18. Una lezione imparata per tentativi ed errori

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Apprendimento per tentativi ed errori: in fisiologia è il processo utilizzato dai circuiti cerebellari per migliorare le azioni e le funzioni cognitive dell'essere vivente; errore dopo errore, correzione dopo correzione, il sistema nervoso si trasforma fino a quando non gli è più possibile sbagliare.

Ci circondano senza fare il minimo rumore, con le torce puntate a rifrangere le gocce di pioggia e le pistole sfilate dalla fondina

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Ci circondano senza fare il minimo rumore, con le torce puntate a rifrangere le gocce di pioggia e le pistole sfilate dalla fondina. Poliziotti, troppi per riuscire a contarli tutti senza affogare nella nausea che mi attorciglia l'intestino come un lazo tirato.

Strizzo forte gli occhi per proteggerli, ma i fasci di luce ci pungolano da ogni direzione, costringendoci a distogliere lo sguardo. Ci ripariamo a vicenda, io afflosciata sulla sua spalla, lui con la fronte sudata a freddo premuta contro la mia nuca, ma non è abbastanza: il corpo di Nicholas è un guscio incompleto che mi lascia scoperta.

Quando riesco a strascicare le palpebre abbastanza in alto da guardarmi intorno, è automatico accorgersi dell'espressione agghiacciata che si fa strada sul volto degli agenti nel momento esatto in cui mettono a fuoco la scena del crimine; della loro incredulità, del raccapriccio. So che cosa stanno guardando: una scuola a pezzi, un cadavere rivolto sul pavimento e due ragazzi assiderati, sporchi di polvere e sangue raggelato. È complicato realizzare che siamo ancora aggrappati l'uno all'altro come se fossimo sul punto di precipitare nel vuoto; non dico spiacevole, o che so io. Solo complicato. Avremmo potuto separarci prima dell'arrivo della Polizia, se avessimo voluto, ma la presa di Nicholas sulla mia ferita non ha mai ceduto di un millimetro e io avevo troppa paura di svenire per lasciarlo andare. Non so che spiegazione daremo a questo disperato contatto, una volta usciti da qui; non so che spiegazione daremo a tutto quanto. Arriccio le dita sulla sua giacca per accertarmi che non siano cadute, ma è come se la mia pelle avesse troncato qualunque contatto con l'esterno. Non sento niente, né la stoffa, né il calore della schiena di Nicholas. Niente.

Il respiro mi si accorcia.

La prima a trovare il fegato di spezzare il silenzio è la poliziotta più vicina al corpo dell'Ispettore Ryars: una donna sulla quarantina, avvolta in un cappotto troppo pesante per la sua stazza, tanto minuta e asciutta.

- Mani sopra la testa, - dice seccamente.

L'ordine deve suonare indiscutibile perfino alle orecchie di Nicholas; il suo palmo sfila via dal mio collo senza esitazione e rimane appeso dove gli agenti possono vederlo. Lo prenderei come un invito a fare lo stesso, se solo la mia ferita smettesse di sanguinare.

Ma non lo fa.

E allora un poliziotto comincia a gridarmi contro.

- Va bene, - sussurro, risucchiando l'aria, - va bene, - ma non appena stiro le braccia verso l'alto il bruciore sotto l'orecchio diventa insopportabile. È come se la carne scoperta avesse assorbito il calore di ogni singola altra cellula del mio corpo pur di alimentare il suo fuoco.

Entropy - Il Sistema IsolatoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt