8.

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Christian mi viene incontro sorridendo radioso, tirandomi in un abbraccio appena mi raggiunge.
A quel nostro contatto percepisco gli occhi di tutti gli allievi dell'istituto puntato su di noi, sentendomi in imbarazzo.

Gli lascio un bacio veloce sulla guancia e gli chiedo cosa ci faccia qui, davanti alla scuola che frequento. Non dovrebbe essere davanti alla sua, di scuola?

Lui scrolla le spalle e sorride ancora: «Avevo voglia di vederti. Ti basta come motivazione?»

«Sì, penso che sia più che valida!», rispondo sarcastica, mentre sento Bea schiarirsi la voce, per farsi notare.

«Ehm, Christian, lei è Bea, la mia migliore amica. Dovresti averla vista sabato. Bea, lui è Christian, è... Beh, sai chi è, no?», e le faccio un occhiolino complice.

«Oh, sì, il DJ. Vedo che hai utilizzato il numero che ti ho dato. Ho sentito molto parlare di te, in effetti... »

La fermo subito, dandole di nascosto una gomitata.

Subito dopo inizia a chiacchierare e scherzare con lui, in un atteggiamento tutt'altro che amichevole, infastidendomi. Il modo in cui lo guarda lascia trasparire a pieno i suoi pensieri, ed io mi chiedo se si renda conto di flirtare con lui proprio davanti ai miei occhi.
A Bea solitamente piace restare nell'anonimato, come me, starsene per conto proprio senza farsi notare; ma quando voleva sapere dare il meglio di sé, proprio come stava facendo ora, capace di attirare l'attenzione di chiunque con i suoi occhi magnetici e le sue movenze accuratamente studiate. È capace di portarsi a letto chiunque - su questo, lei, non si fa troppi problemi - quando comincia a civettare in questo modo, e non vorrei che fosse proprio quella la sua intenzione... Scuoto la testa per scacciare quel pensiero: non mi farebbe mai un torto simile.

Il suono della campanella ci costringe ai saluti.
«Bea, entra pure. Arrivo subito!», le dico, avvicinandomi a Christian e poggiandogli le mani sul petto, per marcare ancora di più il territorio.
Lei mi fa un occhiolino e s'incammina verso l'entrata.

Christian sorride e mi sussurra: «Oggi ci vediamo?»

Nonostante la sua richiesta sia decisamente invitante, senza considerare il tono roco con il quale me l'ha domandato, sono costretta a fare una smorfia e negare con la testa.

«Non posso, mi dispiace. Ho promesso a Bea di passare il pomeriggio con lei... È da un po' che non stiamo un po' insieme.»

«Tranquilla, non preoccuparti.», risponde, accarezzandomi una guancia, «Vorrà dire che farò qualche demo per il week end. Ci sarai, vero?»

Lo guardo confusa. «C'è una serata nel week end?», chiedo, ingenuamente.

Lui ridacchia ed annuisce. «Come tutti i sabato sera! Non esci molto, eh?»

Rido anche io, un po' in imbarazzo. «No, a dire il vero. Sabato è stata un'eccezione: era il compleanno di una mia compagna di classe.»

«Capisco. Beh, questo sabato, invece, sei invitata da me!», e mi sorride, facendo fare capolino alle sue magnifiche fossette.

«Agli ordini. Mi scrivi i dettagli per messaggio, ok? Devo scappare in classe!», ed è vero, la campanella è suonata ormai da qualche minuto.

«Certo!», risponde alla mia domanda, poi mi tira più vicino a lui, «Ma prima di andare via, vieni qui...»

Posa d'impeto le sue labbra sulle mie e mi fa capire quanto quel misero bacio sulla guancia che gli avevo regalato poco fa non fosse abbastanza per lui, iniziandomi a baciare in modo più intenso, facendosi strada nella mia bocca che si schiude piano per permettergli l'entrata, dove anche la mia lingua si ritrova nella sua.

Il mio destino - La mia rivincita [ Moments Series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora