VII - Since Day 1 [seconda parte]

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Uscito dalla biblioteca, Beck decise di andare a trovare Andre allo studio.

Sapeva quanto quel progetto fosse importante per l'amico, e nonostante non partecipasse attivamente, voleva comunque garantirgli il suo appoggio.

Era un pomeriggio mite, ma dal cielo plumbeo e minaccioso; il sole si avviava rapidamente verso il tramonto, mentre Beck, stretto nel suo cappotto, raggiungeva il locale.

Varcò la soglia annunciandosi: - Andre! Sono io! -

Non ricevendo risposta, si fermò a guardarsi un po' intorno. Poi, da lontano, riuscì a intravederlo in sala registrazione, e lo richiamò con un cenno. L'amico si accorse finalmente di lui e, attraverso il vetro, rispose al saluto.

Ma quando uscì per andargli incontro, Beck si accorse che Andre non era solo.

E in quell'istante sembrò che tutte le nuvole, che fino a poco prima aveva visto sopra di sé, si fossero concentrate in quella stanza.

Jade.

- Ciao, Beck. - il tono indicava come neanche lei fosse felicissima di incontrarlo.

Una coltre di indifferenza si abbatté tra loro, con Beck che si limitò appena a ricambiare, annuendo senza convinzione.

- Stavamo parlando della clip. - intervenne Andre, come se tentasse di giustificarsi. - Jade mi stava dando delle buone idee. -

Beck annuì nuovamente, sforzandosi di sorridere.

Andre decise di tornare a lavorare al portatile, lasciando i due nel silenzio più totale e nella difficoltà di sostenere persino lo sguardo.

Dopo alcuni interminabili secondi, Jade fu la prima a staccarsi e a riprendere la via per la saletta.

Beck la seguì a debita distanza. - Non mi aspettavo di vederti qui, pensavo che nemmeno tu partecipassi al progetto di Andre. - disse, sicuro che l'amico non potesse sentire.

Jade si voltò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. Ma Beck si sentiva ormai immune alle sue occhiatacce, e sorrise soddisfatto della sua frecciatina.

La ragazza proseguì dandogli le spalle e ostentando indifferenza, cosa che le riuscì solo fino alla successiva frase di Beck. - Non credevo ti interessasse un granché. -

Ogni volta era uguale. Da quando si erano lasciati per l'ennesima volta, tra loro era una sorta di guerra fredda. Era impossibile intavolare una conversazione senza cadere in provocazioni, rivendicazioni o insulti. E tutti i sentimenti che un tempo provavano, adesso giacevano sepolti sotto il ghiaccio.

A quelle parole, Jade sentì di aver già raggiunto il limite di sopportazione. Irritata, si fermò e si girò puntandogli il dito contro. - Non ti azzardare a dirmi di nuovo una cosa del genere. -

Gli occhi di lei erano inondati dalla rabbia, mentre quelli di Beck tradivano tante emozioni che non riusciva a controllare.

- E perché? Di solito, se una cosa non riguarda te allora non conta. - insistette lui.

- Qui non si tratta né di te, né di me! Si tratta di un amico! -

- Giusto, quando ti pare hai anche degli amici. -

- Andre è un amico per me quanto lo è per te. Cos'è, vuoi anche l'esclusiva? -

Sentito il proprio nome, Andre uscì dalla saletta e, preoccupato per la piega che la discussione stava prendendo, si avvicinò ai due. - Ragazzi, che sta succedendo? -

Nessuno però gli prestò attenzione. - Dico che continui a vedere le cose come ti pare e piace. Come hai sempre fatto, in fondo. -

Alla durezza nella voce di Beck, Jade rispose alzando il tono. - Sul serio? Pensaci bene, perché non sono io quella che ha fatto i propri comodi! -

Diamond Dreaming EyesUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum