhh" sussurrò, incitandomi a continuare.
"Portami ad una delle tue gare." esclamai.
Il suo volto si indurì, contrasse la mascella e il suo sguardo si scurì.
"Scordartelo." disse duro e deciso.
Volevo andarci, vedere di cosa si trattasse.
"Perché no?" chiesi.
"Perché no."
Sbuffai irritata ed incrociai le braccia.
"O ci andiamo insieme o ci vado da sola. Decidi." dissi, dandogli un ultimatum. Capì che ero seria.
"Fatti trovare pronta alle nove e se solo provi a fregarmi in qualche modo, ti faccio pentire di essere stata così testarda. Chiaro?" disse, andandosene.
~~~~
Fui pronta nello stesso momento in cui Blake arrivò davanti casa mia.
Aveva messo dei leggins di pelle, non troppo aderenti, ed una felpa larga grigia.
Aprii la portiera e mi sedetti.
"Mh stai bene." sussurrò, percorrendo il suo sguardo sul mio corpo.
Esso vibrò sotto il suo guardo.
"Non.. Sapevo come, ehm si, dovessi vestirmi." sussurai imbarazzata.
"Più coperta sei, meglio è." disse, dopodiché girò lo sguardo.

Un quarto d'ora dopo arrivammo.
L'ansia dentro di me, era notevole da come non riuscissi a stare ferma.
Blake era tranquillo, tanto che per tutto il viaggio non disse una parola.
Scendemmo dall'auto e mi tiro a sé, stringendomi la vita. Ero sorpresa dal suo gesto.
"Così non possono provarci, in modo che io non ti abbia sulla coscienza." disse, smontando i miei sogni. Era solo un modo per non essergli sulla coscienza, non gli importava.

Un uomo, alto e con delle spalle enormi, venne verso di noi. Sorrise alla vista del mio accompagnatore e lo abbracciò.
"Sanders, che ci fai qui? Ci sei mancato traditore." esclamò ridendo, poi spostò lo sguardo verso di me.
Rabbrividi.
"Dove l'hai trovata la ragazzina?  Non puoi aver messo la testa apposto e lei sembra troppo santa per te." esclamò, ancora divertito.
Be, Blake non tanto, a giudicare da come il suo volto si contrasse.
"E invece si, quindi appartiene a me.
E tu sai che effetto mi fa chi tocca ciò che è mio, giusto Elijah?" sussurrò l'ultima frase ad un centimetro dal suo volto.
Il cosiddetto Elijiah annuì e, senza guardarmi, se ne andò.
Blake posò una mano sul fondo della mia schiena e potei sentire un brivido lungo essa.
"Non allontanarti da me, Gioia." disse con tono rude e minaccioso. Era una pretesa.
Ma con tutti quei ragazzi enormi e con brutte intenzioni, non mi sarei di certo allontanata da lui.
La folla maschile posò il suo sguardo su di me e lo tolse, non appena, Blake indirizzò la sua attenzione su di loro.
"Vedo che sei conosciuto... E anche temuto, evidentemente." dissi, osservando come abbassasserò la testa in presenza di Blake.
"Semplicemente, ci tengono alle loro palle." rispose, dopodiché si indirizzò verso un gruppo di ragazze e ragazzi che parlavano e ridacchiavano.
Quando si accorserò della nostra presenza, i loro volti assunserò un sorriso addolcito.
Dovevano volergli bene.
Le ragazze si lanciarono su di Blake, abbracciandolo dolcemente, anche troppo forse.
Potei sentire il mio corpo annebbiato dall'irritazione.
E successivamente, i ragazzi lo abbracciarono con pacche sulle spalle.
Blake sembrava felice, non lo avevo mai visto così.
Era il suo mondo.

Quando si accorsero di me, nascosta dietro le spalle di Sanders, mi guardarono dubbiosi e con sguardi scettici.
"È più probabile che Nathan diventi Gay e non che tu ti sia innamorato." esclamò stupefatto un ragazzo, più o meno, della stessa altezza di Blake, indicando al suo fianco un ragazzo della loro stessa stazza.
Il ragazzo sbuffò e rivolse all'amico un occhiata minacciosa.
Due ragazze mi rivolserò uno sguardo dubbioso ma dolce. La terza mi guardò con odio e rabbia.
Ne avevo abbastanza di certi sguardi.
Al mio fianco, Blake scoppiò in una fragorosa risata, concentrando la mia attenzione su di lui.
"Sono Blake Sanders, non scordiamolo." disse, rivolgendo uno sguardo minaccioso ai suoi amici.
Che avevo capito essere il suo gruppo:
Tre ragazze e quattro ragazzi.
~~~~

La gara iniziò. E Blake mi fece posizionare in prima fila, con alle spalle, coloro che scoprì chiamarsi Jackson e Nathan. Partecipanti del suo gruppo.
"Quindi, ti chiami Gioia?" mi chiese Nathan, appoggiandosi alla ringhiera davanti a noi.
"Lo ha appena detto, Nathan." ribadì, arreso Jackson.
"... Tra poco, sarà il suo turno." continuò il sottoscritto, eccitato come un bambino.
"È bravo?" gli chiesi, stranamente a mio agio con la loro presenza.
Nathan e Jackson si guardarono e riserò sonoramente.
"Lo vedrai." esclamarono, successivamente.

Tu non sei le altre. Where stories live. Discover now