Capitolo 1:

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"Un giorno..."

                           ****

"Natalie, ti ho già detto che so camminare" uno sbuffo accompagnato da un gesto con la mano, mi fecero capire che Natalie avrebbe continuato a trascinarmi di forza per tutto il marciapiede.
Eravamo appena arrivate a scuola, ed anche in anticipo. Quindi, quale era il motivo di essere trascinata? Ah bho, non lo so nemmeno io.
All'inizio pensavo volesse portarmi nella pasticceria con lo sconto sulle ciambelle e l'avrei anche perdonata.
Per il cibo si fa tutto.
"Mi vuoi dire dove andiamo? Ci sono delle ciambelle, praticamente, gratis. Le voglio ora" dissi lamentandomi.
Era un offerta da non perdere, no?
"Siamo arrivate" disse fermandosi di botto e facendomi sbattere sulla sua testa.
"Cazzeruola" mi lamentai.
Si girò verso di me con le braccia incrociate "Sta più attenta"
Ah io?
"Aaronn" disse Natalie chiamando il mio migliore amico.
"Gli voglio bene ma fra Aaron e le ciambelle, penso sia scontata la scelta" dissi indicandolo e osservando la vetrina dall'altra parte della strada.
"Scegli me?" domando Aaron con un sorriso di supplica in volto.
"Quanto vorrei dirti di sì ma sarebbe una bugia." gli risposi, mimando in fine un cuore con le mani.
"Allora, perché siamo qui e non al bar come ogni giorno?" domandai successivamente.
Natalie euforica incominciò a battere le mani e a saltare come una bambina a cui le fu data una torta.
A proposito di torta, con tanto cioccolato e zucchero a velo.
Sto quasi per venire.
"Indovina?" mi domandò Natalia, continuando a saltare come una bambina.
Ma il cervello non le ribalzava?
Tipo ping pong
"Brad Pitt viene a scuola con noi" tirai ad indovinare, anche se non mi sarebbe dispiaciuto.
"Brad Pitt è, praticamente, pronto per la pensione.
Dai Gioia, sforzati di più." rispose Aaron.
"Miss Lotwon è incinta e mancherà alle lezioni" ritentai.
"Miss Lotwon è in meno pausa" rispose Aaron, scuotendo la testa in senso di arresa.
"Esistono i miracoli" risposi.
Natalie mi guardò e azionò la tecnica infallibile, colei che mi avrebbe fatto smettere subito, gli occhioni dolci e la voce da bambina.
Un mio grande punto debole.
Sta stronza ci riusciva perfettamente.
"Mh non lo so, dimmi tu" risposi stanca.
Un urlo fuoriusci dalla bocca di Natalie e, per un attimo, pensai se il caffè le avesse fatto male.
Magari era scaduto, non si sa mai eh.
"Si trasferiscono nuovi alunni" continuò ad urlare, saltellando.
La guardai in trans, mi chiesi se fosse vero.
Non ci potevo credere.
Seriamente io mi stavo perdendo delle fantastiche ciambelle, solo per questo?
"Ah uao, quando lo tiro fuori il tappeto rosso?" domandai ironica, con un finto sorriso in faccia.
"Stronza" risposero in coro i miei migliori amici.
Se ne andarono e fui costretta a seguirli.
"Sincera" risposi.
~~~~

Miss Lotwon stava spiegando una strana cosa con dei numeri e delle lettere.
Non saprei, forse è l'alfabeto svizzero.
So solo che il cervello sta andando a nanna e che l'unica cosa che farei volentieri in questo momento, è battere la testa contro il muro e dormire fino a natale.
"Signorina Nelson, ha capito?" domando Miss Lotwon, indirizzandomi un occhiata sprezzante.
Una camomilla, no?
"Da cima a fondo" risposi, appoggiandomi sul banco col gomito.
"Allora, la prima che verrà alla lavagna sarà lei." rispose, in segno di sfida.
Drizzai subito all'attenti.
Io odio la lavagna.
"Ma no prof, non serve mica.
C'è un enciclopedia nella mia testa, so tutto a memoria." sventolai la mano in segno di poca importanza e mi stampai un sorriso di circostanza in volto.
"Allora, mi legga i suoi appunti." rispose, con un ulteriore segno di sfida.
Stronza, mi ha fottuto.
"Prof, prima mi può spiegare quest'esercizio?" chiese Natalie, alzandosi dalla sedia.
C'è qualcosa che non quadra, lei è praticamente un genio in chimica.

Con la velocità degna di Flash, Aaron mi passa il suo quaderno con tutti gli appunti sopra.
Ma quella è un 4 o un 5?
"È un 4" rispose Aaron.
Ma io... Non ho detto nulla
"Ti conosco da 7 anni, vorrei ricordati." rispose
Gli sorrisi in risposta.
La prof richiamò la mia attenzione.
"Allora, mi vuole leggere i suoi appunti?" domandò nuovamente.
Sorrisi in risposta "Con piacere."
Le lessi tutto, da cima a fondo, senza battere ciglio e in risposta ottenni del silenzio ed un occhiata sospetta.
Fregata, ops
E quando si girò, battei il cinque ai miei due salvatori.
La lezione prosegui e anche la mia dormita.
~~~~~
Era tempo della ricreazione.
Il mio momento preferito.
E secondo voi perché? Be, perché si mangia, mi sembra logico, no?
Noi non abbiamo una mensa, durante la ricreazione possiamo scegliere un posto a piacere su cui passare essa.
E noi abbiamo il nostro posto, quello che abbiamo condiviso in tutti e 4 gli anni.
Il terrazzo.
Ognuno di noi portava la propria merenda e poi ognuno provava qualcosa dell'altro.
Era una tradizione che andava avanti dalle elementari.
Da quando tutti e due avevamo 10 anni e Aaron 11. Lui è un anno più grande di noi e bocciò, per questo è in classe con noi.
"Mi avete salvato le chiappe, vi amo." dissi ringraziandoli.
"Come sempre, infondo, no?" rispose Aaron ridendo, insieme a Natalie.
"Già ahah. Hai 17 anni ma ne dimostri 7" si aggiunse Natalie, prendendosi gioco di me.
"Ma voi dovete apprezzarmi per come sono..." dissi mettendo il broncio e incrociando le braccia da vera bimba offesa.
Natalie e Aaron scoppiarono a ridere.
Ma le loro non furono le uniche risate.
La porta si spalancò e le risate ebbero un volto.
Due ragazzi e una ragazza.
Belli tutti e tre, nulla da dire.
Ma cosa ci facevano lì e perché non mi ricordavo minimamente il loro volto?
Ci squadrammo per un bel po' e potei notare vari dettagli, ovvero il ragazzo al centro era interamente ricoperto di tatuaggi e piercing.
Sembrava, inoltre, profondamente scocciato dalla nostra presenza.
Socievole, no?
La ragazza è molto bella.
Caschetto mosso bruno, occhi grandi e scuri, tanto ma tanto bassa.
Tipo un 1.50
Non che io mi possa ritenere una giraffa, con tutto il mio metro e cinquantacinque.
Il ragazzo che le teneva una mano intorno alla vita sembrava simpatico e sorrideva in una maniera inquietante, lontano un miglio che fosse finto.
"Ehm ciao." risposi, interrompendo la tensione.

