08.

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"Tu non stai bene" disse Nefele ridendo.

"Senti chi parla" rise Nash.

Le cose fra i due andavano a gonfie vele. Dalle loro dichiarazioni erano passati quattro giorni e i ragazzi erano venuti a sapere tutto grazie a Hayes, il fratello di Nash. Erano tutti felici, più o meno.
Era il 26 giugno, un giorno soleggiato e abbastanza caldo. Nefele e Nash si davano appuntamento nello stesso parco da quattro giorni alla stessa ora. Il parco era silenzioso e con poca gente, i due erano sotto un albero all'ombra. Il moro raccolse un margherita vicini a lui e la incastrò tra la treccia della mora, che arrossì per il gesto.

"Sei così tenera quando arrossisci"

Nefele alzò gli occhi al cielo e sorrise imbarazzata. Riceveva poche volte dei complimenti carini, e quella era una di quelle poche volte. Nash la osservava con ogni sognanti, ormai lo faceva da un po'. Quel sorriso era diventato essenziale per lui, come i baci che gli dava inaspettatamente.
Il suono di un cellulare interruppe il loro relax. Era quello di Nefele.

"Pronto? Sì. Che cosa? Arrivo subito"

"Che succede?"

"Portami in centrale" disse lei con gli occhi lucidi.

"Perché?"

"Hanno beccato Sam fumare"

"Che cosa?"

"Marijuana"

Nash spalancò gli occhi. Aveva detto che aveva smesso, perché ricominciare? Non che gli importasse più di tanto, ma era comunque un amico di Nefele. Presero la macchina e si diressero verso la centrale. Nefele era nervosa e di conseguenza si mise a piangere, Nash cercava di rassicurarla ma con scarsi risultati. Quando arrivarono, Nefele si morse il labbro. Il moro le accarezzò la guancia.

"Andrà tutto bene"

La mora annuì e, dopo esser scesa dalla macchina, si diresse all'interno dell'edificio. Chiese di Sam e le dissero che sarebbe arrivato in pochi minuti. Quando arrivò, Nefele si alzò di scatto dalla sieda e andò verso di lui. Aveva uno sguardo deluso e arrabbiato, Sam abbassò la testa.

"Perché?" chiese lei in un sussurro.

Sam alzò di scatto la testa e la sua espressione dura si addolcì guardandola: aveva gli occhi rossi per colpa del pianto, il trucco colato e le labbra rosse per colpa dei morsi. La trovava bellissima anche così.

"Perché-" si bloccò vedendo Nash avanzare verso di loro.

"Che ci fa lui qui?" sussurrò Sam alla mora.

"Ero con lui quando mi hanno chiamata"

Il biondo annuì, aveva completamente cambiato espressione.

"Ho pagato la cauzione" disse Nash.

"Grazie" disse freddo Sam.

Nefele li guardò. Erano strani, avevano uno sguardo quasi minaccioso.

"Grazie Nash" disse lei interrompendo il silenzio creatosi tra di loro.

Nash annuì ed uscì dall'edificio, seguito da Nefele e Sam. Entrarono tutti e tre in macchina e il silenzio che piombò fu uno dei peggiori. La mora iniziava ad agitarsi. Vedeva dallo specchietto laterale gli sguardi che Sam mandava a Nash e viceversa. C'era qualcosa che non andava e avrebbe tanto voluto sapere cosa. Arrivarono davanti alla casa di Sam, Nefele si giro per salutarlo, ma era già sceso dalla macchina. Dire che c'era rimasta male, è poco. Lo guardò entrare in casa e sbattere violentemente la porta. Sobbalzò quando la mano di Nash le toccò il ginocchio.

Spaces; nash grierWhere stories live. Discover now