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Le sue mani iniziano ad accarezzarmi la schiena fino ad arrivare alla zip del vestito.
Capisco subito le sue intenzioni, e nonostante sia brilla e completamente dipendente dal suo tocco riesco a mantenere un certo autocontrollo ed a far prendere il comando alla piccola parte razionale di me sopravvissuta.
Con la mia mano seguo i movimenti delle sue, per bloccarlo.
Non è che mi dispiaccia il pensiero di passare con lui la notte più importante della mia vita, la fantomatica prima volta, ma stava andando tutto un po' troppo velocemente e vorrei decisamente rallentare.
Se è quello giusto, capirà!, penso.

Christian mi guarda negli occhi, cercando di capire i miei gesti, e vedendolo confuso decido di spiegargli il mio comportamento: «Scusami Chry, è che io... Ecco... Io non l'ho ancora fatto...», tento impacciata, ma lui non mi dà nemmeno il tempo di continuare che mi appoggia un dito sulle labbra, come a dirmi di stare in silenzio, mostrandosi comprensivo.

Lascia andare la zip del mio vestito e torna a guardarmi, prendendomi per mano.
Io però non voglio lasciare il discorso a metà. Voglio essere chiara.

«Christian, non ho paura di farlo ora, in questo momento. Non è questo che mi sta bloccando. Ma sono brilla, e non voglio correre troppo, voglio viverti piano e a pieno, senza bruciare i passi. Scusa, scusami tanto, non voglio sembrarti stupida.»

«Non sei stupida, Em. Anzi, apprezzo molto che tu non ti sia lasciata andare subito. Cioè, mi sarebbe piaciuto, ma questa parte di te razionale e soprattutto non superficiale mi piace. Non sei come tutte le altre, sei diversa. Mi piaci ancora di più.»

Quindi essere forse l'unica ragazza vergine a sedici anni in questa generazione mi rendeva speciale?

Non mi ha particolarmente colpita come ha deciso di mettere giù quella strampalata dichiarazione, ma forse non era sua intenzione offendermi.

Risulta davvero strano voler avere un legame così intimo con la persona giusta, tanto da definirmi diversa? Sono una di quelle ragazze che crede ancora di poter condividere le prime esperienze con il ragazzo giusto, quel ragazzo con il quale magari, un domani, costruirò una famiglia.
Beh sì, lo so, è un finale in stile fiaba, ma io ci voglio credere.

«Em, mi stai ascoltando?», mi sento chiamare risvegliandomi dai miei pensieri.

«Sì, sì ti ascolto. Vuoi andare via?», gli chiedo, stringendo di più la sua mano. Da quando mi sono tirata indietro è come se aspettassi la sua fuga da un momento all'altro, invece lui resta lì, lasciandomi incapace di comprendere la sua reazione. Anche di ragazzi come lui non ce n'è sono molti in giro.

«Sì, vieni con me. Voglio portarti ancora in un posto prima di rientrare.»

In un altro posto? Non ha ancora finito di stupirmi? Ed io che credevo volesse riportarmi a casa, annoiato dalla mia reazione.

«E qui, lasciamo tutto così? Non dovremmo sistemare?»

Mi guarda e ride. Cos'ho detto di così divertente?

«Non preoccuparti, mi madre sa che ho usato la biblioteca di famiglia. Domani verrò a sistemare tutto, non farti questi problemi. Stasera è la tua serata.»

Mi fa cenno di seguirlo fuori dalla biblioteca e lo faccio, finendo per salire di nuovo in auto. Durante il viaggio realizzo quanto ha detto precedentemente: quella fantastica biblioteca appartiene alla sua famiglia?

I miei pensieri s'interrompono a causa del suono della radio, le parole de "Il regalo mio più grande" di Tiziano Ferro riempiono l'auto, ed io canticchio spensierata, mentre lui ridacchia, non capendo che quella è una piccola dedica indirizzata proprio a lui.

Forse, invece, l'ha colto, perché la sua mano scivola sulla mia coscia, accarezzandola dolcemente per tutta la canzone.
In questi piccoli gesti è così spontaneo che mi mette in imbarazzo, ad ogni suo contatto un brivido percorre tutto il mio corpo, facendomi scoprire sensazioni completamente nuove.

«Siamo arrivati!», esclama tutto contento, riportandomi ancora una volta alla realtà.

Tolgo la cintura di sicurezza e, scendendo dalla macchina, mi prende a braccetto facendomi strada.

Ci ritroviamo in un ampia distesa di verde, l'erba fresca appena tagliata e la brezza della sera, in una zona poco illuminata e quindi perfetta per vedere le stelle.

«Tadan!», improvvisa lui, indicandomi con una mano la meravigliosa vastità celeste sopra di noi. Non ci posso credere!

La cosa mi fa sorridere e a lui non passa inosservato.

«Che c'è? Cos'è che ti fa sorridere?», domanda, sorridendo a sua volta e facendo comparire le sue splendide fossette.

Mi stringo nelle spalle imbarazzata.

«Niente, scusami. Solo che... Ho sempre immaginato che l'uomo dei miei sogni, un giorno, mi avrebbe presa sotto braccio e portata in un terrazzo pieno di fiori, con una coperta di stelle a ricoprire il cielo. Diciamo che ci sei andato vicino, andando oltre ai miei sogni e alle mie aspettative. Questo è molto meglio.», e raccontarglielo mi rende così entusiasta da slanciarmi a dargli un bacio veloce sulle labbra, che però subito dopo diventa più lungo e passionale.

Si stacca dalle mie labbra solo per baciarmi il collo, in modo giocoso, facendomi ridere come una stupida.

«Chry, dai, smettila! Mi fai il solletico!», dico ridendo, e lui al mio richiamo ritorna sulle mie labbra a salutarle un'ultima volta prima di cingermi i fianchi da dietro e alzare la testa insieme a me, a guardare le stelle.

Sta succedendo davvero?, mi chiedo, mentre mi godo il momento più bello dei miei sedici anni.

Il mio destino - La mia rivincita [ Moments Series]Where stories live. Discover now