°Bloody Memories°

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Non riusciva a toglierselo dalla testa.
Tre giorni e quell'immagine non era uscita dalla sua mente.
Era lì, impressa come fosse un tatuaggio, facendosi ammirare in tutto il suo mistero e malcelato orrore.
Era da tre giorni che si faceva domande su di esso, teorie che respingeva ogni volta e paranoie quasi ingiustificate.
Sapeva più che bene chi fosse quel bambino nella foto, ma non riusciva a comprendere tutto il resto di quell'immagine: i dettagli più oscuri e complicati erano quelli più in risalto, ma la storia dietro ad essi era completamente ignota.
Troppe domande e nessuna risposta.
Nagisa stava impazzendo: aveva bisogno di capire, aveva bisogno di sapere cosa ci fosse davvero dietro a Karma e quella fotografia. Non aveva il coraggio di chiederglielo direttamente: aveva paura di rovinare ogni cosa tra di loro e non lo voleva forzare a rispondere a delle domande scomode.
E fu così che, dopo tre giorni alla ricerca di risposte, Shiota trovò la soluzione: quando Karma sarebbe uscito con tutto il gruppo e lui avrebbe potuto girare liberamente per la struttura, sarebbe tornato in quel buio sgabuzzino per investigare sulla faccenda.
E quel giorno faceva proprio al caso suo.
Akabane era intenzionato ad uscire con tutti gli altri, avvertendo Nagisa, e, dopo averlo salutato dolcemente, se n'era andato, chiudendosi ogni porta alle spalle. Nagisa aveva atteso in silenzio, origliando dalla porta per assicurarsi che se ne fossero andati tutti; al momento giusto, aveva aperto la porta e si era ritrovato nel lungo corridoio bianco del luogo.
Era rimasto fermo per qualche secondo, leggermente tibutante, per poi avviarsi verso la sua meta.
Il corridoio si faceva stranamente sempre più stretto ogni passo di più che il celeste faceva per raggiungere quella stanza che non faceva che lasciargli una sensazione di amaro in bocca. Il suo passo si era fatto più lento e aveva cominciato a sudare freddo.
Gli stava tornando in mente tutto, ma non poteva rinunciare proprio adesso.
Finalmente arrivò alla porta dello sgabuzzino, poggiando la candida mano sulla maniglia fredda ed argentea; esitò qualche secondo, deglutendo, per poi aprire la porta.
Buio più totale, proprio come quel giorno.
L'angelo, tibutante, entrò all'interno della stanza, accendendo l'interruttore della luce, sapendo ora dove esso si trovasse.
La stanza fu illuminata.
Il celeste rimase in piedi, fermo, a guardarsi attorno.
Un brivido gli percorse la schiena.
Scosse la testa, pensando che ora non era il momento di pensare a quell'accaduto, avviandosi poi verso il punto dove precedentemente aveva trovato la fotografia ed il suo corrispondente album.
Passò in mezzo a tutta quella polvere e le scatole vecchie accumulate lì, per poi notare a terra un pezzo di carta familiare.
Eccola.
Nagisa vi si avvicinò, prendendo quella foto tra le mani, accurando che fosse proprio quella che cercava. La osservò di nuovo, guardando fisso negli occhi dorati e morti di quel bambino coi capelli rossi, passando le dita su quella carta ormai vecchia. Il ragazzino alzò poi lo sguardo, inquadrando perfettamente il grosso album di foto poggiato su delle scatole poco lontane da lui. Il celeste vi si avvicinò, osservando la copertina rossa e rovinata di quel grosso libro ripieno di carta e ricordi. Il piccoletto lo prese, notando quando fosse pesante, per poi poggiarlo a terra e, delicatamente, aprirlo.
Il piccolo angelo sgranò gli occhi.
Mai aveva visto così tanto orrore in vita sua.
Rosso,
Sangue,
Pistole,
Morte.
In quel grosso contenitore di memorie, vi erano foto di brutali omicidi, torture, carneficine e sangue,
Tanto, tanto sangue.
Espressioni di paura, uomini sadici che ridevano per i loro peccati e armi dappertutto.
Il ragazzino sfoglia ogni pagina con mano tremante è un'espressione mista tra l'orrore ed il disgusto.
E, in tutti quei terribili ricordi insanguinati, vi erano sempre due bambini: una bimba dai capelli castani ed un bimbo dai capelli rossi e gli occhi morti, con sempre in mano un'arma e, spesso, ricoperti di sangue.
Shiota andò avanti fino alle ultime foto, notando come quel bambino fosse cresciuto e come adesso potesse confermare di conoscerlo più che bene. <<K-Karma... >> sussurrò Nagisa, con l'orrore negli occhi.

&lt;||Take Me with You||&gt; {°Karmagisa°}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora