-Capitolo 15-

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HOPE'S POV

La luce del sole mi ha appena toccata facendomi svegliare, misi la mano dall'altro lato in cerca di lui ma trovi solo le lenzuola bianche a farmi compagnia.
Mi girai per assicurarmi che non ci fosse nessuno e ne ebbi la conferma.
Sono amareggiata, non lo nascondo, di solito quando si l'amore ti ritrovi con l'uomo ancora tra le braccia di Morfeo mentre ancora ti stringe tra le sue braccia forti, dove ti senti al sicuro. Scesi dal letto e cercai un qualcosa da mettere, vidi una maglia grigia del rinomato dottore per terra e senza pensarci troppo la presi e subito dopo la misi. E a passo felpato mi dirissi verso la cucina, dove trovai un biglietto e dei pancake.

"Scusa se me ne sono andato prima che tu ti svegliassi ma ho avuto da fare.
Fatti trovare pronta per le 11.00
-Downey"

Subito mi sedetti e addentai i pancake, che, a dir la verità, sono davvero buoni.
A volte vorrei tornare indietro, a quando ero ancora in fasce fra le braccia di mia madre o, perché no, alla notte scorsa, voglio essere felice come lo ero ieri, piangere se necessario, ma la verità e che voglio solo essere felice, senza problemi nella testa. Vorrei solo imparare a sognare, come quando ero piccola e sognavo talmente tante cose che non riuscivo a ternerle sempre a mente.
Sogna in grande, mi dicevano, ora posso riprovare a sognare, e in grande.

Il paesaggio scorre veloce continuandomi a chiedere dove stessimo andando. Non parlavo, non volevo parlare.
La musica si faceva sentire calma e stupenda mentre sentivo la canzone romantica di Ed Sheeran, Perfect.
Sentii una voce maschile accompagnare quella di Ed, mi girai e notai che era colui che al solo tocco mi mandava in estasi, che alla sola parola, anche quella più stupida, mi faceva sentire bene.
Sorrisi istantaneamente, la sua voce mi faceva sorridere.
Lo osservai cantare fino alla fine della canzone, ne seguì un applauso da parte mia che lo fece ridere di gusto. Lo continuai a gurdare.
-Che c'è?
Mi sorrise, il tono era pacato, è così carino quando ha questo tono di voce, Dio, forse sto diventando davvero pazza.
-Mi sono appena accorta che hai delle fossette adorabili.
Un sorriso da parte sua ne segui, la curiosità mi sta mangiando viva, voglio capire dove stiamo andando ma non proferisco parola.
Subito arrivammo in un parcheggio di un centro commerciale, ciò vuol dire che arrivata la mia ora di fare acquisti, una tra le cose che più detesto.
Scesi dalla macchina e incorciai le braccia al petto restando completamente immobile, senti la macchina chiudersi, continuai a rimanere impassibile.
Vidi l'ombra della sua figura accanto a me.
-Devi sapere che c'è un'unica cosa che odio fare, ed è fare shopping.
Mi morsi il labbro, di tutto ad un tratto il dottore mi prese il polso e mi incominciò a trascinare, letteralmente.
-O su dai! Non è mica l'inferno!
Mi sorrise nuovamente, è così carino sorride.
Ormai siamo dentro, non c'è più possibilità di scappare, ma sinceramente con quei due occhini color nocciola che il dottore ha, mi è praticamente impossibile scappare, per mia sfortuna, o fortuna, mi è ancora difficile valutarlo.
L'amore è una cosa strana, ti rende cieco davanti all'impossibile, o almeno a quello che secondo te è impossibile, è ti fa soffrire molto ma allo stesso tempo è un qualcosa di bellissimo, ti fa sentire bello per un'istante quando sei con la tua anima gemella, e si, forse l'anima gemella non esiste, ma che c'è ne importa a noi? A noi, a me, basta amare chi non è amato e ciò mi fa stare bene con me stessa.
Forse sono innamorata del dottore, forse no, o forse e solo gratitudine immensa, ma finchè lui me lo renderà possibile, continuerò a volergli bene e forse anche molto di più.
La mia ora è praticamente giunta, siamo alla ricerca di vestiti per me, così non potrò rubare quelli del dottore, ma sappiamo tutti benissimo che continuerò a rubarli di nascosto, perché ormai mi è imposibbile stare lontana dall'aroma di pino silvestre e tabacco.
I

l dottore ritornò da me con tanti vestiti, tutti da farmi provare e di conseguenza mi trascinò nei camerini. Appogiò i vestiti sulla sedia e mi fece cenno di entrare mentre prese il telefono che inizialmente era riposto nella tasca dei suoi pantaloni.
-Facciamoci una foto.
-Perché?
Era stupido chiederlo, ma ero veramente curiosa di vedere la sua risposta.
-Così mi ricorderò che dopo cinquant'anni sono stato io a trasportare una donna a fare acquisti anziché il contrario.
Entrambi ridemmo di gusto.
Presi il suo cellulare fra le mani, sorrisi vedendo che il dottore aveva fatto la linguaccia accompagnata dall'occhiolino, la sua testa era vicina alla mia, girai la fotocamera per farci una foto allo specchio mentre io sorridevo.
Scattai più volte nel tentativo che almeno una venisse decente.
In seguito il dottore usci così che io potessi provare i vestiti. Man mano che li mettevo uscivo per avere la sua approvazione e non ne bocciò neanche uno.
Ci dirigemmo verso la cassa ed appoggiamo tutti i vestiti sul bancone per far si che la cassiera potesse passare i vestiti sullo scanner.
-Salve.
Dicemmo tutti in coro. Mentre la cassiera passava tutti i vestiti sullo scanner, guardai il moro che faceva rimbalzare lo sguardo da me alla cassiera e così via, trattenni una risata.
-Scusi una domanda.
Downey ritornò a guardare la donna mentre metteva i vestiti nel saccetto.
-Mi dica.
Il tono sicuro del dottore mi fece sorridere,c'è un clima di imbarazzo ma forse è proprio questo che mi farà ridere come non ho mai fatto.
-Ma lei è sua figlia?
Disse indicando me, continuavo a trattenere una risata mentre vedevo Downey che faceva rimbalzare lo sguardo da me alla cassiera, è evidente che è imbarazzato.
-Emh..si.
In seguito estrasse il portafoglio dalla tasca e subito dopo diede i soldi alla cassiera.
-Si tenga il resto.
Prese il sacchetto mentre continuavamo a trattenere le risate, guardavo il dottore che pian piano diventava sempre più rosso.
-Arrivederci.
Dicemmo nuovamente in coro, ci allontanammo di fretta dal negozio ed incominciammo a ridere come non mai. Quando smettevamo e appena ci guardavamo negli occhi ricominciavamo a ridere, mi fa male la pancia per quanto abbiamo riso.
-Quindi io sono tua figlia?
Dissi fra le risate forti, ce ne fregavamo delle persone che passavano accanto a noi guardandoci in malo modo.
-Si, figliuola.
Ridemmo ancora e ancora finchè non arrivammo alla macchina.
Risate più vere di queste in vita mia non c'erano mai state, il mio cuore batte come non ha mai fatto, non è battuto mai così forte, finchè non è arrivato lui.


Bella,
Come va? Ve la state passando bene questa quarantena?
Loro due se la passono benissimo😂
Lasciate un commento ed una stellina se avete apprezzato ed al prossimo capitolo!
Fabiana⚡

𝑷𝒔𝒚𝒄𝒉𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒔𝒕Where stories live. Discover now