Grazie

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Non so come mai Diego e Gianmarco fossero rientrati così presto quella mattina. Io e Tancredi eravamo ancora stesi sul divano con la televisione accesa e un piumone addosso.

Ovviamente avevamo ripulito tutto quanto: non eravamo due maiali.

Ricordo solo che venni svegliato da un Diego tutto agitato ed esaltato.

D: “Esce il 17 bro! Il 17!”

Inizialmente non capii, mi ero appena svegliato, ma quando realizzai scattai in piedi e lo abbracciai. Finalmente il suo sogno, il suo vero sogno, stava diventando realtà. Era una vita che aspettava quel momento e sapevo lo avrebbe sfruttato a pieno.

L: “Dio, dobbiamo subito fare pubblicità! Impazziranno tutti, sono così fottutamente fiero di te.”

Mi staccai e  mi avvicinai al mio ragazzo scrollandolo per svegliarlo: il solito dormiglione.

T: “Lele ti tiro uno schiaffo. Toglimi quelle manacce di dosso”

L: “Esce la canzone di Die! Esce finalmente!”

Lo vidi tirarsi su di scatto e guardare il mio migliore amico.

T: “Seriamente?!”

D: “Seriamente bro, seriamente”

T: “Sono super felice per te. Cazzo bisogna festeggiare. E' giù tornato quel mongolo di Gianni? Andiamo a comprare qualcosa per sbocciare”

D: “E' in camera.”

T: “GIANNI! Alza il culo, andiamo a comprare l'alcool per festeggiare”

L: “Amore, sono le 11”

T: “Esiste un'ora per bere? No.”

Vidi Gian entrare nella stanza con un sorriso a trentadue denti: da Marta doveva essere andata bene.

G: “Ci sei? Dai Tancrè”

Si alzò, mi regalò una pacca sul culo e uscirono per andare a comprare...non so cosa. In realtà avevo parecchio paura di loro due assieme: erano una coppia di matti.

Mi riaccasciai sul divano, seguito subito da Diego. Appoggiai la testa vicino alla sua spalla e lo guardai con gli occhioni dolci.

D: “Assolutamente no, scordatelo”

L: “Voglio le coccole”

D: “Vai in là, dai!

L: “Alza il braccio e fammi le coccole.”

D: “Va bene, va bene, ma solo perchè sono super in hype e perchè non ne ricevi abbastanza. A proposito, com' è andata?”

Abbassai il capo e non risposi. Non volevo dirgli che avevamo ancora litigato e che avevamo risolto nel modo peggiore possibile: col sesso. 

Diego era sempre stato contro questo nostro lato del rapporto e, adesso, stavo iniziando a capire perchè. 

D: “Emanuele, parla”

L: “E' successo come al solito. E' arrivato il sushi, lui mi ha dato una risposta di merda, seguita da un'altra e un'altra ancora”

D: “E poi avete scopato”

L: “E poi abbiamo scopato”

Alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i capelli in segno di disperazione. Non sapevo cosa dire: sapevo di deluderlo ogni volta, ma non ero capace di dire no a Tancredi.

D: “Posso chiedere...quanto oltre sta volta?”

Mi morsi il labbro inferiore: sapeva quanto quella domanda mi mettesse in imbarazzo. Potevo già sentire le sue parole risuonarmi nelle orecchie: “siete dei coglioni. Questo non è amarsi, è follia”. Non avevo voglia di raccontargli, in realtà non avevo voglia di mettermi ancora a nudo e sentirmi giudicato per delle cose così intime. Che poi non era giudizio, ma solo i dubbi di una persona esterna che ci vedeva in modo più o meno oggettivo.

Storie sui Tankele//Part oneOnde histórias criam vida. Descubra agora