50. Domenica.

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Amelia.
Al mattino, dopo essermi lavata e vestita, inutile dire che giù non si è smosso niente, preparo le ultime cose di Margherita e poi mi siedo sul divano.
Nella doccia scorre l'acqua, segno che Ignazio si è svegliato.

Margherita mi ha mandato un messaggio per darmi ora e luogo dell'appuntamento, io guardo l'orologio,  è ancora presto.

Il pensiero che va via mi rattrista parecchio. Anche se viviamo distanti da molto tempo, averla qui qualche giorno mi ha dato un po' di respiro. Un volto familiare, un volto amico. E mi sento ancora più sola, ad affrontare i miei pensieri.

Sono assente, quasi uno spettro di me stessa. Anche ieri notte, il mio cervello vagava libero. E questo Ignazio non lo merita, lo so.

Quando esce di camera già vestito, mi sforzo di ricambiare il suo sorriso allegro.

-dormito bene?-mi chiede.

-e chi ha dormito?-rispondo cercando di prendere un cipiglio malizioso. Probabilmente al momento sembro solo costipata.

Mi tiro su e prendo borsa e cappotto, Ignazio si accaparra il borsone di Margherita e le sue buste. Ho messo nel borsone tutto ciò che ho potuto, ma con lo shopping ci siamo davvero date alla pazza gioia.

Quando arriviamo al bar, la intravedo, la chioma vaporosa color miele. Indossa la felpa grigia che abbiamo comprato insieme, ha il viso appoggiato sul palmo della mano, e sta sorridendo maliziosamente al ragazzo seduto di fronte a lei. Agito la mano nella sua direzione, lei mi nota. Arrossisce un po', poi ci fa un cenno di saluto. Per un attimo mi chiedo se sia stato uno sbaglio venire qui e rubargli questi ultimi momenti di intimità.

Ignazio mi sfiora la schiena mentre avanziamo verso il tavolino.

Margherita è in imbarazzo, si nota lontano un miglio, soprattutto nei confronti di Ignazio.
E sorprendentemente lo è anche Piero.

Sorrido semplicemente-buon giorno!-dico. Nessuna domanda.

-hey!-fa Piero con forzata allegria.

Confermo. Avrei dovuto semplicemente portarle il borsone e salutarla, senza nessuna colazione.

Dopo i saluti e che mi sono tolta la giacca, c'è un momento di silenzio.

-penso che andrò a ordinare.-esordisco.

-no, faccio io.-si affretta a dire Ignazio. -cornetto e cappuccino per tutti?

Piero scuote la testa, Ignazio annuisce-lo so, per te niente cappuccino.

-vengo con te.-dice lui deglutendo.

I due si allontanano felicemente dal tavolo.

Io mi volto verso mia cugina, che si è coperta il viso con le mani.
-abbiamo sbagliato a organizzare questa colazione. -dico costernata.

Lei si scosta le mani dal volto, la fronte corrugata-ma no, che dici? Ci tenevo a salutarvi come si deve. Sono solo un po' in imbarazzo per aver passato la notte fuori con uno sconosciuto.

Rido- non è più uno sconosciuto a quanto pare.

Ride anche lei- porca miseria. -mi guarda- perché non vuole il cappuccino?

Scoppio a ridere- è intollerante al lattosio. Piero è deboluccio di stomaco.

Corruga la fronte - hai appena minato l'immagine virile che ho di lui.

-l'importante è che non sia debole da altre parti.

-ah no, se è per questo...

-come è andata?

Ovunque sei é vicinissimo. Ignazio Boschetto.Where stories live. Discover now