Anno 1944: una giovane donna viene prelevata con la forza e condotta in un luogo di cui nemmeno nel peggiore dei propri incubi avrebbe immaginato l'esistenza. Settantasette anni dopo la storia si ripete, ma quando Sybil Crowford ne capisce il disegn...
Filamento guida: nel processo di replicazione del DNA si indica con l'appellativo di leading strand la metà di molecola che funge da stampo – o appunto, da guida – per sintetizzare in maniera ininterrotta nuovo materiale genetico. Senza di esso la funzionalità di un nucleo cellulare è del tutto compromesso.
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Il globo luminoso che penzola sulle nostre teste ruota senza interruzione.
Il suo momento angolare1 è costante e conservato e il suo calore sufficiente a sciogliere lo strato di brina che si è accumulato nel Cenotafio attraverso la cupola tempestata di aperture.
Nicholas ne calcola la quantità di moto e la velocità, disegnando vettori2 immaginari con la punta delle mie dita, come frecce invisibili che indicano direzioni tutte diverse. Lo sento premuto sulla schiena, che sghignazza di compiacimento, mentre la sua risata cristallina si amplifica nelle cavità nascoste dalla mia gabbia toracica fino a farmi rabbrividire.
- Riesci a visualizzarli? – domanda, tutto sorrisi e irremovibile convinzione.
Io sbatto le ciglia da sotto il suo mento e reclino la testa per poterlo osservare: è fiducioso e sicuro delle mie capacità e questo basta a volerci riprovare.
- Erre per emme, - dice, - per pi, - e con il mio indice traccia in aria simboli sconosciuti che non sono in grado di leggere. Se solo potessi vedere ciò che catturano i suoi occhi da saggiatore3: la perfezione e la misura ovunque poggi il suo sguardo; i teoremi, i postulati e il loro mucchio infinito di corollari.
Prima che incontrare Nicholas mi schiarisse la vista, adocchiavo tutto da dietro un vetro sporco di ordinario. Non ero cieca, ma offuscata dall'idea di non essere abbastanza intelligente per capire quello che capiva mia sorella. Mi sbagliavo, adesso lo so: io merito di essere qui con lui.
E se mi sforzo un altro po', sono sicura che riuscirò a imparare. Prometto che lo farò.
Non per Chol, ma per me stessa.
- Uguale elle, - concludo e lui annuisce con una soddisfazione che gli riempie le guance di colore.
Se non altro, è un inizio.
Siamo avvolti nella stessa coperta sintetica, il braccio di Nicholas intorno ai miei fianchi e la mia testa cullata dal levarsi ritmico del suo sterno. A volte mi bacia la tempia o la fronte o il vertice della nuca; a volte rimane in uno stato estremamente prudente d'attesa, quasi si aspettasse che sia io a fare la mossa successiva.
Forse è convinto che basti un minuto di silenzio e immobilità a farmi cambiare idea. Dopotutto, prima di stasera, eravamo soltanto due amici.
- Siamo sempre stati qualcosa di più, - contesta e il solletico del suo alito profumato dietro l'orecchio rasenta il livello di un'esperienza ultraterrena. Nicholas scopre un quadrato di pelle sopra la mia clavicola, poi lascia scorrere le labbra nel punto in cui il suo sguardo era solito cadere, quando la mia presenza nella sua vita era ancora un'incognita e ogni reazione valeva la pensa di essere studiata.