Il ragazzo ricoperto di tatuaggi si sbloccò e si girò verso i suoi amici, dicendo "Andiamo."

Natalie rimbalzò e li invitò a rimanere.
Contro la volontà dell'uomo tatuato, l'amica volle e trascinò i due ragazzi con se, dopodiché si sedettero con noi.
"Io sono Lexi, lui è Ander e lui è Blake." esclamò, con allegria.

Quindi, si chiamava Blake.
Uhm, gli si addice.
"Io sono Gioia, lei è Natalie e lui è Aaron."
L'ultimo della lista veniva fissato, spudoratamente, da Lexi.
Ah bene, troviamo una fidanzata ad Aaron.
"Siete nuovi?" chiese il sottoscritto.
"Si, ci siamo appena trasferiti da Londra." rispose Ander.
Natalie iniziò a battere le mani allegra "Londra? IO AMO LONDRA. Vorrei andarci per le vacanze.
E loro mi accompagneranno." concluse indicandoci.
"In che classe siete?" continuò imperterrita nel conoscerli.
Nel mentre io mi concentrai sul solitario, fissava il cielo con uno sguardo annoiato.
Era l'unico che fino ad allora non disse nulla.
"Io 4B, loro due 5 E." rispose Lexi.
"Anche noi 4 B." rispose Natalie, con felicità.

La campanella interruppe il momento.
Quel Blake fu il primo ad alzarsi e senza degnare di un saluto o di uno sguardo nessuno, se ne andò.

Tu non sei le altre. Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin