IV - iDon'tWannaRunaway

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L'effetto che gli aveva fatto rivederla, dopo così tanto tempo, era esattamente quello che si aspettava. Una freddezza a mascherare l'agitazione che, era sicuro, era montata in entrambi nella stessa misura.

In fondo non poteva essere altrimenti, non aveva pensato nemmeno per un secondo che lei lo avrebbe accolto con baci e carezze, gettandosi al collo sussurrandogli quanto le fosse mancato.

Quella non sarebbe stata Sam Puckett, ed era per lei, solo per lei, che Freddie era andato a Los Angeles.

"Sei tornato per restare?", gli aveva domandato, e lui non era riuscito neanche a rispondere. Si era chiuso in un silenzio che aveva tanti significati e non ne aveva nessuno, mentre combatteva la tentazione di dirle "dipende da te".

No, non dipendeva da lei, e Freddie lo sapeva bene. Perché cedere all'idea di viaggiare fino a Hollywood aveva significato dare uno strappo a se stesso, ammettendo che tutto quello gli era mancato più di qualsiasi altra cosa.

E ritrovarla non aveva fatto altro che aiutarlo a comprendere, una volta per tutte, quanto fosse importante per lui quel demone biondo.

Aveva avuto la conferma al bar, quando i suoi occhi avevano incrociato quelli di Sam dopo anni e chilometri di distanza: teneva ancora a lei.

Potevano essere successe tante cose, ma i sentimenti che provava non erano mutati.

Quello che non poteva sapere era cosa ci fosse sull'altra faccia della medaglia. Sam non era come lui, e immaginare quali fossero i suoi pensieri, le sue reazioni, o il rapporto che si aspettava sarebbe stato impossibile.

Forse era proprio per questo che Freddie ingenuamente continuava a focalizzarsi solo sul loro incontro, durante il quale era stato inondato dalle stesse emozioni che lo avevano tenuto lontano da lei, e che lo avevano infine trascinato di nuovo a Los Angeles.

C'erano tante domande che in quel momento rifiutava di porsi, ma che erano destinate a riaffiorare prepotentemente e prima di quanto immaginasse.

Soltanto il tempo avrebbe detto se Freddie aveva ragione o no.

*****

Tori si era presa una breve pausa a metà mattina, e aveva chiesto ad una sua collega di coprirla alla cassa per non più di dieci minuti. Aveva bisogno di una boccata d'aria. Si era appartata nell'angolino vicino al magazzino e stava facendo uno spuntino con un pezzo di schiacciata. Faceva sempre più fatica a sopportare il suo lavoro.

Sentiva ancora una certa rabbia dentro di lei, ripensando a quando era uscita dalla Hollywood Arts con un diploma in mano, ottimi voti, e i suoi sogni ancora intatti e realizzabili.

Sogni che si erano invece infranti contro la dura realtà del mondo, che non le aveva offerto mai abbastanza in relazione alle sue reali capacità. E fare la cassiera in un supermarket non poteva certo essere considerata la sua più grande aspirazione.

Ne aveva parlato spesso con Andre, Cat e Beck, tutti loro malgrado invischiati nella stessa situazione. Che fosse il periodo negativo, l'economia, l'evoluzione del mondo dello spettacolo, nessuno era riuscito a sfondare nel proprio settore.

Certo, all'inizio era stato più facile. Grazie alle notevoli raccomandazioni e, inutile negarlo, al suo bell'aspetto, era riuscita a conquistare alcuni ruoli, a teatro e in tv. Ma nonostante tutta la sua buona volontà, quei progetti si erano rivelati dei fuochi di paglia: un paio di film dagli incassi piuttosto scarsi, e una serie tv, come nel caso di Beck, cancellata dopo appena una stagione. Dopodiché, il nulla.

E allora, tra un provino e l'altro, aveva accettato il lavoro al supermarket. All'inizio lo considerava come una sistemazione temporanea, ma dopo più di dieci mesi, sinceramente, cominciava ad averne abbastanza.

Diamond Dreaming EyesWhere stories live. Discover now