Avevo voglia di scrivere ed era strano detto da me. Cercavo sempre di allontanare tutto quello che riguardasse scrittura e lettura, ma volevo farlo.
Avevo sempre espresso le mie emozioni disegnando, ricopiando con matite e colori le sensazioni che avevo dentro, ma quel giorno era diverso: volevo parlargli.
Prima di iniziare decisi di chiedere consiglio a Gian.
Finalmente erano tornati: la casa era dannatamente vuota senza di loro nonostante Lele e le sue scenate.
Mi alzai dal divano e andai davanti alla camera di Diego e Gian bussando delicatamente.
G: “Un secondo Diè, sono in videochiamata con Marta”
T: “Bro, sono io. Diego è a fare dei Tiktok con Lelo”
Non ricevetti risposta.
Sentii semplicementi dei saluti e poco dopo il mio amico davanti alla porta che mi guardava sorridendo.
G: “Prego, scusaci il disordine ma sai..due uomini in stanza sono un danno”
Scoppiai a ridere e alzai gli occhi al cielo: era sempre il solito cazzone.
T: “Se vuoi ti mando Emanuele una volta. Altro che specchiartici dentro. Il giorno in cui siete andati via ha addirittura passato la cera”
G: “E' grazie a lui se questa casa non è un porcile, quindi non fargli commentini o siamo dannatamente fottuti”
Annui sedendomi poi a gambe incrociate sul letto e iniziando a giocare con i lacci che pendevano dalla mia felpa
T: “Lo so che ti sembrerà strano ...”
G: “Ho già paura”
T: “Ho voglia di scrivere una lettera a Lele, per...raccontarmi o meglio...raccontarci attraverso i miei occhi”
G: “Vuoi scrivere Tanc?”
T: “Sai quanto lo detesti, ma...è come se avessi improvvisamente voglia di farlo per lui. In questi giorni da soli, nonostante le liti e il sesso, abbiamo avuto modo di restare un po' da soli e..credo sia arrivato il momento di dirgli tante cose.”
G: “Penso sia una cosa carinissima e lui apprezzerebbe da morire”
T: “Lo so, ma...a te andrebbe poi di correggerla?”
G: “Molto volentieri, ma penso che lui sarebbe felicissimo se la lasciassi così: con gli errori e le parole sbagliate. E' una parte di te e la ama come tutto il resto”
T: “Dici?”
G: “Certo Tanche, ti sembra che possa non andargli bene?”
T: “Ci proverò”
G: “Sai, penso sarà più facile del previsto. Sono tante le cose che ti tieni dentro e penso che usciranno spontanee”
T: “Sei un amico Gian, grazie”
G: “Sono sempre qua per il mio piccolo caso umano”
Ridacchiai per poi sorridergli e alzarmi dal letto. Dopo un altro paio di battute mi dileguai sparendo nella nostra stanza.
Presi una penna e un foglio bianco.
Il resto? Dovevo solo lasciare che il mio cuore parlasse.
Ciao Emanuele,
mi sento fottutamente strano a fare questa cosa, ma è come se per una volta avessi bisogno di raccontarmi o, meglio, di raccontare come ti vedo con i miei occhi.
BẠN ĐANG ĐỌC
Storie sui Tankele//Part one
FanfictionUna storia che in realtà raccoglie vicende, momenti, attimi dei nostri amati pischelli romani. Tankele? Tankele. Gay? Gay. 1° PARTE