Incontri Inaspettati

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Avevo male ovunque, ad ogni singola parte del mio corpo.

Ero vecchio? Certo, non potevamo andare avanti così. Non si poteva. 

Si può a venti e diciannove anni non essere capaci di controllarsi? A quanto pare sì. Sembrava che ogni volta impazzissimo e perdessimo il senno.

Provai a tirarmi sù, ma una fitta al fondoschiena  mi costrinse a riaccomodarmi contro il corpo di Tancredi. Fottuto bastardo, dormiva tranquillo lui. Per forza, ero io quello che subiva ogni volta le sue follie.

Presi un profondo respiro per reprimere la voglia di strozzarlo. Cosa feci? Ovviamente, da bravo sottone quale ero, mi avvicinai e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia per svegliarlo.

T: “Dai, ancora cinque minuti”

L: “Tanc no, dobbiamo alzarci è già tardi e oggi tocca a noi andare a fare la spesa”

T: “No, la  spesa no...dai stiamo a letto e mandiamo Gian”

Sussurrò attirandomi al suo corpo e stringendomi dolcemente.

T: “Mh..sei caldo..”

L: “Amore dobbiamo alzarci dai”

T: “Coccole a letto?”

Oh, no, assolutamente no. Sapevo assolutamente cosa volesse ed era un grandissimo NO. 

L: “ Ho male ovunque, che coccole e coccole falso che non sei altro”

T: “Nemmeno una volta?”

L: “Nemmeno una”

Lo vidi girarsi verso di me e guardarmi con gli occhi dolci. Non avrei dovuto cedere, ne andava della mia salute.

Però era difficile, tanto difficile.

Avvicinò il viso al mio e iniziò a baciarmi dolcemente, accarezzando il fianco ancora nudo dalla sera precedente. Ricambiai portando le mani fra i suoi capelli e in men che non si dica me lo ritrovai a cavalcioni sopra.

Sentivo caldo, ovunque. Volevo staccarmi, ma non potevo, era come se il mio corpo avesse bisogno di lui, ancora e ancora.

Si chinò sul mio collo e passò un dito sopra i segni della notte precedente.

T: “Ti stanno bene”

L: “Tanc...ho detto che non voglio questa mattina...”

Ero davvero molto credibile, come no. Stavo letteralmente ansimando ad ogni suo tocco e il mio corpo era praticamente incollato al suo.

T: “Sei sicuro? Perchè a me non sembra proprio”

Fottuto stronzo.

Stronzo.

L: “Forse  non..sono così sicuro, ma solo una”

T: “Sì,solo una”

Sussurrò ricominciando a baciarmi e infilando le mani sotto alle lenzuola per farmi divaricare le gambe.

Ma in quel proprio in quel momento, fece la sua comparsa in stanza Gian. Non avevo chiuso la porta a chiave?

G: “Sveglia cazzo, sta volta non vado a fare la spesa al posto vostro”

Io e Tancredi ci guardammo: io completamente rosso e lui che non sapeva cosa fare per rendere meno evidente la cosa.

T: “Siamo svegli, dacci dieci minuti e andiamo”

Fingere disinteresse? Era questo il suo piano? Sperare che Gianmarco non se ne accorgesse?

G: “No, non dieci minuti, ma...CHE CAZZO! Dio, ma chiudete ste cazzo di porte!”

Storie sui Tankele//Part oneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora