🗡️ Dicotomie 🗡️

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🗡Autrice: kai_reinhart

🗡Copertina:

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🗡Sinossi:

Non sempre le battaglie si combattono con lance e spade

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Non sempre le battaglie si combattono con lance e spade. Spesso gli scontri più duri sono impalpabili quanto il puro pensiero, ma capaci di trasformare noi stessi in un campo di battaglia. Questo @kai_reinhart lo sa bene e lo esprime al suo massimo nella sua opera, "Dicotomie". Andiamo a scoprirla insieme!

🗡Copertina: 10/10
Molte copertine anticipano visualmente ciò di cui andrà a parlare il libro, talvolta mostrandone alcuni elementi simbolici. Quella di "Dicotomie" va oltre a questo. Incarna l'anima stessa dell'opera che racchiude. Il bianco e il nero, separati da una linea obliqua a indicare che laddove l'uno avanza, anche l'altro procede, sono i due estremi che caratterizzano un disturbo del tono dell'umore. Ma sono anche il conflitto primordiale tra luci e ombre, tra la morte e la vita. Nella sua essenzialità, questa copertina racchiude quella che forse è la quintessenza della narrazione successiva, risultando molto gradevole alla vista e presentando in modo chiaro titolo e autrice.

🗡Sinossi:10/10
Nulla più del necessario. Una frase concisa e carica di significato apre la sinossi. Essa stessa potrebbe, in linea con la copertina, costituire un riassunto sufficiente dell'opera. Ma la scrittrice prosegue e in poche righe delinea il tema trattato, la modalità della narrazione, l'intento dello scritto. Quest'ultimo viene caricato di una tagliente incisività dall'ultima sentenza. Lo stile è asciutto, pratico, ma in grado di descrivere i trecentosessanta gradi di un'opera a tutto tondo. Nulla più del necessario.

🗡Trama: 8/10
Come anticipato dalla sinossi, si tratta di un'autobiografia. Tuttavia, credo conformemente alla volontà di presentare il disturbo come totalizzante, gli eventi ordinari e persino straordinari della vita dell'autrice trovano poco spazio e non vengono descritti in modo piano se non in un'occasione, quella in cui si cita testualmente un post dal primo blog della scrittrice. La malattia si prende, quasi con prepotenza, tutto lo spazio e sotto la patina riflessiva che permea tutto il racconto diventa difficile scorgere i fili della trama. Nonostante ciò, la frammentazione dei pensieri è capace di catturare l'attenzione del lettore, restando decifrabile in quanto ancorata alle linee guida dell'opera. Si tratta di una scelta stilistica che mette a fuoco i principi e i concetti fondamentali più che gli avvenimenti particolari, donando spessore alla storia. Unica altra pecca dovuta al carattere della narrazione è la brevità davvero eccessiva, che, visto il carattere molto discorsivo e retoricamente ampio di numerosi passi, non è nemmeno risolvibile in una forma di ermetismo.

🗡Personaggi: 9/10
I pensieri hanno un solo soggetto: l'io narrante. Si tratta di una scelta che assolutizza la malattia, rendendola meglio indagabile, ma anche più spaventosa. D'altro canto si sente, ma non in maniera eccessiva, la mancanza di un rapporto con l'altro. La narratrice, inoltre, si dipinge come un guerriero solitario impegnato in una battaglia personale, pennellando un ritratto spontaneo e profondo, che ha forse l'unica pecca di lasciare il lettore a bocca asciutta per quanto riguarda i tratti più ordinari del lettore-personaggio. Due decisioni gestite con sapienza, ma con qualche sbavatura.

🗡Grammatica: 10/10
Viene data prova di una certa maestria nel padroneggiare la lingua italiana. Questa emerge dalla varietà di costrutti, che risultano impeccabili sotto ogni aspetto, ortografico, morfologico, sintattico. Unica nota, un paio (letteralmente) di refusi.

🗡Lessico e stile: 9/10
Stesso ragionamento fatto nella sezione "Grammatica". Il lessico in uso è piacevole perché medio, ma variopinto, senza contare che non rinuncia ad espressioni più alte o tecniche quando si rende necessario. La sintassi si avvicina molto a quella di un discorso a parole ben strutturato: la coordinazione è prediletta, ma non mancano periodi più lunghi e complesso per spiegare meglio determinati concetti. Talvolta però, a causa della scelta di seguire un flusso rielaborato di pensieri, alcune frasi risultano sintatticamente ellittiche. Una piccola sbavatura dovuta alla natura della narrazione, che purtroppo invalida leggermente il racconto.

🗡Tecnica espositiva: 9/10
L'introspezione la fa da padrone, un padrone elegante e carismatico. Frasi brevi e spezzate, che racchiudono concetti quasi gnomici, si alternano a più complesse rielaborazioni del pensiero, creando un ritmo molto fluido e diversificato che tiene incollati alla lettura. A questo scopo fungono anche le brevi sequenze descrittive, che donano una bellezza estetica ai ragionamenti. Il tutto mantiene una spontaneità filtrata e misurata, che rifugge dall'eccedere in pericolosi sfoghi emotivi, dimostrando una solida maturità letteraria. Non tutti i frammenti di pensiero, però, sono immediati, ragione per cui alternare queste sezioni ad altre più propriamente narrative potrebbe accrescere ancor di più la scorrevolezza.

🗡Originalità: 9/10
Non si tratta della prima opera a trattare la malattia mentale da un punto di vista autobiografico. Non si tratta nemmeno della prima a proporre una narrazione frammentata secondo il corso dei pensieri. L'originalità di "Dicotomie" sta nel fatto che è un'opera in cui è trasposta la personalità dell'autrice. Questo le garantisce un'unicità nello stile e nella trattazione dei temi che difficilmente può essere imitata.

🗡Totale: 74/80. Complimenti! Hai raggiunto la Lista di Zeus!

Dio Ares

Il Tempio delle Storie [RECENSIONI] CHIUSOWhere stories live. Discover now