Capitolo 13

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Clarke
Partiamo dal fatto che quella volta, la mia prima volta, era stata perfetta, e certamente indimenticabile. Era ancora quel stesso giorno, precisamente era notte fonda, l'unica sveglia ero io, almeno, pensavo che fossi io. Andai fuori nella terrazza della mia camera, stavo fissando la Luna e le stelle che creavano quell'atmosfera tanto piacevole e rilassante, che si rifletteva sulle onde del mare non troppo brusche che sembravano cullare la situazione. Stavo sussurrando discorsi su discorsi rivolgendomi verso l'alto, non sapevo di preciso perché lo stessi facendo, forse speravo che mio padre riuscisse ad ascoltare quelle mie parole, era pure quello un'ottimo sfogo per me, avevo dato fin troppi problemi alla gente e di certo non mi andava anche di sfogarmi con loro. Stavano tutti dormendo come angioletti, lo capivo dal silenzio immenso. I miei occhi si affannavano con le lacrime che cercavo con tutta me stessa di non far scendere, farmi vedere debole pure dalla Luna? Preferirei di no. Ero appoggiata sulla mano, che ormai mi sorreggeva senno sarei ceduta, pur non avendo tanto sonno. Saranno state le 4 di notte, e nonostante la giornata era stata intensa il mio sonno non voleva farsi sentire, era scappato? Mi rassegnai completamente ad addormentarmi, e cercai di tenermi più occupata possibile in qualsiasi, ma proprio qualsiasi modo, presi il mio block-notes e iniziai a disegnare. Non sapevo di preciso cosa, ma cercai di ispirarmi guardando l'orizzonte. Mi sentivo strana all'improvviso. Mi girai. Bellamy Blake mi fece morire d'infarto per la terza volta. "cazzo" li dissi io, finché mi guardava divertito da quella scena, per poi avvicinarsi, e con una mano mi prese per il fianco facendomi avvicinare a lui. Forse mi aveva fatto sorridere. Ci riusciva sempre. Rimase in silenzio, a fissare insieme a me i vari soggetti che stavo già osservando prima. Si girò a guardarmi, i suoi occhi e le sue lentiggini mi fanno impazzire, infatti fissai proprio li. Mi diede un bacio in fronte, con le sue labbra sempre più delicate e sempre più irresistibili. Ci godevo tanto, senza dirli niente lui aveva già capito, non mi chiese spiegazioni, ne niente. Rimasi semplicemente li, con lui, in terrazza, al chiaro di luna, fino alle 6 del mattino. Tutto tranquillo e stupendo, se non avessi fatto un'intera notte in bianco con l'uomo che amavo. "MA BUONGIORNO RAGGI DI SOLEEEEE!!". Reven Reyes, la 'tipica' ragazza che si sveglia presto per essere sempre attiva durante la giornata. Spalancò la porta della sua terrazza, aveva messo la musica a palla per far svegliare anche agli altri, e a quella scena non feci altro che ridere,vedendo Murphy ed Emori sbucare dal nulla, con capelli scompigliati e con faccia assonnata.

Furono le 3 del pomeriggio, la mattinata la passammo a fare un pò di pulizie generali alla casa (che era rigorosamente un macello) e a ballare sulla musica dello stereo. Io e Bell ci scambiavamo veloci ma intense occhiate. Dopo aver pranzato ci recammo tutti sul giardino Murphy, dove c'era un'amaca appesa su due palme, e mi ci buttai e dove mi misi a osservare gli altri in piscina a divertirsi e scherzare. Li guardavo con il mio solito sorriso da ebete, ero felice li con loro e non volevo farli pensare l'incontrario. Bellamy uscì dalla piscina, dirigendosi verso di me, bagnato, facendo un balletto. "Blake, non provarci neanche!" dissi io, redendomi conto che qualsiasi mia parola in quel momento era inutile, infatti si piombò su di me abbracciandomi e mettersi dietro di me sull'amaca. Rimase abbracciato a me e con l'ondeggiamento e la tranquillità mi addormentai.

Bellamy
Clarke mi faceva felice, con lei provavo sempre sentimenti che con nessuna ragazza avevo mai sentito, Mi faceva sentire speciale, specialmente se come posto protetto usava i miei abbracci. Il suo viso con i lineamenti perfetti era appoggiato sul mio petto, ormai asciutto, i suoi capelli corti e lucenti erano messi a penzoloni fuori dall'amaca e tutto il suo corpo era appoggiato a me, e dal silenzio mi fece capire che aveva preso sonno. Aveva fatto un'intera notte sveglia, con me (fortunatamente). Gli altri si avvicinarono, vedendo quella scena pure ai loro occhi bellissima, e senza accorgermene ci fecero una foto, che pubblicarono subito nelle loro storie. La mia mano si fiondò sulla mia faccia, quella scena era talmente ignorante che non commentai. Vedendo che tutti stavano entrando, presi in braccio la mia principessa, delicatamente, cercando di non svegliarla, non avevo mai fatto così, sembrava così fragile e allo stesso tempo indifesa. Ne ero veramente così tanto innamorato? Forse si. Bellamy Blake che provava qualcosa di sincero per qualcuna che non ebbe ceduto subitissimo ai suoi piedi. Anzi. La appoggiai sul letto, ancora disfatto, per poi uscire dalla stanza, ma non uscì. Mi misi a guardare le fotografie appoggiate sul comodino, vuol dire che, anche per solo un mese, ha portato le foto sue e di suo padre. Notai che aveva anche tanti quaderni, due principali in cui ci disegnava e uno in cui ci scriveva. Ne aprì uno totalmente a caso, quello in cui disegnava. Carta giallastra, ruvida. A ogni pagina vedevo volti, alcuni che conoscevo e uguali, alcuni invece estranei, con rispettivamente le date in cui era stato fatto quel preciso disegno. 'Jake Griffin' c'era scritto in uno che, presentimento, pensai giustamente fosse suo padre, 'Reven Reyes aka opossum', la data era abbastanza vecchia e capì che la loro amicizia è stata veramente molto lunga, ma perché 'opossum'? Meglio non chiederselo. 'Octavia Blake' e ci fu la data di quando era arrivata da noi, quella stessa notte stava disegnando lei, mia sorella, continuai a sfogliare, e per cinque fogli consecutivi trovai la mia faccia, in prospettive diverse, con date diverse. Era proprio ossessionata e innamorata di me (eheh). Poi sfogliando ancora trovai Murphy, sua madre, e altre persone che appunto non conoscevo. Non trovai solo Emori. Non saprei bene il perché ma forse non l'aveva osservata bene. Quei disegni erano fatti talmente bene, così dettagliati, così...belli. Non mi stupiva affatto che lei lo trovasse come sfogo. Mi ripresi dal mio stato di trans quando sentì Clarke mugolare e girarsi nel letto, e senza farci troppo caso uscì dalla stanza con il pensiero 'Clarke è diventata importante in poco tempo, e con lei sto trovando la felicità'.

Rimaniamo solo io e te.Where stories live. Discover now