< Hoseok ora ci penso io >

< Non è stato colpa mia lo giuro ho provato a farlo ragionare però... >

< Ssh va bene lo so, ti credo, so quanto a volte Tae sa essere testardo > disse Jimin, mentre lentamente accarezzava una guancia di Hoseok.

Lo aveva dovuto fare, perché quando Hoseok si era fatto prendere dal panico, la stanza aveva iniziato a tremare in maniera incontrollata, ma il rosso non se n'era accorto, troppo perso negli occhi del ragazzo appena entrato.

< Vai a prenderti la torta che ho appena comprato nel frigo, te la meriti >

< Yee cibooo ho una fame > disse felice Hoseok prima di salutare i due e poi uscire dalla stanza, non prima di aver consegnato i vestiti nelle mani di Jimin e aver chiuso la porta scorrevole alle proprie spalle.

< Non dovresti far agitare così Hoseok, non riesce a controllare ancora del tutto i suoi poteri >.

Taehyung non gli rispose semplicemente lo guardò incapace di distogliere in qualche modo lo sguardo dalla persona che aveva sempre pensato essere il suo unico pilastro stabile nella vita.

< Vedo che ti sei risvegliato in forma, hai dormito bene sul futon anche se non ne eri abituato? >

Taehyung lo guardò ancora, incapace di pronunciare una sola parola, ma quando poi i suoi occhi incontrarono quelli di Jimin li distolse rapidamente, era troppo doloroso anche solo guardarlo.

< Dai con Hoseok urlavi come un matto mentre con me non riesci neanche a sostenere il mio sguardo Tae? Non sei mai stato così silenzioso > lo prese quasi in giro Jimin.

< Non chiamarmi, così non ne hai alcun diritto > rispose duro l'unico umano presente nella stanza.

< Come Tae? Ma ti ho sempre chiamato così, ormai è una cosa talmente naturale che... >

< Stai zitto! Non comportarti normalmente, non mi guardare come fai di solito, non mi parlare con quella voce, tu non sei il mio Jimin, non sei lui >

Alla fine Taehyung dalla rabbia e dal dolore represso esplose e la tristezza gli inondò l'essere, non sapeva come non fosse ancora crollato in lacrime, ma di certo non voleva dare un'altra soddisfazione al ragazzo che si trovava di fronte e che non osava pronunciare neppure il suo nome.

< Mi dispiace dovertelo dire Taehyung, ma sono proprio io, nei miei pregi e difetti. Certo non ti sempre detto tutta la verità, ma se ti può consolare il modo in cui mi sono sempre comportato con te era vero... >

< Cazzate > disse Taehyung a denti stretti.

< Credi quello che vuoi > alzò allora gli occhi al cielo Jimin.

< A cosa dovrei credere? Io non lo so, non so più a cosa dovrei credere. Voglio sapere perché mi avete portato qui. E' la sua casa, vero? Perché volete me per fare il rituale? Cosa vorreste ottenere da tutto questo? E di quale rituale state parlando? Dimmelo tu che ti fai chiamare con il nome di Jimin, COSA VUOI OTTENERE DA TUTTO QUESTO? > le ultime parole le pronunciò quasi gridando.

< Hai ragione, quando l'ho detto nella grotta tu gia dormivi. È giusto che tu lo sappia, visto che sei un tassello importante in questo mio piano - iniziò Jimin facendo un grande sospiro - Voglio farla ritornare > i suoi occhi a quella sentenza si illuminarono.

< Chi? > chiese taehyung non credendo alle proprie orecchie.

< Sun-hi ovviamente, chi altro? > disse con ovvietà Jimin.

< Jimin è morta, defunta, crepata, quanti sinonimi vuoi che ti dica per fartelo capire? Perché non riesci a voltare pagina? Perché vivi ancora nel passato dopo tutti questi anni e non ti accorgi delle persone che ti amano veramente? Perché non riesci a fare come ha fatto Jungkook? >

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now