L'unica Scelta?

4.9K 166 147
                                    

Era tutto il giorno che nelle mie cuffie risuonava “Per sentirmi vivo” di Fasma. Sembrava descrivere perfettamente i sentimenti che ormai stavo provando in quel periodo.

Non sapevo cosa mi prendesse, ma sentivo di non farcela più. Mi mancava l'aria, ero come in una bolla che non mi lasciava uscire dalle sue pareti.

Indistruttibile e nemmeno incrinabile.

Ero in balia di emozioni troppo grandi, che stavano iniziando a mangiarmi dentro. Ne ero dipendente: più delle sigarette, più di qualunque alcolico.

Ero dipendente da lui.

Ero dipendente da lui e lo stavo limitando.

Lo tenevo stretto nella mia morsa, quando sapevo che senza di me sarebbe stato meglio. Non era questione di sentirsi inferiori, no, ma di consapevolezza. La consapevolezza che l'amore della propria vita si stesse schiacciando per colpa propria.

Non avevo fatto nulla a caso.

L'appuntamento, il succhiotto, fare l'amore.. nulla era stato fatto senza motivo. Doveva essere il mio saluto, il dolce saluto che Tancredi avrebbe fatto al suo Lele.

Non volevo sparire dalla sua vita, ma lasciarlo libero di vivere oltre la mia stretta soffocante.

Quando me ne ero accorto? Quando avevo visto quel ragazzo flirtare con lui,  anche se per scherzo. Mi ero reso conto di come cambiasse Lele lontano da me.

Era più felice.

Era  bellissimo.

Era capace di spiccare in mezzo alla folla

Era semplicemente lui.

In quel momento mi ero reso conto di quanto non fossi stato il ragazzo giusto per lui. Troppo geloso, troppo possessivo e poco dolce. Non facevo nulla se non essere il solito stronzo di facciata.

Dovevo lasciarlo andare.

Mi girai verso il suo posto nel letto: c'era ancora quel plaid rosa da cui ora era ossessionato. Lo strinsi delicatamente fra le dita e lo poggiai contro il petto.

Non volevo piangere, ma era inevitabile.

Ricominciò la canzone, ancora.

Strinsi la coperta più forte e posai la testa sul suo cuscino per sentire il profumo del dopobarba che usava, senza che avesse nemmeno un pelo. Rimasi lì, a lungo, cercando di assaporarmi l'ultimo ricordo insieme al mio futuro ex ragazzo.

Mi scappò un singhiozzo al solo pensiero, ma come al solito venne sovrastato da altro: immagini di lui con altri, lui che andava a letto con persone diverse da me, lui felice, lui di nuovo innamorato. 

Stavo impazzendo e per il bene di entrambi doveva finire.

Dovevo lasciarlo vivere.

Mi sollevai e guardai la nostra stanza: un binomio perfetto. Avrei dovuto togliere le mie felpe, far tornare Diego qui. Basta litigi per mettere le stesse maglie, basta scarpe condivise, basta mensole costruite di fortuna per tenere la nostra eccessiva roba.

Mi alzai e mi avvicinai alla scrivania dove montava i video: la nostra prima foto. No, non quella pubblicata sui social, no.

Eravamo ancora a Roma: lui coi suoi chiletti di troppo e io con le mie occhiaie spaventose. Eravamo in camera di Diego e, durante un vlog, mi ero semplicemente seduto in braccio a lui e gli avevo stampato un bacio  sulla guancia. Diego aveva ripreso il momento e scherzando aveva aggiunto : “Sareste bellissimi assieme”.

Da lì era cominciato tutto, ogni singola cosa : le uscite, la paura di dichiararsi, il fidanzamento, i baci di nascosto, il coming out con i miei genitori e con i suoi. Ai ragazzi nemmeno lo avevamo detto, non ce n'era bisogno.

Storie sui Tankele//Part oneTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon