Capitolo 24:

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"Invece posso."

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La corsa iniziò.
Una ragazza mezza nuda, si posizionò fra i primi gareggianti, sventolando una bandiera.
Quando la alzò, essi partirono.
Guardai attentamente tutta la gara, capì in che cosa consistesse ma non ne capì il senso.
"Cosa sei per Blake?" chiese, una voce alle mie spalle: una delle tre ragazze.
Aveva lunghi capelli castani, occhi da cerbiatto e un sorriso splendido.
Al contrario, del suo abbigliamento.
"Umh amica?" sussurai incerta, guardandola negli occhi.
La ragazza rise leggermente: "Io sono Alexa, lei è Ivy e lei Sophie." disse, presentandomi il resto dei componenti.
La cosiddetta Ivy, aveva un viso dolcissimo e dei folti capelli biondi, mi ricordava Natalie.
Invece Sophie, continuò a guardarmi con il suo sguardo pieno di disprezzo. È bella, davvero.
Lunghi capelli rossi ondulati, occhi grandi e azzurri, ed una bocca carnosa.
"Gioia" dissi presentandomi e tendendo una mano, venendo successivamente tirata in un abbraccio fra Alexa ed Ivy.
"Non ti preoccupare di lei, è innamorata persa di Blake. Gli va dietro da tantissimo e credo che ne sia ormai dipendente. Non devi temerla, ti invidia perché ha capito che c'è qualcosa di diverso in te.
E quel qualcosa, piace a Blake." disse Ivy, staccandosi successivamente e sorridendomi.
Jackson al mio fianco, iniziò saltare e ad urlare, mi prese per la vita e mi fece girare.
"Sta iniziandooo!" urlò eccitato, insieme a Nathan.
Aveva ragione. Era arrivato il turno di Blake, egli prima di salire in moto mi indirizzò uno sguardo e fremetti dalla felicità. Il suo avversario sembrava forte, ma Blake non sembrava di certo impaurito.
Il suo nome veniva urlato da, quasi, tutta la folla, compreso il suo gruppo affianco a me.
Ma una piccola parte gridava anche il nome dell'avversario.
Sembrava una bella sfida.
La ragazza raggiunse la sua posizione e sventolò, nuovamente, la bandiera, dando inizio alla gara.
E senza un attimo di esitazione, le moto partirono.
Non distolserò un attimo lo sguardo, concentrati sulla vittoria.
Blake è molto indietro rispetto il suo avversario poiché non accelera.
"Perché non accelera? Perderà così." chiedo a Jackson.
Lui sorride leggermente. "Tu guarda."

Guardo nuovamente verso la gara e l'avversario di Blake è molto più indietro di lui.
Blake lo ha superato e con grande velocità, raggiunge la vittoria e...:
"HA VINTO" Urlo felice, battendo le mani e abbracciando Jackson e Nathan.
Jackson mi guarda ridendo.
"È andato lento, in modo che la moto dell'avversario non potesse più accelerare verso la fine. Di conseguenza, lui avrebbe potuto accelerare e vincere con facilità."
Rimasi stupita dalla sua rivelazione.
"Furbo" sussurai pensando fra me e me.
Jackson annuì e girò lo sguardo, applaudendo insieme alla maggior parte della folla.
Blake si diresse verso di noi, togliendosi il casco e scansando le ragazze che gli si avvicinassero.
Mantenne il contatto visivo fra noi.
"Ha fatto la brava?" chiese a Jackson, guardandomi negli occhi.
"Perché non lo chiedi a me?" risposi, sorridendo dolcemente.
Jackson alle mie spalle ridacchiò e si fermò, non appena, Blake gli rivolse uno sguardo duro.
"Ti tiene testa, fratello." disse successivamente, andandosene.

