09.

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L'anta del mobile sbatté talmente forte da far sobbalzare Nefele. Era una mattina ventilata e la ragazza stava per avere una crisi nervosa: non trovava i biscotti al caramello. Sbuffò impazientita e passò una mani nei capelli. Quel giorno si era alzata col piede sbagliato. Matt la stava osservando e capì che qualcosa non andava. Posò la tazza nel lavabo e si appoggiò al piano della cucina. Nefele era seduta sulla sedia di fonte a lui, picchiettava le dita sul tavolo.

"Che hai?"

La ragazza si girò, alzando un sopracciglio.

"Cosa?"

"Perché sei così nervosa?"

Nefele sospirò e si alzò, avanzò verso di lui. Appoggiò la testa sulla spalla di Matt e sospirò di nuovo, ormai faceva solo quello.

"Devo parlare con Nash oggi pomeriggio e non so come mai, ho ansia" mormorò.

"Come mai devi parlargli?"

"È da un po' che fa lo scontroso con Sam, gli da fastidio quando mi parla o quando mi guarda. Non capisco che abbia, va bene essere gelosi, ma non così. L'altro giorno sembrava che lo volesse picchiare. Non capisco cosa sia cambiato in quattro giorni"

Matt annuì, accarezzando la schiena della cugina. Era logico che ci stava male, le persone a cui teneva di più si odiavano. Non accettava il fatto che due persone si odiassero, per lei non aveva senso.

"Devo anche chiamare mia madre" disse Nefele allontanandosi dal biondo.

"Come mai?"

Lei e sua madre non avevano un gran rapporto. Se la doveva chiamare, c'era qualcosa che la turbava parecchio.

"L'altro giorno, a casa di Gilinsky, ho visto delle foto di quando era piccolo. C'ero anche io... e Sam. Volevo chiederle se mi poteva dire qualcosa per capirci di più"

"Capito"

Nefele annuì.

"Vado a vestirmi e poi la chiamo"

Detto questo si diresse in camera sua, lasciando Matt da solo.
Era seduta sul letto, col cellulare in mano. E se non mi risponde? Compose il numero e si portò il cellulare all'orecchio. Quei bip le mettevano ansia. Lo stomaco le faceva male e il labbro le era diventato rosso a furia di morderlo. Era sempre così quando doveva parlare con sua madre. Poi una voce acuta rispose.

"Pronto?"
"Emh, sono Nefele, la figlia di Mara"
"Te la passo"
"Grazie"

Quel silenzio era straziante.

"Nefele?"
"Mamma"
"Come mai mi hai chiamata?"
"Sto bene si, grazie per avermelo chiesto" disse alzando gli occhi al cielo.
"Scusa tesoro, ma sono di fretta"

Lo sei sempre quando sono con te.

"Volevo chiederti se conoscevi un certo Jack Gilinsky e un certo Jack Johnson"

Di' di sì.

"Oh... certo che li conosco"
"Non è che potresti dirmi qualcosa su di loro?"
"Tesoro, non ti ricordi chi sono?

Smettila di chiamarmi tesoro.

"Perché dovrei ricordarmeli?
"Erano i tuoi migliori amici quando eri piccola, eravate sempre insieme, inseparabili. Alle medie ti difesero da-"
"Ho capito mamma, ora mi ricordo" disse interrompendola.
"Johnson è stato anche il tuo primo fidanzatino"

Spaces; nash grierWhere stories live. Discover now