Capitolo 22

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< Quanto tempo hai ancora intenzione di sprecare sotto la pioggia? >

Taehyung non alzò neanche il braccio dagli occhi, per capire chi stesse parlando.

Ormai quella voce l'avrebbe riconosciuta dovunque.

< Non è qualcosa che ti riguarda, Jungkook > sputò acido.

< Si da il caso, che io ti debba tenere d'occhio e ora, che non sei stabile psicologicamente, potresti commettere qualcosa di davvero stupido e che poi te ne pentiresti l'attimo dopo >

< Tranquillo, non dirò a nessuno del vostro segreto, non sono così crudele da far passare a qualcun altro quello che sto passando io >

< Quanto sei esagerato, non ti è ancora successo niente, non hai graffi o morsi, dovresti smetterla di prendertela per niente >

Una risata isterica uscì dalla bocca di Taehyung.

< Niente... Hai avuto davvero il coraggio di dire che non è successo niente. Hai mai sentito parlare di un dolore diverso da quello fisico? >

Il biondo non sentì provenire nessuna risposta e per qualche minuto, sentì solo il rumore della pioggia scrosciante, che pesante cadeva sul suo corpo ormai fradicio.

Taehyung spostò poi il braccio dai suoi occhi, pensando che il vampiro se ne fosse andato e invece era ancora lì che lo guardava con un espressione indecifrabile.

Prima che potesse dire altro però, Jungkook lo precedette.

< È l'unico dolore che davvero conta >

< Avrei dovuto immaginare la tua risposta... Adesso per favore vai a casa Jungkook, a breve tornerò anch'io, non dirò niente a nessuno, te lo giuro >

Il moro guardò il ragazzo davanti a lui.

Il suo corpo tremava visibilmente, gli occhi erano rossi e gonfi, testimoni che stesse piangendo fino ad un attimo fa e il suo respiro non voleva proprio regolarizzarsi.

Per la prima Jungkook lo vide davvero stanco e provato. Il biondo non si era mai mostrato così debole e vulnerabile di fronte a lui.

"Sono stato io a renderlo così?" si chiese sorpreso.

Jungkook fece per avvicinarsi, ma lo sguardo che il biondo gli riservò lo fece bloccare sul posto.

Un dolore all'altezza del petto iniziò a germogliare dentro di lui.

Erano sensi di colpa quelli?

Dopo tutti quegli anni passati, il dolore e la morte che aveva causato, il suo cuore riusciva ancora a provare sensi di colpa? Riusciva ancora a sentirsi dispiaciuto per il prossimo?

Avrebbe voluto ribattere qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì una parola, troppo sconvolto dal forte dolore che stava provando.

"Stupide emozioni umane amplificate" pensò lui, cercando di darsi un contegno.

Doveva andarsene, non sarebbe riuscito a sopportare un altro sguardo di quell'umano.

Taehyung guardò di nuovo nella direzione in cui stava il moro fino a qualche attimo fa, trovandola vuota.

"Non posso crederci, per la prima volta Jungkook ha fatto quello che gli ho chiesto" pensò sorpreso il biondo.

Poi si spostò da quel muro e lentamente camminò per le strade di Haneul, passando per stradine e vicoli, ormai famigliari, per qualcuno che aveva vissuto lì fin dalla nascita.

"Forse è il momento di tornare in quella casa" pensò, mentre un brivido di puro terrore gli percorse la spina dorsale.

Poi si ricordò di un piccolo, piccolissimo particolare.

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now