2. Francobolli

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2. FRANCOBOLLI














"Tieni gli occhi fissi sulle stelle e i piedi per terra."
-Theodore Roosevelt












8 settembre, 2014






Il gallo cedrone, appollaiato sul davanzale del balcone, emetteva un verso fastidioso. Non un richiamo, non un cinguettio melodioso, non un canto che riecheggia nell'etere pieno di gioia per una nuova alba, ma un gorgheggio acuto, a cui Kendra non aveva ancora fatto l'abitudine. L'uccellaccio in questione era stato acquistato da sua nonna Mariah per un pollaio che aveva costruito nel cortile sul retro di casa -una struttura in compensato, tra l'altro abusiva.

Aveva presentato il progetto a sua madre non appena si era trasferita da loro, anche se Kendra era sicura che l'idea fosse scattata nella sua mente contorta nell'istante in cui aveva posato gli occhi sul giardino.

E poi dicono che sono i galli a essere animali territoriali...

Nonostante ciò, l'avevano ascoltata attentamente con assoluto e profondo rispetto, il minimo che si deve a una persona che sta affrontando un lutto, bloccate in uno stato di trance misto alla meraviglia e l'orrore.

Sua madre le aveva dato l'ok, convinta che non avrebbe portato a termine un bel niente, così come la maggior parte delle attività che d'improvviso decideva di intraprendere.

"Non preoccuparti, Kendra," le aveva detto, "non lo farà, vedi che dopo un po' si annoia e lascia perdere."

E invece l'aveva fatto. Le ci erano voluti solo un paio di pomeriggi per finire la struttura.

Poi, dopo una settimana, un camion parcheggiato si era materializzato nel loro vialetto, come un manifesto che annunciava ai vicini che d'ora in avanti non avrebbero più fatto sogni tranquilli. Un uomo tozzo e corto era sceso dalla vettura e aveva scaricato le numerose casse rosse contenenti i galliformi. Li aveva ordinati su Amazon?

Boh, non aveva la più pallida idea né di come avesse fatto, né di dove avesse comprato quegli esseri, d'altronde l'intenzione di scoprirlo non l'aveva minimamente sfiorata.

L'unica cosa che sapeva è che in una manciata di secondi il loro giardino era stato conquistato da quel galletto rompipalle e popolato dal suo harem di galline moleste. Nei mesi successivi avevano ricevuto un mucchio di reclami da parte di tutti i vicini del quartiere, ma nonna Mariah era riuscita in qualche modo a comprare il loro silenzio, offrendo uova fresche a destra e a manca.

In fondo era così che aveva convinto anche sua madre: "Avere il proprio pollaio ha i propri vantaggi, è eco-friendly e aiuta a risparmiare sulla spesa."

Da allora, tutte le mattine il gallo cedrone la strappava con veemenza dalle braccia di Morfeo, cantando a squarciagola. Tuttavia, quel giorno in particolare, aveva spalancato gli occhi prima che intonasse il canto.

Perché? Perché quello era un giorno importante, fondamentale per il suo futuro, e un insopportabile nodo d'ansia che le attanagliava le viscere l'aveva costretta ad alzarsi prima che la sveglia galliforme scattasse.

Era immersa nell'oscurità, fatta eccezione per una debole lama di luce che si faceva strada tra le sottili tende azzurre che coprivano le finestre del balcone. Si avvicinò con calma, percependo l'albore baciarle la pelle e le iridi adattarsi al suo chiarore.

Estese il braccio e scostò il lembo di tessuto colorato che racchiudeva l'entrata della tenda. Poggiò il palmo della mano contro il vetro, prestando attenzione al disegno delicato di gocce di pioggia essiccata che si era venuto a creare sulla superficie trasparente.

Dove vanno le stelleWhere stories live. Discover now