Il Dissing

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Eravamo a casa di Lele quando scoppiò tutta quella merda. Era arrivato come un fulmine a ciel sereno e tutto questo per cosa?! Perchè Diego ci aveva provato con una sua ex o meglio, al momento ex.

Non ci avevamo dato peso sul momento, ridendoci anche sù perchè il Mondo è pieno di cretini, ma quando la riascoltammo meglio sentii una frase che proprio non mi piacque. 

Il mio Lele non era una femminuccia.

T : “Questo Daniel..coso esattamente da dove esce?”

L: “Tancredi lascia stare per favore, non è il caso di dar peso a sta cosa”

T: “Non devo dargli peso? Questo come si permette di dire certe cose”

D: “Ha ragione Lele, ci sono cose che vanno dette e altre no, questo poteva tranquillamente evitarla”

L: “Se a me non ha dato fastidio è okay. Se dovesse continuare se ne parlerà”

Sinceramente? A me non me ne fregava un cazzo: era troppo buono, lo era sempre stato. Decisi di fare una diretta, certamente, dove in maniera sottile lo presi per il culo, baciando anche il mio ragazzo per dimostrargli che non ce ne fregava un cazzo.

Il problema? Quello fu l'inizio di video su video, di parole su parole, che forse nemmeno sarebbero dovute essere dette.

Era come se tutti stessero cercando un posto dove schierarsi e dove dire la loro. Io e i ragazzi ci eravamo letteralmente chiusi in noi stessi, non facendo uscire nulla se non frecciatine innocue. 

Quando arrivò QUELLA storia ero a casa mia. Stavo facendo colazione da solo. Sarei dovuto andare poi da Gian e raggiungere Diego e Emanuele per un giro.

Sentii il cellulare squillare e lessi il nome “Diego”. Che cazzo succedeva? Non mi chiamava quasi mai.

T: “Bro, che succede?”

D: “Ti ho mandato una roba in privato. Guarda e non staccarmi.”

Misi il vivavoce e entrai su Whatsapp per leggere cosa mi avesse inviato. Quando vidi lo screen di quella storia sentii il sangue salirmi al cervello: “Avete un pubblico maschile perchè ci sono DUE FINOCCHI”

T: “Lo ha visto lui?”

D: “Me lo ha mandato lui”

T: “Merda...io questo appena lo becco lo spacco. Come cazzo si permette di usare certi termini in maniera dispregiativa? Come?”

D: “Aspetta, mi sta chiamando Lele. Ti richiamo fra poco. Avvisa Gian”

Staccai e avevo solo voglia di andare a cercare quel mongolo. Uscii in giardino per accendermi una sigaretta e cercare di calmarmi. 

Speravo che non lo avesse visto, con tutto il cuore. Aveva sempre avuto paura  dei pregiudizi e, soprattutto all'inizio, avevamo fatto fatica a iniziare a dirlo agli amici e alle famiglie. Lo capivo. Certe persone non erano e non sono abbastanza aperte per accettare l'amore.  Ora che stava andando bene, che aveva iniziato a viverlo bene, anche grazie al fatto di avere persone positive attorno noi, arrivava questo.

Dovevo andare da lui, perchè sentivo e sapevo come sarebbe stato. Ultimamente la sua ansia stava migliorando, ma continuava ad avere attacchi sporadici che lo limitavano, purtroppo, in molte  cose. Stavo cercando di aiutarlo e, piano piano, stava uscendo da questo vortice causato dalle troppe insicurezze che le persone cattive gli avevano fatto venire.

Scrissi velocemente un messaggio a Gian in cui spiegavo la situazione e in cui gli dicevo di aspettare la chiamata di Diego. 

Non appena pensai a lui, neanche fossimo telepatici, mi arrivò la sua seconda chiamata della giornata.

Storie sui Tankele//Part oneDonde viven las historias. Descúbrelo ahora