Capitolo 8

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Bellamy
Eravamo in ospedale da circa 30 minuti, io e Murphy aspettammo in sala d'attesa fino a quando un'infermiera ci disse che potevamo andare da Clarke ed Emori.
Io corsi verso Clarke, buttata nel lettino bianco con la flebo che andava dentro il suo braccio ancora sporco.
"Ehi principessa, come ti senti?"
mi azzardai a dire io.
Infondo come si poteva sentire?
"Beh oltre a questo sto bene"
mi rispose faticando a muovere le sue stessa gambe.
"e Reven come sta?"
mi chiese preoccupata
"niente notizie"
e lei si sforzò a fare un finto sorriso, lasciandosi versare una lacrima.
"ehi piccola, tranquilla"
le dissi finché mi avvicinavo con passo delicato, e mi seddi sul lettino vicino a lei
"andrà tutto bene" continuai a dirle finché mi avvicinavo per baciarla.
Anche se stava male le sue labbra sembravano cotone, morbide e dolci.

*tick tock*
Era un'infermiera alla porta.
"Salve, sono qui per dare notizie sulla sua amica Reven. Reven è sopravvissuta all'intervento ma abbiamo ipotizzato che non avrà più la sensibilità alla gamba sinistra, abbiamo fatto il possibile"
concluse uscendo.
"devo andare da Reven"
disse Clarke provando ad alzarsi
"non ci pensare neanche, non ne hai le forze!"
"per lei avrò sempre forza",
strinse il ferro della flebo, si mise seduta per poi alzarsi.
Non potevo lasciarla li quindi la aiutai mettendole le mani sulle braccia per metterla in piedi, la presi a braccetto e iniziammo a camminare per l'ospedale fino ad arrivare alla camera di Reven che stava ancora dormendo.
"Principessa, vuoi tornare indietro?"
"no."
era diretta.
Quindi presi due poltrone e le avvicinai al letto di Reven, aiutai Clarke a sedersi e dopo essermi seduto anche io si appoggiò su di me.
"Bellamy"
disse quasi sussurrando
"dimmi"
"sei speciale, anche se all'inizio eri uno stronzo patentato"
disse ridendo
"anche tu sei molto speciale, però ti ricordo che abbiamo un conto in sospeso"
"ovvero?"
"i nostri baci."
"ahh, e come?"
"magari dicendomi cosa ne pensi"
"penso che con te mi sento bene, a casa, al sicuro, invulnerabile e speciale"
"quindi come possiamo definirci?"
"una coppia alle prime armi, ci stai?"
"tutto per te principessa"
e finimmo a fissarci negli occhi.
Anche io sto bene con lei, e sinceramente non avrei mai pensato che mi dicesse quelle parole, non ero abituato ad una relazione con persone sincere.
Lei era così bella e allo stesso tempo pura.
Mi chiedevo però cosa facesse nella vita, era arrivata a casa nostra e noi ne sapevamo ben poco di lei.

*tick tock*
Per la seconda volta, pensavo fosse Murphy, ma ciò che avevo davanti non era paragonabile.
Richiamai Clarke toccandola, lei si girò e vide chi era, era senza parole.
Sua madre, il chirurgo più bravo di Miami, California, New York e Brooklyn.
Si, è vero che l'avevo già incontrata quando aveva fatto l'incidente due giorni fa, ma ora era li, vestita con vestiti normali senza camice o senza quel solito vestito da ospedale, ma ancora con la sua fama.
Mi alzai per darle una mano con i fiori e con le stampelle.
"Salve signora Griffin" dissi io prendendole i fiori.
"Ciao Bellamy" e mi sorrise come l'altra volta, non cambiò neanche di una virgola se si può dire così.
"Ciao Clarke, vedo che piuttosto di startene dentro la tua stanza sei venuta qui da Reven.." iniziò lei l'argomento, quasi con tono arrabbiato stavolta.

Clarke
Merda, mia mamma è qui, sarà pure per l'incidente ma non me lo aspettavo.
"Ah ciao mamma" le dissi con controvoglia.
"Quei fiori sono per te" mi disse guardando Bellamy che me li stava porgendo.
"Grazie, non dovevi"
nella mia voce c'era freddezza e nella sua rabbia.
"Che ci fai ancora qui? Non ti avevano rimesso per andare a casa?"
non capivo niente di quella situazione
"Si ma forse tu non lo sai che come primo contatto da chiamare in caso di emergenza ci sono io e, che io ci lavoro qui".
Sconvolta.
Totalmente.
Sbiancai.
"Ah sono felice per te"
no, non era vero.
"Già, e fatelo dire, dovresti iniziare a fare ciò che facevi per non stare a casa con me"
"Ci sto già pensando mamma tranquilla"
"Ma se stai facendo una bella vacanzina con i tuoi amici in villa, feste e mare!"
"mamma, basta"
doveva imparare a farsi i cazzi suoi qualche volta
"e poi, visto che sembri una che sa tutto, non era solo per non stare a casa con te, ma era un sogno che solo papà sapeva!"
ho alzato la voce, non la sopportavo.
"Ci rincontreremo Clarke, ah ed essendo che io voglio aiutarti e che vorrei avere di nuovo un rapporto con te, in questo ospedale si può fare quello che vorresti fare, quindi fai come vuoi, il posto 'è libero' e saresti felice"
poi si alzò, saluto Bellamy di nuovo e se ne andò.
"Entusiasmante" mi disse Bell ridendo
"Già" e lo segui con una risata
"Forse dovrei saperne di più di questo tuo sogno se permetti"
"un giorno".
Ah il mio sogno, sembra stupido e ho paura di farglielo vedere, magari mi prende per strana o per pazza.
"Quando uscirò da qui te lo farò vedere direttamente. E comunque, non so se a te piacerà"
Bellamy non sembrava un tipo da bambini.
"Se forse mi dai un'indizio del tuo sogno potrei capire cos'è"
"ush va bene, con una sola parola te lo dirò..bambini"
rimase immobile.
"NO SCEMO! NON PARTORIRE!" lo tranquillizzai io ridendo come un'idiota.
"AHH PER FORTUNA!" disse pure lui ridendo.
"e quindi cosa intendi?" mi chiese curioso
"te l'ho già detto, lo scoprirai"
e sorrisi da fiera.

Mi sveglia sentendo delle voci parlare.
Avevo la vista ancora sfocata dal sonno, ma non ci misi molto a mettere a fuoco.
Bellamy, Muphy, Emori e Reven stavano parlando, o meglio, ridendo.
"SI E' SVEGLIATA, FINALMENTE!"
disse Murphy alzando le mani.
Mi misi una mano sugli occhi grattandomeli, non ero ben cosciente di cosa stava succedendo in quella stanza.
"Ehilà!" mi disse Reven fissandomi
"Oddio ehi baby" dissi alzandomi con qualche grugnito andando ad abbracciarla
"mi sei mancata" le sussurrai io nell'orecchio
"anche tu" rispose sorridendo, lo sentivo.
"Come ti senti?"
"apparte la gamba sto ok"
e le sorrisi.
L'ultima cosa al mondo che volessi era perdere la mia migliore amica, non lo avrei permesso.

Quella notte la passammo tutti in camera di Reven, fra battute e risate.
Tutto quello che era successo non passò per la mente a nessuno, ci stavamo semplicemente perdendo nelle nostre stesse parole, e qualche volta io buttai gli occhi su Bellamy che era vicino a me, lui mi ritrovò sempre a fissarlo e a sorridere.
Mi piaceva quella compagnia, erano tutti spiritosi, felici, e premurosi anche se non lo facevano molto a vedere.
Al solo pensiero del mio passato, non mi sembrava vero che quest'oggi ero li, a ridere per ogni singola battuta che Murphy faceva, a sorridere al solo guardare Bellamy e Reven felici, e al pensiero che mia madre voleva cambiare, anche se era difficile accettarlo.
Ormai questa era tutta la mia famiglia, e devo dire che non era male.

Rimaniamo solo io e te.Where stories live. Discover now