XIV - iAmMyDemon [parte 1]

51 4 1
                                    

Era trascorsa una settimana, da quando Sam gli aveva illustrato la possibilità di un appartamento tutto suo e, non da meno, a buon mercato.

Da allora, non aveva avuto più notizie al riguardo, così aveva creduto che non ci fosse più niente in ballo.

Invece, quella mattina, Sam si presentò sulla soglia del suo ufficio, sollecitando l'attenzione del giovane Benson. Era appena la seconda volta che Sam saliva di piano e si spingeva fino al regno degli informatici, per cui non poteva trattarsi di una semplice coincidenza.

Un breve saluto da lontano e, ignorando completamente i suoi colleghi, chiamò Freddie nel corridoio.

Una sensazione di dejà-vu per lui, che si ritrovò di nuovo faccia a faccia con la ragazza, con il sole che filtrava dalla finestra alla sua sinistra e una flebile speranza che faceva da contorno.

- Sorridi, Benson, ho novità per te. – esordì lei con espressione fiera.

Adesso la concentrazione di Freddie era tutta per lei.

- Ho dovuto fare più telefonate di quante mi aspettassi, ma ci sono riuscito. L'appartamento è sempre libero, e sembra che nessuno vada a vederlo da giorni, ormai. Quindi se ti interessa, sei ancora in corsa. –

- Certo che mi interessa! – esclamò il ragazzo, la cui voce si acuì tanto da echeggiare nel corridoio.

Sam annuì. – Bene, perché altrimenti penso che ti avrei spezzato un braccio. Ho parlato con il tizio che conosco, e ti ho organizzato una visita all'appartamento. –

- Per quando? -

- Per stasera! Per quando, sennò? Non mi do mica da fare per aspettare un altro mese! –

Freddie rise divertito. – Ok, grazie. –

- Ringraziami dopo aver sentito l'ultima cosa. L'affitto: lascia stare quello che c'è scritto sull'annuncio. Sam Puckett ti farà avere un contratto a prezzo stracciato. -

Il sorriso sul volto del ragazzo si espanse fino agli zigomi.

Sam allargò le braccia e inclinò il capo, compiaciuta di se stessa. – Te l'avevo detto che avrei pensato a tutto io. O le cose le faccio per bene o non le faccio proprio. –

Freddie non sapeva che dire. Era rimasto completamente assuefatto dalla voce della bionda, e per una volta, senza preoccuparsi di chiedersi se tutto quello volesse dire qualcosa o no.

- Ho fissato per le 18.30. – gli diede una pacca sulla spalla. – Mi raccomando, non fare tardi e non farmi fare brutte figure. –

Mentre Sam riprendeva la via per le scale, Freddie si ridestò e realizzò di avere ancora una domanda. – Aspetta! – la fermò, facendola voltare indietro.

- Ci sarai anche tu stasera, vero? –

- Ci vediamo dopo. – gli fece l'occhiolino. – Fidati di me. –

*****

In mensa, durante il pranzo, l'attenzione di Robbie non andava al di là del proprio piatto di pasta.

Una mano reggeva la forchetta e infilzava svogliatamente i maccheroni, l'altra teneva ben saldo lo smartphone. Il pollice digitava e navigava più velocemente di quando il cibo raggiungesse la bocca e lo stomaco.

Robbie sedeva solo al tavolo vicino alla finestra, ma se anche qualcun altro si fosse avvicinato per fargli compagnia, era molto difficile che se ne potesse accorgere prima di qualche minuto.

Rimbalzava tra siti di cinema, WhatsApp, testate giornalistiche e ancora WhatsApp. Spesso e volentieri, riapriva la schermata solo per vedere se avesse ricevuto qualche nuovo messaggio.

Diamond Dreaming EyesWhere stories live. Discover now