Sotto accusa (Prima Parte)

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"Quindi...lei sarebbe il dottor Wilde?".
Judy si era alzata titubante dalla sedia su cui si era accomodata da quasi tre quarti d'ora, aiutandosi a mettersi dritta grazie alle stampelle, per poi avvicinarsi all'ocelot che aveva appena affermato di essere il fantomatico cugino di Nick.

"Già, ma in fondo immagino che vi aspettavate di trovare una volpe, d'altronde Nick non è nuovo a non specificare adeguatamente dettagli insignificanti come potrebbe essere il fatto che anche se lui è un canide si ritrova con un cugino felino".

Almeno per quanto riguardava Sofia la questione era della massima importanza, ed in fondo era anche curiosa di saperne di più su questo mammifero e sulla sua appartenenza alla famiglia Wilde, diede una spinta con le braccia alle ruote della sedia a rotelle e si avvicinò anche lei all'ocelot, porgendogli poi il foglio che aveva ricevuto il venerdì prima da Nick.
Lui lo prese e gli diede un rapido sguardo, riconoscendolo subito e tornando ad osservare la coniglia paraplegica.

"È la carta che ho preparato per Nick quando mi ha spiegato la sua condizione, sinceramente non mi aspettavo di vederla così presto, di solito la gente ci pensa un po' prima".

"Bè, sono tredici anni che sto in queste condizioni, il tempo per pensarci non mi è mancato di certo".

"Va bene".

A questo punto la coniglietta staccò la zampa dalla sedia a rotelle e la porse verso il predatore per una stretta di mano.
"Io sono Sofia Hopps e lei è mia sorella Judy".

L'ocelot ricambiò la stretta, poi alzò lo sguardo verso l'altra coniglia che stava in piedi con le stampelle dietro di lei.
"Si, in effetti siete molto simili, e vedo che anche lei è abbastanza malandata, tutto a posto?".

Judy non si aspettava interesse nei suoi riguardi, e sinceramente nemmeno le importava, erano andate fin lì per risolvere il problema di Sofia, tutto il resto era una inutile perdita di tempo.
"Al diavolo, non siamo venute fin qua per me, la mia è una situazione temporanea".

"Judy, ma che modi sono?".
Le orecchie di Sofia scattarono all'insù non appena udì la sorella dire quella frase, si volse dietro di lei lasciandole uno sguardo severo, dello stesso tipo che metteva su Bonnie quando loro erano piccole e tornavano a casa dopo averne combinate di tutti i colori, per un attimo ci fu un silenzioso scambio di occhiate da parte delle due sorelle prima che Judy distogliesse lo sguardo, voltandosi verso una porta li vicina e cominciando a zoppicare in quella direzione.

"Devo andare in bagno".

Sofia la osservò per tutto il tragitto, finchè non sparì oltre la porta, per poi sospirare e rivolgersi al felino davanti a lei.
"Mi dispiace, non capisco cosa le sia preso, di solito non è così aggressiva".

Rodney volse per qualche istante lo sguardo verso la porta dove era sparita un attimo prima la coniglia.
"Infanzia difficile è?".

"Già...aspetti, ma lei è un chirurgo o uno psicologo?".

L'ocelot sorrise alla sua interlocutrice, osservandola un attimo prima di rispondere.
"Il primo ovviamente, ma sono abbastanza esperto a riguardo da capire certi comportamenti, sarò anche un felino, ma sono cresciuto fin dalla tenera età in una famiglia di volpi, con tutti i pro e i contro".



Judy si era appena lasciata alle spalle la porta che la separava da sua sorella e dal cugino di Nick, da una parte si sentiva in colpa della scenata appena fatta e nemmeno lei capiva appieno perché avesse detto quella frase, ma la cosa che la spaventava di più era che sapeva per certo di avere ragione, mentre pensava a quanto appena detto una forte emicrania cominciò a martellarle la testa fino a farle quasi provare dolore fisico.

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