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Rimanemmo per un po' seduti su una panchina, facendoci baciare dal sole. Tutto quello che ci circondava mi trasmetteva pace e serenità. Amavo stare in mezzo al verde, soprattutto in quel parco a cui ero particolarmente affezionata.
Ricordo quando mamma e papà mi ci portavano da bambina. Allora si che erano ancora affiatati e si poteva scrutare nei loro visi il loro amore, ora invece fanno fatica anche a stare nella stessa stanza. Mi ritrovai a cercare lo sguardo di Stefano e a riflettere: arriveremo di nuovo ad allontanarci? Quando ho deciso di lasciarlo non ero in me, ero presa dall'infatuazione per il ragazzo dagli occhi azzurri, un errore estivo. Quanto ero stata stupida, però quell'errore mi era servito per capire cosa, anzi chi avevo perso.
Ripensandoci, ho perso molto all'inizio dell'anno scolastico: la mia migliore amica, Stefano che per fortuna ho riavuto indietro e poi il mio futuro in gioco.
«Mi sembri pensierosa, cosa ti sta frullando in quella testolina, Em?», mi chiede Stefano, distogliendomi dai miei pensieri, ha ragione e da quando siamo andati via da quell'ospedale che sono immersa tra le nuvole.
Ci sono ma e come se non ci fossi con la testa e di questo mio stato d'animo ne fa anche lui le spese.
«Scusami, sono davvero pessima. Mi dispiace, tu mi sei sempre accanto mentre io navigo con la mia testa nelle mie innumerevoli incertezze. Sai mi manca la scuola, mi manca tenere tra le mani gli utensili da cucina durante i laboratori tecnici e anche le lezioni di scienze degli alimenti che odiavo tanto. Secondo te, dopo la chemio potrò ritornarci?», mi accorgo solo ora, che la mia voce sta tremando. Stefano appoggia le sue dita lunghe e magre sul mio viso, contornando i miei lineamenti in una carezza dolce.

«Em, non sono un medico ma penso proprio di sì. Secondo me potresti andarci anche qualche giorno prima dell'inizio del primo ciclo di terapia. Ai professori farà sicuramente piacere vederti, l'unica accortezza che devi avere è quella di non sforzare il braccio, ma potrai assistere alle lezioni e ai laboratori. Quello che mi chiedo e se riuscirai a sopportare di non poter partecipare alle attività che tu tanto brami di fare e la vista di una tua vecchia conoscenza»., mi avvicino a lui, prendendo la mano che fino a poco prima accarezzava la mia guancia e la chiudo nella mia, stringendola forte. Sono sempre stata un libro aperto per Stefano, era dura ammetterlo ma lui mi conosceva così bene da capire prima di me le cose che mi turbavano.
Essere ad un passo dai laboratori e non poter cucinare, stare seduta dietro al banco ad ascoltare i professori e non poter trascrivere gli appunti che avrei di certo preso scrupolosamente e poi stare per cinque ora di fila accanto a quella che ho reputato per sedici anni come migliore amica, pensandoci su, quello è il problema che mi tocca di meno. Chiederò di cambiare posto, ce la posso fare.
«Sì, mi piange il cuore a dover varcare le porte della scuola sapendo che dal momento che entrerò in aula, sarò limitata a stare seduta ad osservare e ascoltare e basta. Per Beatrice, la ignorerò e cambierò posto se non lo ha già fatto lei. Penso che affrontandolo un po' per volta mi abituerò e quello che prima mi spaventava diventerà la cosa più naturale del mondo. Tutto per inseguire il mio obiettivo!», vedo due occhi verdi sgranarsi davanti a me increduli.
«Vedi, Em, tu sei così viva, radiosa. Mi mancava vedere quel sorriso sulle tue labbra», mentre ascolto le sue parole, avvicino le mie mani sul volto. È vero sto sorridendo. Stefano si avvicina, mi prende tra le braccia e mi bacia, non con forza, appoggia le sue labbra sulle mie dolcemente schiudendole ogni tanto per assaporarmi un po' di più. Si stacca poi, all'improvviso osservandomi, «Quale sarebbe questo obiettivo che ti sta spronando così tanto?», giusto, lui mica ha ascoltato tutto il mio monologo interiore.
«Ritornare a scuola a tempo indeterminato e continuare a studiare. Io voglio diventare un grande chef. Tra dieci anni, avrò l'esperienza necessaria per essere riconosciuta per strada o ricordata solo per il mio nome!», ok, forse ho esagerato un po'. Inizio a ridere come una matta. Si unisce anche Stefano a me.
Con un peso in meno sullo stomaco e il sorriso sulle labbra, ci incamminiamo di nuovo verso casa; il pranzo sarà pronto a breve.

Il mio destino - La mia rivincita [ Moments Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora