23.

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Dopo che Matt fu uscito di casa, Nefele si era preparata per seguirlo.
Indossava un leggings nero, una felpa nera, scarpe nere e aveva legato i lunghi capelli in una crocchia disordinata.

Pensava che se si fosse vestita di nero, avrebbe evitato di essere vista, ma non aveva considerato che era estate e che alle 6 del mattino il sole era già alto.

Uscì di casa silenziosamente, chiuse la porta e si diresse velocemente verso casa di Nash.

Le sudavano le mani al sol pensiero di poterlo vedere anche solo dalla finestra di casa sua o di sentire la sua voce. Le mancava, da morire. Si era rimproverata per quella sera in cui si era urbiacata sul posto di lavoro e aveva quasi baciato il suo capo. Se n'era vergognata e aveva fatto i conti con se stessa.
Voleva licenziarsi e dopo le due settimane di vacanza lo avrebbe fatto, non aveva dubbi. Non voleva altri problemi, voleva un lavoro semplice, senza troppo impegno, che non le procurasse guai.

Aveva pensato ad una biblioteca, posto ideale secondo lei. Amava i libri e il loro odore, senza problemi. Proprio come voleva lei.

Finalmente era arrivata a casa di Nash. Si trovava davanti al cancelletto di legno. Inspirò e butto fuori l'aria dalla bocca. Stava per scavalcare quel cancelletto, di nascosto.
Pensò per qualche secondo come avrebbe fatto e dopo pochi minuti era già dall'altra parte.
Camminò lentamente per il piccolo giardino che perimetrava la casa, e girò l'angolo destro della casa, ritrovandosi sotto la finestra della sala. Andò ancora un po' avanti, facendo attenzione a non calpestare qualche rametto pronto a rompersi per farla scoprire.
Dopo un paio di finestre, arrivò sotto quella della camera di Nash, che per sua fortuna, era aperta.

"Matt smettila, non m'interessa"

"Smettila tu di fare il bambino. Non ce la faccio più a risponderle male. Ci sto male io per l'espressione che fa quando lo faccio"

"Non capisci Matt, lei mi ha ferito"

"Non ha fatto niente. Era ubriaca, non voleva. Lo vuoi capire?!"

L'espressione di Nefele era confusa e aveva una strana sensazione al petto. Era agitata.

"Senti Nash, io ero venuto qui perché pensavo volessi risolvere con lei e volevo aiutarti. Invece mi ritrovo a sentirti dire cazzate, cose che non stanno né in cielo né in terra. Quindi, o la smetti di fare il bambino o continui così e la perdi"

Nefele sentí dei passi e poi una porta sbattere. Spalancò gli occhi e si rese conto che Matt stava uscendo da quella casa e che poteva vederla nel giardino. Si guardò intorno e vide una siepe, non ci pensò due volte che si buttò dietro ad essa. Sentí la porta di casa chiudersi e dei passi sul vialetto, poi il cancelletto sbattere.

La mora riuscì a vedere suo cugino andare verso casa e a quel punto uscì da dietro la siepe e si pulí i vestiti dalla terra.
Si sentiva strana, ciò che aveva sentito pensava che fosse meglio non averlo sentito. Nash non voleva più averne a che fare con Nefele
O almeno questo è ciò che pensava lei.
Tornò a casa, felice che nessuno l'aveva vista. Forse.
Entrò in casa silenziosamente e camminò verso le scale, quando posò il primo piede, una voce la fece immobilizzare.

"Dove sei stata?"

Nefele si girò lentamente, sapeva già di chi fosse quella voce.

"Emh sono andata a fare un giro"

"Non è vero"

"Come fai a saperlo?"

"Aricci il naso quando dici una bugia"

Nefele sbuffò.

"Quindi? Dove sei stata?"

"Non posso dirtelo"

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⏰ Last updated: Apr 07, 2020 ⏰

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Spaces; nash grierWhere stories live. Discover now