10.

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Nefele quel pomeriggio non andò a parlare con Nash, ma andò in biblioteca. Voleva stare tranquilla e non essere disturbata.

"Perché è qui? Come faceva a sapere dov'era?" chiese Sam facendo avanti e indietro per il salotto.

Sam era ancora a casa di Matt e non aveva intenzione di andarsene. Voleva aspettare che Nefele tornasse.

"Non lo so e falla finita, mi innervosisci"

"Scusa" disse sedendosi sul divano.

"Vedrai che andrà tutto bene, non le potrà succedere niente finché è con noi"

Sam annuì. Voleva auto convincersi che fosse così.

"Nash l'hai chiamato?"

"Sì"

"E sa che sono qui?"

Matt alzò la testa dal cellulare e scosse la testa, se n'era dimenticato. Sam alzò gli occhi al cielo, come minimo gli avrebbe urlato in faccia. Prese il cellulare e mandò un messaggio a Nefele, con la speranza che gli avrebbe risposto.

"Non ti risponderà mai"

Sam alzò un sopracciglio.

"Perché?"

"È in biblioteca e sicuramente non tornerà prima di cena"

"Così tardi?"

"Per lei non lo è"

Sam sospirò e posò il cellulare sul tavolino. Il campanello suonò e Matt andò ad aprire.

"Ehi amico, finalmente"

"Ehi Matt"

I due andarono in salotto e Nash appena vide Sam, strinse la mascella.

"Che ci fa lui qui?"

"Sto aspettando Nefele"

Nash annuì impercettibilmente e si sedette sul divano. Non sapevano che fare.
Sam iniziò a sbuffare, dando fastidio al moro.
Matt aveva acceso la tv e stava facendo zapping.
Nash iniziò a muovere la gamba.

"E se andiamo da lei?" propose Sam.

"Sì, così ci lancia i libri dietro" ripose Nash.

Sam sbuffò. Si rese conto di non conoscerla più come una volta. Era cambiata, in meglio ovviamente.
L'ora di cena finalmente arrivò e i ragazzi avevano trovato un passatempo: la play. Avevano una strana fissa per quell'aggeggio, tanto grande da far preoccupare i genitori di Matt quando dissero ai tre di andare a mangiare e loro risposero che potevano anche non mangiare. Ma li convinsero a staccare un po'.
Dopo cena, iniziarono a preoccuparsi per Nefele. Non era ancora rientrata e mille pensieri si formarono nella testa di Nash. Erano ormai le 9 pm e non avevano ricevuto neanche un messaggio o una telefonata.

"Perché non arriva?" chiese Nash.

"Non sono un veggente, chiamala" rispose Matt.

Il moro alzò gli occhi al cielo. Compose il numero e si portò il cellulare all'orecchio, sperando in una risposta.
Il cellulare della ragazza iniziò a suonare. Posò il libro e lo cercò nella borsa.

"Trovato" mormorò dopo aver tirato fuori quasi tutto dalla borsa.

Vide il mittente e alzò un sopracciglio, poi guardò l'ora e spalancò gli occhi. Era tardi, molto tardi. Chiuse la chiamata e rimise tutto in borsa. Posò il libro nello scaffale e corse verso l'uscita. Appena svoltò l'angolo, sbatté contro qualcosa, o meglio qualcuno. Si rialzò da terra pronta ad urlargli contro, ma si bloccò quando vide che quel qualcuno era Nate.

Spaces; nash grierWhere stories live. Discover now