✨Capitolo 21✨

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Ero in me.
Sentivo il sangue scorrermi nelle vene, sentivo l'aria entrare ed uscire dai miei polmoni. Sentivo il contatto con il corpo di Lloyd sotto di me. Lloyd. Erano veramente arrivati ad aiutarmi.

Mi alzai ancora tremante per l'incredulità e continuai a fissarmi i palmi, quasi avendo la paura che tutto questo fosse un sogno. Poi Cole mi poggiò una mano sulla spalla, guardandomi gli occhi. E ricordai cosa mi ero ripromessa di fare appena fossi tornata la padrona del mio corpo.
Mi girai di scatto, ignorando la mano di Cole e Lloyd che mi chiamava. Guardai mio padre e sentii l'odio dentro di me salire. Inspirai, facendo entrare dentro i miei polmoni tutta l'aria possibile.

«RIDAMMI MIO FIGLIO!» urlai, con tutto il fiato in gola. Con tutta la rabbia che mi scorreva nelle vene da due anni. Con tutto l'amore che una madre possa avere per il figlio. Con tutto il dolore che una madre poteva provare nel perdere un figlio. Con tutta la foga che potevo avere.
Urlai quelle tre parole come non avevo mai urlato, fino a farmi pizzicare le corde vocali.

Scattai verso mio padre, gli volai sopra e lo afferrai con i tentacoli d'argento, alzandolo in aria e poi sbattendolo forte a terra. Lui non riuscì in tempo a diventare trasparente, così da trapassare il terreno senza problemi. Sbatté la schiena e la testa a terra, grugnendo. Lo presi per la gola, alzandogli il viso fino a pochi centimetri dal mio.
Lui fece l'ultima cosa che mi era venuta in mente. Rise di gusto e mi colpì forte sul ventre, facendomi prima volare in aria tre metri sopra di lui, poi cadere a terra con un tonfo sordo che mi fece fischiare le orecchie. Alzai la testa e mi tenetti sui gomiti, più o meno pronta a fermare un altro attacco. Ma quando mio padre si fiondò su di me, venne colpito e fatto rotolare di lato grazie al fumo di mio fratello, che a quanto pare lo stava anche facendo soffocare, visto la tosse continua.
Ash mi fece alzare, scuotendomi forte. Le sue labbra si muovevano, ma non riuscivo a capire cosa usciva. Poi mi abbracciò con la stessa potenza e finalmente capii cosa stava dicendo.
«Sei viva! Stai bene! Sei mamma! Sono zio!» esclamò. Mi staccai dall'abbraccio.
«Sono viva, ma non sto bene. Per niente. Ero mamma e sì, eri zio, ma Morro lo ha...» la voce mi si incrinò e strinsi la mascella. Guardai mio padre che continuava a tossire, ma ormai il fumo se n'era andato e lui stava tornando in piedi.
«Lui lo ha UCCISO!» urlai ancora, ributtandomi su di lui. Non so quante volte lo colpii, ma smisi di farlo quando mi accorsi che stavo dando pugni al suolo, facendomi sanguinare le nocche. Sentii qualcuno prendermi per le ascelle e sollevarmi, ma io continuavo a dimenarmi.

Vendetta. Avevo sete di vendetta.

«Layn, non stai colpendo Morro! AIA! STAI COLPENDO ME!» urlò mio fratello. Mi calmai, guardando il suo viso. Si, era lui.
Cosa mi stava succedendo?

«Respira. Siamo qui, ti aiutiamo. Lo sconfiggeremo. Non puoi fare tutto da sola» mi sussurrò. Mi guardai intorno: nessuna traccia di mio padre, ma ogni ninja si stava scontrando con tre fantasmi ben armati, riuscendo lo stesso ad abbatterli, ma con qualche difficoltà.
«Aiutiamoli» ordinai, e subito io e Ash ci piombammo a capofitto nella battaglia.

Sferravo colpi a destra e a manca, facendo volare fantasmi verso la fontana rimessa in funzione da Nya oppure trapassandoli con i miei tentacoli. Tolsi un fantasma dalla schiena di Cole e uccisi un altro che stava per colpire Skylor alle spalle. Sì, potevamo farcela. Ero tornata a casa, e per un attimo mi sentii felice.

Sorrisi guardando Lloyd, ben incappucciato dal tengui ma con gli occhi smeraldo ben in vista. Occhi pieni di energia. Occhi che potevano uccidere, se avessero voluto. Guardai Cole, forte e bello come sempre. Più energico del solito. Guardai Jay e Nya, fianco a fianco come al solito, come una vera coppia. Skylor e Kai combattevano distanti, ma ognuno dava un'occhiata di scatto all'altro, per controllare se aveva tutto sotto controllo. Zane invece aveva determinazione negli occhi, con una promessa lasciata a Pixal: quella di tornare da lei. Non serviva chiederlo, lo sapevo e basta. Si leggeva.
Anch'io avevo una promessa da mantenere. Uccidere mio padre.

Quando i fantasmi sembravano essere finiti, ci raggruppammo a cerchio, ognuno attaccato alle spalle dell'altro. Pronti a balzare per attaccare. La terra tremò e una voce mi invase la mente.

ASH!
Urlò.

Guardai gli altri, scombussolati quanto me. Non ero l'unica a sentirla quindi. Guardai mio fratello.

AVEVI PROMESSO!
Ash serrò la mascella e rispose: «ero un bambino! Non capivo quanto fossi malvagio! Non avevo capito che la minaccia ERI TU!»

PERCHÉ L'HAI PORTATA DAL SENSEI?
«Perché sapevo che lì sarebbe stata al sicuro! Ho sempre seguito i tuoi ordini credendo di farle del bene! Ma tu non hai visto come veniva trattata da mamma! Non volevo vederla così! Abbiamo iniziato a trasferirci proprio perché volevo salvarle la vita! Volevo allontanarla da tutta la sofferenza che gli era stata procurata! CHE TU GLI HAI PROVOCATO! L'HO PORTATA DAL SENSEI PER PROTEGGERLA DA TE!» ringhiò mio fratello. Aprì le braccia e guardò in cielo. «DIMMI COS'È CHE HO SBAGLIATO, STRONZO! GUARDA COME L'HAI RIDOTTA! È TUA FIGLIA, CAZZO, NON UNA TUA SCHIAVA! LE HAI PERSINO UCCISO IL FIGLIO!»

La voce rise.
MI STAI SFIDANDO, FIGLIOLO?
Ash sorrise, continuando a guardare il cielo. Abbassò le braccia, lentamente.
«Non ti sto sfidando io, ti stiamo sfidando tutti.»

PREPARATEVI A MORIRE!

Dopo quella frase, un numero indecifrabile di fantasmi sbucò da terra, arrivando da tutte le parti. Ci rimettemmo a cerchio, pronti ad agire. Per un tempo interminabile continuammo a combattere, gli uni con gli altri. Tenendoci per mano, usando i nostri poteri all'unisono, aiutandoci a finire il lavoro insieme o da soli. D'improvviso tutti i fantasmi si fermarono, allontanandosi velocemente. Mio padre comparì davanti a loro, con in mano un pugnale.
Sorrise incrociando il mio sguardo. Poi scomparve.

«TUTTI UNITI!» ordinò Lloyd, prendendo le braccia di Kai e Jay e attaccandoseli al fianco.
Tutti facemmo come ci aveva richiesto, tornando ad essere il solito cerchio. Ognuno di noi aveva i sensi allerta, io soprattutto: ogni spostamento d'aria mi faceva girare di scatto, ogni minimo rumore mi faceva spostare velocemente lo sguardo. Ma la preda non ero io. Il pugnale non era indirizzato a me.

Quando lo capii, fu troppo tardi. Mio padre si materializzò e con movimenti felini conficcò il pugnale nella schiena di Ash, lo fece ruotare e poi lo estrasse, gocciolante di sangue. Nya fece un getto d'acqua verso la direzione di Morro, mentre Kai e Zane unirono i loro poteri per colpirlo. Ma nulla. Mio padre sorrise e scomparì, ancora.

AMICI! INVADETE NINJAGO CITY! QUI CI PENSO IO!
Ordinò la voce e tutti i fantasmi scomparvero.

Ash cadde in ginocchio, poi si accasciò su un fianco. Lloyd non gli fece battere la testa e iniziò a stracciarsi la tuta per poi bendare la ferita. Zane stava analizzando il suo corpo.
E io? Non riuscivo a muovermi. L'unica persona della mia famiglia che non mi aveva mai deluso stava morendo.
Mi aveva accudito come una figlia. Mi trattava come un'amica. Mi amava come una sorella. Riuscii a correre verso di lui solo quando Skylor mi posò una mano sulla spalla.
Mi buttai al suo fianco, in ginocchio e presi il suo viso fra le mie mani. Lui aprì gli occhi in una smorfia dolorante, ma sorrise.
«Ho una brutta... cera?» mi chiese cercando di ridere, ma la risata si trasformò in una tosse che gli riempì la bocca di sangue.
Mi accarezzò piano una guancia e io incastrai la sua mano premendola contro la mia spalla. I singhiozzi iniziarono a farsi più vivi quando capii che non c'era nulla che potessi fare per salvarlo.
«E-erika... dille.. dille che la amo tanto» mi disse. Annuii, con le lacrime che mi scendevano sul viso, bagnando le mie labbra e la sua mano. Lui sorrise.
«Ricordati di me, sorellina» sussurrò.

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"Addio"

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Vi giuro mi sento male HAHAH sono una merda

comunque sono stata clemente dai, ho pubblicato subito

Byebye loves✨

Destino Incontrollabile - ᴏʀɪɢɪɴᴀʟWhere stories live. Discover now