Blake mi guardò, percorrendo col suo sguardo, ogni centimetro della mia figura.
"Andiamo via." disse, prendendomi dalla vita e stringendomi a sé.
Camminammo verso un piccolo edificio.
Blake si fermò e in silenzio prese una busta.
"Cosa c'è lì dentro?" chiesi, guardandolo innocente.
"Secondo te?" mi chiese, in una domanda retorica.
Ci dirigemmo verso il parcheggio e prima che salissimo, lo fermai.
"Sei stato con lei?" sussurai imbarazzata, ma questa domanda continuava a ronzarmi nella mente.
"Specifica con chi." rispose duro, appoggiandosi alla macchina, ad un centimetro da me.
Mi strofinai le mani sui leggins, con lo sguardo basso.
Poi alzai lo sguardo. Non dovevo essere insicura, dovevo dimostrargli di poter tenergli testa.
"Con Sophie, sei stato con lei?" chiesi nuovamente.
Blake scosse la testa, disse: "E a te che importa?"
Alzai le spalle: "Pura curiosità."
Blake sbuffò e alzando le spalle, disse:
"Bene, si. Ci sono stato." con voce annoiata e indifferente.
Era logico. Sophie è una ragazza bellissima e Blake è, altrettanto, di una bellezza disarmante.
È normale che siano stati insieme.
"Tante volte?" chiesi, nonostante non volessi sapere altro.
"Oh si, non sai quante." rispose annoiato.
"...ora possiamo andare?" chiese successivamente.

Avevo ancora dei dubbi, a cui dovevo dare delle risposte.
Scossi la testa e lo guardai negli occhi.
"Blake, perché io?" gli chiesi, attenzionando la sua espressione.
"Ma che domanda è?" chiese scocciato, contraendo la mascella.
"È una domanda." risposi, incrociando le braccia.
"A cui non riceverai alcuna risposta." rispose, girandosi e aprendo lo sportello.
Chiusi gli occhi e tirai un sospiro.
Non dovevo arrendermi.
"Blake, ho bisogno di risposte." esclamai, mettendomi fra lui e la macchina.
Il suo corpo si aderì perfettamente al mio. Sembrava fatto a mano per stare a contatto col mio.
"Non le avrai da me." disse, guardandomi negli occhi e potei vedere il suo sguardo scurirsi.
No, non dovevo lasciarmi intimorire.
"O mi rispondi o mi farò dare un passaggio da qualcun altro. Magari qualcuno che ha più voglia di soddisfare le mie domande." sussurai, guardandolo negli occhi sicura.
Sicura di aver fatto centro.
Come previsto.
Potei vedere il suo sguardo scurirsi ancor di più e assottigliarsi e la mascella contrarsi.
Rise leggermente, mordendosi il labbro.
"Piccola ma con tanta forza di volontà, mi piace." sussurrò, percorrendo il suo sguardo su di me.
"Bene, vuoi che ti risponda?" mi chiese.
Annui.

"Sai cosa mi ha colpito di te?" Mi squadrò da capo a piede, col suo solito sguardo accusatorio e bramoso al contempo.
"Mh, cosa?" Gli risposi, incrociando le braccia.
"Il tuo essere diversa. Di non essere come le altre. Il fatto di non trovare nulla in comune tra te e le ragazze che ci sono in questa scuola. E dicevo: qualcosa ci sarà in comune, non può essere così differente. Ma, puntualmente, non la trovavo. Cercavo ma non trovavo.  E sai perché ero così ostinato a trovarla?" Domandò.
"No, dimmelo tu."
"Perché se avessi trovato, anche solo, un minimo difetto mi ci sarei aggrappato con tutte le mie forze. E avrei fatto diventare quel difetto un motivo per non perdere la testa per te. Ma indovina? Non ho trovato nessun fottuto difetto in cui aggrapparmi, quindi bene. È andata come non volevo che andasse." Si girò, aprendo in un scatto lo sportello.
Si accese qualcosa in me, in quel preciso istante.
La paura che se ne andasse.
Non doveva finire così.
" Sai di non poter avere sempre tutto sotto controllo." Cercai di fermarlo e ci riuscii.
Mi guardò, così intensamente, che colorò le mie guance di un rosso chiaro e dopodiché sorrise.
Non dolce e nemmeno un sorriso di malinconia.
Un sorriso divertito.
"Invece posso." Si staccò da me.
"...fatti dare un passaggio da Jackson." e se ne andò.

Tu non sei le altre. Where stories live. Discover now