Colpa Di Un Fottuto Messaggio

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Non so come e dove avessi trovato la forza di svegliarmi quella mattina: faceva freddo, pioveva e la sera prima avevo litigato con Tancredi. Non penso ci fosse un vero motivo, anzi, era stato tutto così casuale che mi aveva spaventato.

Eravamo sul divano a  guardare un film di cui nemmeno ricordo il titolo. Stavo giocando distrattamente coi suoi capelli, cercando un motivo per non seguire la trama quando vidi un messaggio. 

Era Giulia. 

Non diceva nulla, assolutamente nulla, solo un: “Ciao, come stai Tanc? È un po' che non ci sentiamo”.

Non era la chat, il nome o qualunque altra stronzata, no. Era stata la sua reazione: si era subito staccato da me, come un topo che si nasconde dal gatto e aveva allontanato il cellulare.

Cosa c'era che non andasse non lo avevo davvero capito, era solo un messaggio, ma quello, quel suo distacco mi aveva fatto scattare...

Flashback

L: “E' inutile che ti allontani, coglione, ho visto”

T: “Cosa devi? Farti sempre i cazzi miei? Non sei in grado di stare un secondo senza controllarmi? Non sono tuo figlio, ma il tuo fidanzato”

L: “Non ti stavo controllando, semplicemente si è illuminato lo schermo sotto i miei occhi e ho visto. Calmati cazzo, sembri un bambino,”

T: “Sarei io il bambino? Non sono io quello che si è messo a fare accuse solo per un messaggio e non sono io quello che non ti lascia respirare nemmeno per un secondo.”

L: “Qua mi sembra di star discutendo di problemi che vanno ben oltre uno stupido messaggio . Che  cosa c'è che non va Tancredi? Mh?”

T: “Cosa c'è che non va? C'è che la tua fottuta gelosia mi sta portando all'esaurimento, che tu mi porti all'esaurimento. Stasera non ti sei incazzato per il messaggio, ma le altre?! Tutte le altre cazzo di volte?! Sai cosa Lele? Vaffanculo. Vaffanculo”

Fine Flashback

Effettivamente, ripensando bene al discorso, non ero stato io a impazzire, ma lui e forse, ripeto forse, c'erano dei motivi per quella litigata. 

Non aveva torto. Ero diventato parecchio geloso in quel periodo, mi infastidivano tutti i messaggi che gli arrivavano e anche solo le battutine idiote degli altri. Non ero pazzo, sapevo perfettamente di esagerare, ma ero solo insicuro. 

Insicuro di quella relazione vera, ma spacciata per finzione ai fan.

Insicuro dei suoi sentimenti.

Insicuro di piacergli, neanche fossi una ragazzina.

Insicuro di qualunque cosa, addirittura di quel grande investimento chiamato Q4. 

Probabilmente era solo il fatto di star finalmente crescendo e di rendersi conto di essere lontano dalla mia città e dalle mie abitudini. 

L'unica cosa che davvero era rimasta invariata era l'amicizia con Gian e Diego e la relazione con Tancredi. Per quello mi ci aggrappavo con tutta la forza che avevo. 

Non so come arrivai in cucina, ero perso in quei pensieri troppi profondi per uno come me. Come un robot mi sedetti sulla mia solita sedia, senza salutare, senza dire una parola. 

D: “Buongiorno anche a te, Lele, felice di aver ricevuto un tuo caloroso saluto”

Diego? Cazzo, non lo avevo nemmeno visto.

L: “Scusa bro, sono un po' sovrappensiero. Giuro, non sto facendo lo stronzo”

D: “ E invece sì che lo stai facendo. Ieri sera io e Gian avevamo paura che vi ammazzaste. Che cazzo è successo?

Storie sui Tankele//Part oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora