IX - Sparks & Sunlights

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Tra le mansioni di Freddie alla Crystal-Tech ce n'era anche una che poteva essere definita "sul campo", ovvero interventi sui computer dei vari uffici, che si trattasse di un semplice programma bloccato o di guasti al server centrale.

Una mattina, una ragazza dal reparto marketing segnalò al CED che il suo account di posta elettronica era stato invaso da spam e allegati indesiderati. Sospettando che potesse trattarsi di un tentativo di truffa telematica, Freddie si armò di antivirus sulla sua chiavetta USB e si diresse verso l'ufficio.

Quello che non aveva considerato, e che realizzò soltanto quando arrivò davanti alla porta, era l'inevitabile incontro con Sam.

Gli faceva ancora uno strano effetto, ogni volta che sapeva di dover stare nella stessa stanza. Una parte di lui era felice di poter trascorrere del tempo con lei, rubando ogni momento possibile, mentre l'altra provava un senso di imbarazzo e turbamento.

Certo, si erano già incrociati all'interno dell'azienda, ma ogni giorno sembrava sempre più difficile.

Quella mattina, non appena ebbe varcato la soglia, fu come sprofondare in un incubo, nell'istante in cui gli occhi di Sam si posarono sui suoi.

Freddie raggiunse il computer sul quale doveva operare, immergendosi nel suo lavoro, almeno finché non si ritrovò a fare di nuovo i conti con la presenza di Sam. Il giovane si voltò alla sua destra, e la vide proprio accanto alla scrivania, accovacciata verso il ripiano inferiore di uno schedario in cerca di una pratica.

Così vicini, tanto che poteva perdersi estasiato nell'intenso aroma dei suoi capelli, avrebbe voluto che quel momento non finisse mai.

Avrebbe dato qualunque cosa al mondo perché lei si accorgesse del suo sguardo, di tutta la passione che conteneva, di ciò che significava. Perché per quanto combattesse i suoi sentimenti, per quanto provasse a seppellirli in profondità, questi continuavano a risorgere. Erano forti, e in fondo non potevano fare altrimenti. Era solo per quelli che Freddie aveva abbandonato Seattle per Hollywood.

Si dovette però accontentare di un minuto come tanti altri, speso sì al suo fianco, ma come se non ci fosse realmente. Una presenza inconsistente, una lieve brezza che non l'avrebbe nemmeno sfiorata.

Sam disse qualcosa, ma alle orecchie di Freddie giunsero solo suoni senza senso.

Stregato, si accorse solo del fiato che gli veniva strappato, quando lei si allontanò per tornare ai suoi normali impegni, come se nulla fosse.

E come quell'istante svanì, insieme all'aria, se ne andò anche tutto ciò che avrebbe potuto e voluto dirle.

*****

Robbie era appena uscito dalla biblioteca, stringendo con aria trionfale la copia di un saggio. Si trattava di un testo, scritto da un luminare australiano, che descriveva i cinque sensi sul palco. Era piuttosto breve, ma Robbie aveva scoperto recentemente di essere l'unico del corso a non averlo ancora letto. Per questo, approfittando di un paio d'ore vuote, si era precipitato in biblioteca per cercarlo, e adesso anche lui possedeva il suo tanto agognato libro.

Lo stava per riporre nello zaino, quando incontrò Kendra. La rossa fu quasi sorpresa di vederlo. – Robbie, ciao! –

Lui le fece un cenno col capo.

- Che ci fai in giro tutto solo? Pensavo avessi lezione. –

- E' saltata la classe di regia. –

- Che fortuna! – gli tirò uno scherzoso pugno sulla spalla. – Io, invece, negli ultimi cinquanta minuti ho dovuto sorbirmi 347 tipi di espressione da tenere sul palco! –

Diamond Dreaming EyesWhere stories live. Discover now