-Capitolo 33-

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Il capitolo sarà narrato in terza persona, buona lettura.

Si provano tante cose quando si è tradito da una persona che si ama: rimorso, dolore e, nonostante tutto, un po' di amore. Quella piccolissima parte che ama con tutto se stesso nonostante tutto, il dolore è inevitabile quando si parla di amore.
Così si sentiva Robert, affogava il suo dolore nell'alcol cercando di non pensare.
L'uomo dagli occhi color nocciola si svegliò con un forte mal di testa, mugnuando e lamentandosi della luce che entrava dalle veneziane.
Ricordò che la sera stessa sarebbe dovuto andare a una stupida festa, per un attimo il pensiero di restare a casa e continuare a bere gli sfiorò la mente, ma cacciò via subito quel pensiero infantile.
Hope, non troppo diversamente, non si sentiva molto bene, aveva passato gli ultimi due giorni a piangere e a mangiare a stento, se non fosse stato per Chris lei non avrebbe toccato cibo. Si sentiva terribilmente in colpa perché adesso lei non poteva immaginare come stesse la persona che aveva amato di più al mondo e per questo non si sarebbe mai perdonata.
Il tempo uccideva tutti e due, lentamente, come una lama conficcata nel cuore di entrambi. Erano lontani come non mai ma pur sempre vicini.
Nessuno aveva idea di come sarebbe andata la serata, magari con un ballo ad uno sconosciuto oppure con l'alcol gratis,  me nessuno dei due aveva la palla di vetro e per quanto gli sarebbe piaciuto, nessuno dei due sapeva che sarebbe successo.
E fra una riflessione e l'altra entrambi si andarono a fare una doccia, come se le loro vite stessero andando alla stessa velocità per gli ultimi minuti.
Hope indosso quel vestito stupendo che gli aveva gentilmente regalato Chris, era di un celeste chiaro, niente di troppo appariscente, non aveva scollature esagerati o strappi al ginocchio, era un vestito normale ma comunque bellissimo al parere della ragazza.
Robert indossò il suo smocking migliore e una bella cravatta nera al contrasto con la camicia bianca. Prese una sigaretta, la accese e la fumò finché non ci fu più niente da inspirare, il fascino delle sigarette era inresistibile, sapevi benissimo che quella cosa ti avrebbe ucciso ma lo facevi comunque essendone consapevole, e in quel momento Robert non voleva che qualcuno gli facesse la predica quindi si andò a lavare i denti e si spruzzò del profumo per coprire l'odore del fumo.
Hope si guardava in torno come dispersa in un'altra dimensione, come se non lì in quel preciso momento. La consapevolezza che sarebbe potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro gli impose di non truccarsi più del dovuto.
Ogni singolo movimento le sembrava costargli una fatica immane e guardandosi allo specchio riconobbe quanto stesse soffrendo, forse erano i sensi di colpa oppure l'amore, non si può decretare.
Chris, nonostante le aspettative di tutti, si stava impegnando per risolvere le cose fra i due, una volta fu innamorato di una donna e adesso innamorato del suo uomo, tutto questo non gli apparteneva e faceva male anche a lui, ma avrebbe fatto di tutto per vedere il suo migliore amico felice, anche a costo della sua felicità.
Una casa, tre piani, vecchio stile, i muri erano grigi lasciando alla vista a volte qualche mattone, forse per fare vedere che dentro ogni cosa ci sono delle fondamenta. Quando vi si entrava si notava subito i tre piani dotati di una sottospecie di balcone che collegava tutte le stanze, se vi si spostava al centro della casa e si alzava la testa era possibile vedere le magnifiche stelle poste in cielo di quella sera.
Una musica lenta risuonava nell'ambiente dove vi sarebbe stato o il probabile inizio di una storia o la sua probabile fine.
Il probabile a Chris Evans non piaceva, lui si stava impegnando con tutto se stesso che non fosse più un probabile.
Arrivarono ai due innamorati lo stesso messaggio da Chris.

È richiesta la vostra presenza al Harrison St 19, fate il più presto possibile, è importante.

Entrambi andarono nel panico, forse consapevoli che il loro amico non stesse bene e avesse bisogno del loro aiuto.
Robert prese le chiavi della sua macchina e sfrecciò per le strade della città fino a trovare l'indirizzo.
Hope scese di corsa in strada a cercare un taxi, entrò nel primo taxi disponibile e diede subito le informazioni al tassista.
Tutto questo mise in agitazione entrambi, cosa non buona ma necessaria.
Robert parcheggiò la sua amata macchina ed entrò di fretta nella casa, rimase stupito dalla bellezza ma non se curò molto, troppo preoccupato per il suo amico.
La ragazza invece, arrivata a destinazione, prese la prima bancota che trovò e si sbrigò a dire al tassista di tenersi il resto, uscì dalla macchina ed entrò nella casa trovando un uomo familiare.
L'uomo in questione si girò e si guardarono negli occhi, nessuna parola era importante dal momento che nessuno dei due non sapeva cosa dire.
-Hope?
Chiese in maniera ingenua, si accigliò e si rese conto di chi avesse davanti, ebbe come la sensazione che il suo cuore si spezziò di nuovo, più di quanto non lo fosse già.
-Robert...
Disse lei con lacrime agli occhi, dopotutto gli era mancata la sua voce, i suoi occhi, e qualsi altro aspetto di lui, ma questa sensazione svanì quando vide lui indietreggiare e scuotere la testa come un bambino, gli aveva fatto troppo male.
D'improvviso si accese una televisione alle spalle di Robert, nessuno dei due si era accorto della sua presenza.
Robert si girò di scatto, un video incominciò ad essere proiettato, era opera di Chris.
-Sono consapevole che questo non è il modo migliore per dirvelo ma è essenziale, vi siete fatti male, vi siete scottati per colpa del vostro amore.
L'uomo dai capelli biondi fece una piccola pausa, permettendo a Hope di mettere la spalla contro la spalla di Robert nonostante la diversa altezza.
-Ma guardatevi, vi siete traditi eppure non riuscite ad odiare l'altro, voi due siete anime gemelle e io farò tutto quello che è in mio potere per cercare di farvi aggiustare le cose, non sarò io né nessuno altro a decidere il destino di questa coppia bensì sarete solo e soltanto voi due, fate la cosa giusta per la felicità dell'altro, parlatene e aggiustate i pezzi del vostro cuore, voi due insieme siete unici.
Di tutto un tratto la televisione si spense facendo sentire nell'aria la tensione dietro a loro, si poteva percepire, quasi toccare oserei dire, nessuno dei due si era mosso neanche di un centimetro, probabilmente sconvolti da quello che fosse appena successo.
Nessuno dei due osava credere a quello che stesse succedendo, trovarono il coraggio di voltarsi e guardarsi dritti negli occhi.
Occhi color marrone, come le nocciole, grandi e pieni di lacrime che non osò fare scendere.
Occhi color mare, avevano la capacità di trasmettere tanto senza volerlo, pieni di tristezza.
Si scrutarono a vicenda, non osavano sfiorarsi, ma solo guardarsi.
Nessuno dei due sapeva cosa dire, forse le parole non erano necessarie, ma c'è n'erano molte da dire.
La prima che trovò il coraggio di parlare fu Hope, forse era lei quella che si doveva scusare più dei due.
-Robert, inizio col dire che io non ho idea di come tu ti senta ma so come mi sento io.
L'uomo ispirò l'aria dalle sue narici, voltando il volto per non fare vedere gli occhi pieni di lacrime pronte ad esser esposte.
-So che sono stata malissimo in questi due giorni, so che mi sento molto in colpa per quello che ti ho fatto e so di per certo che ti amo con tutta me stessa, non era mia intenzione farti del male, perdonami.
Prendeva grosse boccate d'aria e anche lei tranneva le lacrime, lui si girò per guardarla accigliando le sopracciglia.
-Non era tua intenzione farmi del male? Mi dispiace ma non ti credo, mi hai detto che mi ami eppure hai preferito andare a letto con un altro per non so quale motivo e non voglio saperlo onestamente.
Sputò quelle parole come veleno, come fuoco dell'inferno, potevi bruciarti al solo udirle.
-Il mio cervello è un casino e tu lo sai più di tutti.
La ragazza non resistette più, lasciò cadere le lacrime sulle gote rosee.
-La psicologia non c'entra niente in tutto questo, Hope, mi hai tradito nonostante sia stato l'unico a credere in te, nonostante ti abbia amato.
Il disprezzo nelle parole era notevole, mentre l'indice della mano di Robert indicava insistentemente la ragazza.
Hope non aveva scusanti, se ne vergognava come non mai, abbassò la testa guardando le punte dei suoi tacchi che improvvisamente non erano più belli come le sembravano quando aveva scelto di indossarli. Cacciò via le lacrime, strofinando il palmo della mano contro le sue guance, rialzò lo sguardo e notò subito che Robert non era da meno, anche lui stava soffrendo.
-Lo so, per questo non ho scusanti, ma so una cosa, io ti amo, me ne sono accorta quando mi sono ritrovata a piangere perché so di aver sbagliato e perché mi manchi.
La ragazza aveva il fiatone, si stava sforzando di dire quelle cose, non perché non le pensasse ma perché era troppo orgogliosa, nonostante sapesse di aver sbagliato le era difficile ammetterlo.
-Perché? Perché ora? Perché hai aspettato così tanto per dirmelo?
Lei parve confusa, non capiva a cosa si stesse riferendo.
-Perché non me lo hai detto tu? Mh? Ti sembra giusto che io l'abbia saputo da un'altra persona?
Non aveva parole, non capiva di cosa stesse parlando e questo la innervosiva non poco.
-A cosa ti riferisci?
-Al fatto che ho saputo da Susan che tu mi avevi tradito.
La gelosia la pervase, odiava quella donna, era stata lei a farlo soffrire più di tutte, di quello ne era sicura.
-Ti riferisci alla Susan con cui mi hai tradito, ho trovato i tuoi diari e li ho letti.
Sputò quelle parole con rabbia, Robert apparve stupito e gli spuntò un sorriso nervoso sul suo viso, si toccò la fronte e il fianco destro coperto dalla stoffa della camicia.
-Sai una cosa? Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per te.
Fece una pausa e ritornò a guardarla negli occhi riportando la mano che era sulla fronte al posto originario.
-Susan mi ha minacciato più volte di andare a spifferare tutto alla polizia, non ti ho mai detto nulla per non farti preoccupare, che egoista che sono.
Rabbia, dolore, odio, tutti sentimenti che anche un cieco sarebbe riuscito a notare. Ormai nessuno dei due aveva la forza di trattenersi, le lacrime scesero per entrambi, chi lo avrebbe mai detto che il loro amore li avrebbe fatto soffrire così tanto?
-Sai che c'è, non cercarmi mai più, non voglio sentire neanche il tuo nome, alla fine quello che volevi era approfittare del mio amore per te.
La guardò dittra negli occhi, la fermezza di quelle suo parole le fece paura.
-Io non mi sono approfitta di te...
La risata sarcastica di lui riecheggiò nell'aria.
-Non cercami mai più.
Sottolineò quelle parole con fermezza, mentre si avvicinava al suo viso.
Robert si voltò e camminò verso l'uscita, sparendo poi dietro l'arcata lasciando sola Hope, con le lacrime agli occhi.
Due cuori si rupperò quella sera, nessuno dei due era sicuro di poterli aggiustare come un tempo, ma la psicologia fa brutti scherzi.
Quella era la fine della loro storia d'amore.

Già amici, siamo arrivati al capo linea, è stato un onore scrivere questa storia apprescondere di come sia finita.
Comunque per chi non l'avesse capito la casa è questa:

Esattamente quella dei Mikaelson in The Originals (:Lasciate un commento ed una stellina se avete apprezzato e alla prossima storia!Fabiana⚡

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Esattamente quella dei Mikaelson in The Originals (:
Lasciate un commento ed una stellina se avete apprezzato e alla prossima storia!
Fabiana⚡

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