-Capitolo 4-

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DOWNEY'S POV

La guardia prese Hope e la condusse fuori dalla stanza per portarla nella sua cella, povera ragazza, non si merita quello che le sta accadendo.
La dottoressa Levin rimase ferma di fronte alla porta finché non vide la guardia allontanarsi con Hope accanto a loro e solo allora si girò, prese la maniglia della porta e la chiuse con un sonoro botto, quella maledettissima porta che non aveva fatto nulla per meritarsi tutto ciò.
Si girò nuovamente a guardarmi ed io, a mia volta, rimasi a guardarla, sapevo che si sarebbe arrabbiata per quello che ho fatto, ma non me ne importa molto.
-Che pensavi di fare? Eh, Robert? Volevi farti ammazzare?
Chiusi gli occhi e serrai la mascella, crede che io sia un bambino indifeso e che io non mi sappia difendere, ma si sbaglia di grosso.
Si avvicinò e posò violentemente i libri sul tavolo, di come si comportava sembra che io avessi appena commesso un'omicidio!
-Quella donna non è affatto stabile mentalmente! E tu che fai? Ti ci metti a parlare senza guardie?!
Strinsi il pugno, cercando di non urlare e di rimanere il più tranquillo possibile, ma con lei è tutti impossibile ultimamente.
Vorrei vivere in un mondo pieno di tranquillità, della mia psicologia, dove i sentimenti non hanno senso e la mia mente e in continuo conflitto, come guerrieri su dei cavalli puro sangue con delle lance per sconfiggere il nemico. La mia psicologia è fantasia e non me ne vergogno affatto, perché al giorno d'oggi nulla ha senso, tranne le favole. 
Lei continuava ad urlarmi contro che avevo sbagliato, che non dovevo stare con la ragazza da solo, che potevo morire ad altre cavolate del genere. Non sopporto più questi pensieri idioti, non capiscono che devo dare un senso alla psicologia di tutti e che non ho bisogno di nessuno, di nessuno.
Non ce la feci più a trattenermi, mi alzai violentemente facendo la sedia al muro, le mani che si scontrarono contro il duro legno del tavolo, gli occhi sgranati su di lei e labbra socchiuse pronte ad urlare contro. Vidi il suo volto impaurito e colto di sorpresa, non avevo mai reagito così specialmente con lei, ma quando è troppo è troppo.
-Adesso basta!
Ero arrabbiato, non ne potevo più di quel comportamento da mamma protettiva che si crede invincibile, lei era solo la mia ex moglie, non poteva venire da me ed incominciare ad impartire ordini.
-La devi finire con questo comportamento da madre protettiva, non sono più un bambino!
Esasperato, ecco qual è la parola che cerco quando sto con lei.
-La ragazza e tutt'altro che aggressiva!
Feci una pausa risedendomi, lasciandomi andare sullo schienale della sedia e mettendo un braccio sulla gamba e l'altro sul tavolo, lasciando penzolare la mano, tranquillizzandomi quasi del tutto.
-Lei, Hope, quando non ci sono le guardie è diversa, è più tranquilla e riesce a fidarsi di me, non ha provato nemmeno lontanamente a toccarmi per farmi del male, anzi, l'ho vista sorridere!
La sua immagine della sua faccia che sorride si fece sentire nella mia mente facendomi, involontariamente, sorridere.
-E allora? È un sorriso, che cos'è cambia da prima?!
Ancora quel tono isterico, quanto lo odio.
Mi alzai più tranquillamente, e con le mani in tasca mi avvicinai a lei.
-Che in tutta la mia carriera non ho mai e dico mai visto qualcuno sorridere qui dentro e questo è un grande passo avanti.
Sono abbastanza sicuro che non mi stesse ascoltando, guardava il vuoto ma dritto verso di me, ammetto che mi sento in soggezione.
-Ehy? Ci sei? Sei in questo mondo?
Dissi passandogli la mano davanti alla faccia evitando di toccarla, non ottenendo una risposta misi giù la mano e guardai altrove, appoggiandomi alla scrivania di legno scuro. 
D'improvviso, mi prese il viso e mi baciò, la mia bocca contro la sua.
Alzai le mani al cielo e, visto che lei aveva messo le mani sui miei fianchi, gliele levai e mi allontanai mettendomi le mani fra i capelli e balbettando qualcosa che neanch'io capivo e dopo un po' di minuti di puro panico gli puntai il dito contro.
-No, Susan! Io non ti amo più! Mi hai fatto troppo male!
La sua faccia era delusa, ma stava escogitando qualcosa, me lo sento.
Susan, a passo lento, si avvicinò a me, facendo riecheggiare nell'aria il rumore dei suoi tacchi a spillo.
-O dai Robert, non puoi dirti che non ti è piaciuto.
Ormai eravamo faccia a faccia, credo di essere diventato rosso come un peperone per l'imbarazzo. È stupenda, lo ammetto, ma devo tornare lucido prima che faccia qualcosa di cui mi potrei pentire.
-Senti, Susan, per quanto mi dispiaccia per te, non ti amo più, dopo che mi hai tradito ho smesso di amarti, non ci riesco, non cercare false speranze a cui aggrapparti.
Tono deciso, sguardo fisso sui suoi occhi, senza timore della sua reazione. Mi allontanai da lei, aprì la porta e me ne andai incominciando a camminare. Il ritmo  dei miei passi aumentava sempre di più fino a diventare una vera è propria corsa per scappare dalla psicologa più rompi scatole che abbia mai visto in un tutta la terra.
Si ero sposato, si nessuna sapeva che avevo portato Hope senza guardie a parlare con me e, si credo nelle favole ma infondo che c'è di sbagliato? Forse sono un po' grandicello per queste cose futili ma non si è mai troppo grandi per essere piccoli.
Da adolescente ero un vero e proprio ribelle, e tutt'ora sono ancora un po' ribelle, tutto ciò era provocato da scappatelle notturne fuori casa e non rispettare il coprifuoco, tutta colpa delle persone che mi stavano attorno, nessuno credeva in me e in quelli quello che facevo, nessun sostegno e nessun incoraggiamento. Solo una persona cercava di capirmi e di sostenermi, mio padre. La figura più importante della mia vita. Lui mi ha sempre sostenuto per tutto, dal realizzare i miei sogni al voler costruire una casa sull'albero, era parte fondamentale della mia vita, finché una rapina in banca non decise di portarlo via per non farlo più ritornare da noi. 
Ho incominciato a disperarsi quando ho saputo la notizia ma col tempo ho imparato a conviverci, d'altronde non potevo e non posso tutt'ora fare qualcosa per portarlo nel mondo dei viventi.

Tu non sei una persona cattiva, sei una persona buona a cui sono successe cose cattive.
Forse è proprio vero che le persone più buone sono quelle che se ne vanno prima.

Bella raga.
Ditemi la verità, per un'attimo avete temuto il bacio tra i due?
Raga poi, sinceramente, vorrei sapere se vi piace il mio modo di scrivere oppure magari devo migliorare su determinati punti di vista.
Lasciate un commento ed una stellina se avete apprezzato ed al prossimo capitolo!
Fabiana⚡

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