Amore...

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Avevo deciso. Quella mattina mi ero svegliato dannatamente positivo. 

Non so perchè, ma volevo dare una svolta alla mia vita e diventare finalmente il pilastro della nostra coppia, non solo il cucciolino dolce e tenero.

Quell'idea mi era balenata nella notte, ma alla fine non ci vedevo nulla di male, era così tanto che stavamo assieme, mi sembrava una cosa giusta. 

Mi alzai relativamente presto per i miei standard, andai in cucina e, dopo aver visto l'ora, realizzai che Diego e Gian sarebbe tornati solo per le 18...Mi sembrava un tempo sufficiente.

Stranamente mi misi a preparare dei pancakes per entrambi.

A Tancredi piacevano da morire e io volevo renderlo felice. Mi piaceva quando la mattina si svegliava di buonumore e mangiavamo assieme. Ricordavamo tanto quelle famiglie felici ed era un po' quello che pensavo ultimamente.

Dopo quei giorni di convivenza avevo iniziato a pensare, magari, a prendere più avanti un alloggetto noi due...

Ma cosa stavo dicendo? Per quel giorno sarei dovuto essere la parte dura della coppia, soprattutto se volevo che il mio fidanzato ascoltasse la mia, ennesima, richiesta.

Però la casa noi due...magari con un bel giardino e un sacco di fiori: amavo i fiori, mi mettevano pace. 

Immerso nei miei pensieri continuai a cucinare la colazione per entrambi, mettendomi addirittura a canticchiare ad un certo punto.

T: “Quanto sei stonato”

Appunto. Come non detto. Doveva arrivare lui a distruggere il mio fantastico momento nel “Mondo di Lele”

Avanti, tira fuori le palle. Oggi prendi in mano la situazione.

L: “Ho fatto i pancakes per tutti e due! So che ti piacciono la mattina...”

Okay, pessimo inizio: mi sembrava di essere la mogliettina che faceva di tutto per assecondare il marito. Ma io ero così.

Perchè mi stavo chiamando mogliettina? Dio, era davvero il peggior modo di iniziare. 

T: “Mi sono appena ricordato del perchè sto con te: cucini questo cibo degli dei”

L: “Lo so, sono meraviglioso”

T: “Diciamo accettabile, meraviglioso mi sembra un termine azzardato”

Avrei dovuto rispondere con voce ferma e autoritaria: niente vocina isterica o schizzata delle mie. Presi un respiro profondo e...

L: “La smetti di fare lo stronzo? Mi sono pure svegliato prima per farti tutto questo e inizi così?”

T: “Che brava domestica”

L: “TANCREDI SMETTILA!”

Okay, il mio piano era decisamente fallito, ma come facevo a non reagire così? Era uno stronzo patentato e la mia indole faceva fatica a tenersi a bada. Non potevo non rispondergli a tono dopo un'affermazione del genere.

T: “Tancredi!”

Esclamò facendomi il verso e prendendo poi i MIEI pancakes dal piatto. 

L: “La mia voce non è così e quelli sono i miei pancakes. La domestica non condivide il suo cibo con un bastardo”

T: “Ed eccola qua la mia reginetta del dramma, mi sei mancata in queste poche ore”

Mi girai verso di lui guardandolo con un sopracciglio sollevato e incrociando le braccia al petto: non stavo facendo le mie solite scenate da principessina, mi stavo contenendo. 

Storie sui Tankele//Part oneWhere stories live. Discover now