22.

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Erano passati tre giorni e ancora Nash non rivolgeva parola a Nefele.
La ragazza aveva provato ogni tipo di approccio, ma nulla.

Erano le 5 am e la mora era già sveglia. Aveva una tazza di caffè davanti a sé e un pacco di biscotti al caramello accanto ad essa. Non sarebbero mai mancati.
Era un fatto del tutto anormale che Nefele si alzasse a quell'ora, ma non riusciva a dormire. Forse per il caldo che la stava soffocando, forse per l'ansia che la stava divorando.

Perché era ansiosa? Semplicemente perché quel giorno, i suoi zii e la signora Grier, dovevano partire per due settimane e avevano deciso che sarebbero venuti anche i ragazzi.

Al sol pensiero di dover passare due settimane con Nash, le veniva da vomitare.

Non aveva avvisato Andrew, non aveva avvisato nessuno che non ci sarebbe stata. Aveva deciso di chiudere con molte persone e che avrebbe risolto con Nash, anche se lo riteneva impossibile dato che appena la vedeva cambiava direzione o non la calcolava minimamente.

Sbuffó e mise le mani nei capelli per pettinarli. Doveva decisamente tagliarli.
Si alzò dalla sedia e posò la tazza nel lavabo, per poi portarsi in stanza i biscotti. Buttò il pacco sul letto ed uscì nuovamente dalla stanza avvicinandosi a quella del cugino.
Aveva sentito parlare Matt e voleva sapere di cosa stesse parlando e soprattutto con chi.

Si appoggiò alla porta con l'orecchio e cercò di comprendere qualcosa.
Non si dovrebbe origliare gli altri, ma i discorsi che di solito faceva il cugino con qualcuno al cellulare erano sempre esilaranti e imbarazzanti e aveva sempre il modo di ricattarlo.
Sorrise pensando a tutte le volte che l'aveva fatto.

Corrugò la fronte e si sforzò di comprendere qualcosa.

"Tu sei pazzo"

"No, voglio dormire"

"Non m'interessa"

"Non lo so Nash"

A quel nome, il cuore di Nefele fece un tuffo e prese a battere velocemente.

"Se mi sgamano ti uccido, sappilo"

"Arrivo"

Nefele spalancò gli occhi e si precipitò in camera.
Dovette aspettare una ventina di minuti prima che Matt uscisse dalla sua camera. Lo aspettava dietro alla porta, pronta ad uscire per, come aveva detto lui, sgamarlo.
Una chioma bionda uscì lentamente dalla porta, guardò a destra e a sinistra per assicurarsi che non ci fosse nessuno nel corridoio ed uscì piano dalla stanza. Chiuse la porta senza far rumore e si diresse verso il soggiorno, ma prima che potesse fare un altro passo, la voce di qualcuno lo fece gelare. E c'erano circa una trentina di gradi.

"Dove vai così di soppiatto?"

Matt si girò guardandola male.

"Saranno cazzi miei dove vado o non vado" ringhiò infastidito.

Si, era arrabbiato con lei. Per cosa? Per quello che è successo con Nash. Dava ragione a lui e non a Nefele.
E aveva ragione, anche lei l'aveva detto. Ma le dava fastidio che le rispondesse sempre male.
Nefele alzò gli occhi al cielo per il tono che aveva usato il cugino.

"Senti, non voglio svegliare gli zii e dirli che il loro adorato figlio sta uscendo di casa di nascosto alle 5 del mattino. Quindi: dove stai andando?"

"Perché non ti fai mai i cazzi tuoi? Sai che potresti campare cent'anni?"

Nefele sorrise. Un sorriso malefico. Fece il conto alla rovescia con le dita delle mani.

Tre.

"Non fare la bambina"

Due.

"Quanto sei stupida"

Uno.

"Non ne saresti capace"

Zero.

"ZIA, MATT ST-"

Venne zittita da Matt, che le mise una bocca sulla bocca.
Nefele alzò il sopracciglio e il biondo sbuffò. Tolse la mano e la guardò.

"Sto andando da Nash"

"A fare?"

"Vuoi sapere troppe cose, cuginetta"

"È il mio mestiere"

Matt sbuffò.

"Non te lo posso dire"

Nefele lo guardò. Voleva saperlo.

"Allora vengo con te"

"Cosa?! No!"

"Allora dimmi perché vai da lui"

"No"

"Allora vengo con te"

"Perché non te ne va un po' a fanculo?"

"Perché questo è il tuo di mestiere"

Matt sbuffò di nuovo. Non voleva portarla, Nash si sarebbe arrabbiato.
Doveva trovare qualche scusa.

"Devo solo aiutare Nash a far la valigia"

"Non importa"

"Ti annoieresti, tanto"

"E perché? È divertente far la valigia"

"Come la facciamo io e Nash no"

Nefele lo osservò attentamente. Sapeva che stava mentendo.

"Va bene, resto qui"

Non era vero. Voleva sapere perché Matt stesse andando da Nash a quell'ora.

L'avrebbe seguito.
Scavalcato il cancelletto.
Sarebbe andata sul retro, dove si trovava la camera di Nash.
Salita all'albero.
Origliato la conversazione.

Annuì senza accorgersene.

"Perché annuisci?"

"Emh... così, lo faccio spesso"

Matt alzò un sopracciglio. Nefele gli sorrise, un sorriso alquanto falso.
Il suo piano era perfetto. O almeno così pensava.

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Buongiornoo piccoli babbani.

Dopo una lunga pausa, sono tornata.
Sono stata occupata da varie cose, ma di tanto in tanto scrivevo qualcosina.

Spero vi piaccia e per il prossimo capitolo non aspetterete mesi.
Croce sul cuore.

Alla prossima.

All the love,
-confvndus.

Spaces; nash grierOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz