-Capitolo 8-

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HOPE'S POV

Manca sempre meno alla mia uscita da questo inferno, ma non ho idea di dove poter andare quando sarò fuori di qui.
Solita giornata, soliti corridoi, soliti infermieri e solita monotonia, non vedo l'ora di poter correre in una spiaggia con il mare che si fa sentire prepotente, mi mancano le stelle che sono così alte e luminose, mi mancano l'odore di una pizza appena sfornata, anche se non sarà mai come quelle italiane ma non mi importa, mi manca scoprire cose sconosciute e ignote, mi mancano le amicizie vere, quelle che non ti abbandonano mai.
Si sta avvicinando l'infermiere Lee, spero tanto che mi porti buone notizie, voglio vedere Downey e discutere con lui la mia vita appena uscita di qui, forse sono un po' egoista, ma non sentivo questa adrenalina da troppo tempo.
-Signorina Carter ha un seduta con Downey.
Dentro di me feci i salti di gioia, ma mi limitai ad alzarmi e ad andare davanti le sbarre, attendendo che mi apra.
Sono in stanza con Downey, all'uscita c'è solo una guardia e non è neanche per noi quindi mi sento tranquilla.
-Dottor Downey non sa quanto sono felice!
Lui rimase sbigottito da quello che avevo appena detto, era abituato a vedere una Hope fredda, acida e senza emozioni. Risi a quella faccia buffa, mi fa stare bene e non so neanche come faccia.
Tante volte sono rimasta appesa in un filo, a volte questo filo veniva tagliato e altrettanto veniva lasciato in tatto, lasciandomi penzolare nel vuoto dell'infelicità. Questo filo lo avevo lasciato in tatto per troppo tempo, rendendomi veramente infelice, adesso è giunto il momento di tagliarlo e di rendermi conto che la felicità esiste, anche se un piccolo spazio di infelicità rimarrà sempre.
-Come mai?
Mostrai il mio sorriso migliore e così fece anche lui, guardai quello spazio dove si intravedeva uno spiraglio di luce, mentre continuavo a sorridere.
Downey si mise accanto a me, cercando di farmi sentire a mio agio.
-Penso che tra poco uscirò di qui e potrò fare quello che ho sempre voluto fare, senza nessuno che mi dica di no, senza nessuna regola, e questo mi rende felice!
Lo guardai negli occhi, quei bellissimi occhi color nocciola così grandi che mi ci potrei tuffare dentro, adoro lui come adoro i suoi occhi.
L'amore è qualcosa di stupendo e grande, se vuoi bene a qualcuno non puoi fare a meno che crescere il sentimento di affetto per quella persona, è inevitabile.
Ancora nessuno ha capito che non è la giornata luminosa ha rallegrarci, ma il bagliore della nostra anima.
-Ma fatto sta che non ho idea di dove poter andare per dormire.
Lui ci pensò su, facendo oscillare la testa avanti e dietro in continuazione, mordendosi il labbro inferiore.
Downey vi vuoi fare impazzire?
Ci sei riuscito alla grande, complimenti!
-Potresti dormire a casa mia, la casa è grande è...
Non fece in tempo a finire la frase che gli poggiai le braccia attorno al collo, prendendolo di sorpresa, sentii stringermi facendo diventare il tutto un caloroso abbraccio, è fantastico quello che sto provando.
-Grazie! Grazie mille!
Continuavo a ripetere mentre l'abbraccio diventava sempre più caloroso e dannatamente bello.
Una morsa dolorosa allo stomaco arrivò quando ci staccammo, anche se il mio stato d'animo mi implorava con tutto il cuore di non farlo, ma non gli diedi retta, forse il più grande errore che potessi fare, ma lo feci lo stesso.
Mi sorrise, il suo sorriso e uno dei più belli che abbia mai visto, a dir poco fantastico.
-Di niente, questo ed altro per te.
Gli sorrisi con le lacrime agli occhi, finalmente qualcuno che si fidava ciecamente di me e giuro che se in un qualsiasi modo l'avessi tradito mi sarei uccisa da sola, lui non se lo merita, lui non si merita di avere una persona come me affianco, una persona ormai senza sentimenti e fredda, quasi gelida.
-Più tardi faremo suonare un'ora d'aria, così potrai salutare la tua amica.
Lo guardai insospettito, come sapeva che avevo fatto amicizia con Emily?
-Lei come fa a sapere che ho fatto amicizia?
Il suo sguardo diventò buffo, mettendo le mani in aria per poi farle sfregare contro la stoffa dei pantaloni, mise le mani davanti alla faccia e poi le rimise nella posizione originaria.
-Beccato! Vi ho ascoltato.
Rise vedendo la mia faccia, forse sembrava scioccata.
-Tranquilla ho sentito solo la parte in cui vi presentate, insomma, non sono mica uno stalker!
Ridemmo di gusto, non poteva essere sicuramente uno stalker, era troppo bello per sprecarsi in questo modo.
-Sembro uno stalker?
La sua voce era sarcastica, ma non lo era la sua risata, essa è naturale e bellissima così com'è.
-Non si offenda, ma non è portato!
Continuammo a ridere per tutto il tempo, finché una guardia entrò dicendo che era finito il tempo e mi doveva riportare nella cella.
Che ho fatto di male a queste persone per non essere etichettata come una persona normale, ma in fondo la normalità non fa per me, odio quando le persone sono menefreghiste, odio quando si atteggiano come dei VIP, odio quando si vantano per ogni cosa, odio il loro essere così insopportabili quando hanno di fronte una persona che ha sempre avuto problemi personali, dalla fragilità mentale alla fragilità fisica.
Ora sono di nuovo dietro a delle sbarre con gli occhi sognanti di chi potrà finalmente uscire e vedere veramente quello che c'è dietro quelle mura, il soffitto sembra più scintillante del solito e le sbarre meno arrugginite del solito. Sto facendo tornare la vecchia Hope, odio quella ragazza, troppo gentile e affettuosa, non voglio che torni perchè ho paura che se tornerà ricomincerò a soffrire, ed io non voglio più soffrire, specialmente per i miei sentimenti forti e i sorrisi falsi, odio quella Hope e la odierò sempre.
C'è differenza tra raccogliere un fiore e strapparlo via.


Bella
Tra due o tre capitoli la nostra Hope uscirà da quell'inferno e ricomincerà a vivere veramente e per giunta a casa del nostro Robert!
Scusate eventuali errori di battitura.
Lasciate un commento ed una stellina se avete apprezzato ed al prossimo capitolo!
Fabiana⚡

𝑷𝒔𝒚𝒄𝒉𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒔𝒕Where stories live. Discover now